di Vano Samuele – 14 gennaio 2019
LA STORIA DEGLI SCACCHI
Che cosa sono gli scacchi??? Un gioco, un passatempo, uno sport, magari per alcuni addirittura una professione vera e propria. In questa nuova rubrica composta da molti articoli che usciranno settimanalmente, vi farò entrare nel mondo degli scacchi e degli scacchisti. Per iniziare ad introdurvi in questo mondo ,qui di seguito potrete leggere il mio primo articolo, dove vi racconterò la storia degli scacchi.
Sulla storia delle origini degli scacchi si sono succedute nel tempo varie versioni, senza mai raggiungere una conclusione comune. Una versione molto accreditata indica l’India come paese progenitore già molto prima dell’anno mille. Il gioco si chiamava “CHATURAGNA”, e sebbene presentasse molte analogie, si differenziava dal gioco attuale. Grazie agli scambi commerciali si diffuse molto rapidamente anche nelle regioni vicine (Persia, Arabia) e anche in Italia gli scacchi hanno origini antichissime. Il ritrovamento nella necropoli molisana di Venafro di alcuni pezzi intarsiati in osso fece ipotizzare che già nel secondo e terzo secolo D.C.si disputavano delle partite. I legionari romani diffussero il latrunculo-rum-ludus (gioco dei soldati), abbinando l’uso dei pezzi a quello dei dadi ,rendendolo quindi molto simile al gioco degli scacchi. È dunque probabile una doppia linea originaria, quella orientale (Cina, India, Persia, Arabia) e quella europea (Grecia e Roma). Con l’avvento del Rinascimento comparvero i primi scacchisti famosi ,che per nostra immensa gioia erano italiani. Due di questi era Paolo Boi, detto il “siracusano”(1528-1598)e Leonardo Da Cutro, detto il “puttino” (1550-1597), che dominarono le scene scacchistiche per molti anni. Il loro avversario più accreditato era il religioso spagnolo Ruy Lopez De Seguera, che sconfisse il “puttino” a Roma nel 1560 e nel 1572. L’italiano si rifece in Spagna qualche anno dopo al cospetto del re Filippo II. A Paolo Boi si deve l’invenzione e lo studio della difesa siciliana, che tuttora rappresenta la risposta più frequente a tutti i livelli alla prima mossa del bianco (e4). Al nome dello spagnolo Ruy Lopez è legata invece la sequenza di mosse(1e4,e5.2 cf3,cc6.3 a5). Qualche anno più tardi emerse il talento più famoso di tutta l’epoca che intercorse tra il Rinascimento e Barocco, era l’italiano Giochino Greco detto, il “calabrese”, che si spinse fino a vincere grandi partite in Francia ed Inghilterra. E’ Molto famoso il suo trattato sul nobilissimo giuoco (che tratterò molto più approfonditamente in un’altra rubrica) che è attualmente conservato alla Biblioteca Corsiniana di Roma. Sempre Greco è passato alla storia per lo studio della partita italiana e il gambetto lettone. A partire dal 1700 Francia ed Inghilterra diventarono le protagoniste della cronaca scacchistica. Il musicista francese Andrè Francois Danican Philidor (1726-1795) può essere considerato il primo “immortale” degli scacchi, era praticamente imbattibile! Nel 1749 pubblicò l’Analisi del gioco degli scacchi, in cui il francese introduceva concetti sconosciuti come l’attività dei pezzi. Nel 1800, la cosiddetta “epoca Romantica”, fu rappresentata da un gioco aggressivo, fatto di sacrifici e partite infinite. I campioni di quell’epoca sono i seguenti: La Bourdonais,Staunton,Mcdonal,Saint Amat,Lowenthal,Harrwitz,Anderssen,Steinz e solo per qualche anno cedettero le scene al campione americano Paul Morphy . A Londra, nel 1851 si tenne il primo torneo internazionale e il tedesco Adolf Andersen superò nell’ordine Williams, Wyill e l’inglese Staunton. Il tedesco Andersen nel 1866 fu sconfitto dal ceco austriaco Wilhelm Steinitz (1836-1900), che divenne campione del mondo ufficiale. Il regno di Steinitz duro ben 28 anni, il suo gioco non era brillante ma rimase famoso per il suo stile solido. Il suo successore fu il tedesco Emanuel Lasker (1868-1941), famoso perché abbinava il gioco pratico ad una grande cura dell’aspetto psicologico dell’avversario. Nel 1921 perse il titolo a favore del cubano Jose Raul Capablanca, che era in grado di tramutare in vittoria anche il più piccolo vantaggio. Degni nomi di quell’epoca sono Nimzowitsch, Rubistein, Spielmen, Tartakower e Reti. Il regno del cubano durò fino al 1927, quando lasciò lo spazio al russo Alexander Alekhine. Dopo questa lunga e spero interessante carrellata di eventi, siamo arrivati all’Epoca Contemporanea, della quale parlerò in un’altra rubrica. Vorrei chiudere questo mio primo articolo con una famosa e curiosa leggenda sugli scacchi. Il mercante Sissa Ben Dahir, famoso inventore, giunse alla corte del re indiano Shiram, che avendo tutto ciò che desiderava a sua disposizione non provava più nessun entusiasmo, tanto che fu spinto a promettere una ricompensa a chiunque lo avesse fatto divertire nuovamente. Il mercante offrì al re una scatola, dalla quale estrasse una tavola con disegnate 64 caselle , vi appoggio sopra 32 pezzi e affermò che si trattava di una sua creazione denominata ”gioco degli scacchi”. Il sovrano, poco convinto, chiese spiegazioni sulle regole ,il mercante le illustrò pazientemente e alla prima partita sconfisse il re. Quest’ultimo perse anche la seconda e la terza e il risultato nella quarta partita non cambiò. A quel punto il re capì il genio del mercante ,accorgendosi che non provava più noia ma bensì divertimento . Fedele alla promessa data ,chiese all’ingegnoso mercante quale ricompensa desiderasse. Sissa Ben Dahir chiese un chicco di grano per la prima casella della scacchiera, due chicchi per la seconda , quattro chicchi per la terza e via a raddoppiare fino all’ultima casella ed il re non esitò ad accontentarlo. Gli scribi di corte si apprestarono a contare e dopo qualche calcolo la meraviglia si stampò sui loro volti: il risultato finale infatti, era superiore alla quantità di grano ottenibile coltivando una superficie più grande della stessa Terra. Non riuscendo ad esaudire il desiderio del pretenzioso mercante e non potendo neppure sottrarsi alla parola data, il sovrano diede ordine di giustiziare immediatamente l’inventore del gioco degli scacchi. Cari lettori, non potete immaginare quanta gioia ed ansia ho provato quando mi hanno dato la possibilità di gestire questa rubrica. Sono anni che dedico ogni mio momento libero a questo nobilissimo gioco ,basti pensare che è tarda notte e sono ancora qui a scrivere, ed è ora che trasmetta la mia passione e ciò che ho imparato finora a chi di voi avrà il piacere di leggere i miei articoli.
Adesso è ora che risponda alla domanda che vi ho fatto all’inizio di questo articolo, quindi gli scacchi cosa sono ? SONO UNA COSA BELLISSIMA!
Adesso è arrivato il momento di salutarci , ma si tratta solo di un arrivederci alla prossima settimana, con il mio nuovo articolo nel quale vi parlerò di un grande campione del passato.
ASD CIRCOLO SCACCHISTICO ALESSANDRINO