L’Economia e la perdita della visione evoluzionistica

per tonigaeta
Autore originale del testo: Antonio Gaeta

di Antonio Gaeta 28 dicembre 2014

Sappiamo che l’Economia é una scienza sociale, che studia i comportamenti umani relativi all’uso delle risorse (vitali e non), di volta in volta giudicate ottimali dal complesso delle idee dominanti in ambiti culturali specifici o allargati a tutta la specie umana.

Non occorre ritornare ad Aristotele per confermare che l’essere umano sia un “animale sociale”. Tuttavia, occorre ragionare sull’aggettivo “sociale”, per ricordare le sue proprietà qualificanti un essere vivente, quale é l’Homo “Sapiens Sapiens”.

Perdere di vista le caratteristiche antropologiche di noi esseri viventi, porta a compiere errori di valutazione, favoriti dai grovigli delle culture del presente, come tali vissute troppo spesso in modo avulso dalla loro dimensione storica e, comunque, sempre da quella meta-storica: ovvero evoluzionistica !

Ogni volta che leggo una delle migliaia di proposte sedicenti risolutive di grovigli economici, (quelli favoriti dalle scelte giudicate sempre “sbagliate” in materia di politica economica), mi sembra di addentrarmi in rompicapi, generati dalla costruzione di un labirinto, all’interno del quale ognuno offre la propria indicazione per l’uscita: un uscita che, in realtà, non esiste per chi accetta di far parte del labirinto !

Nel leggere di “pareggio del bilancio statale”, “fiscal compact”, “legge di stabilità”, “riduzione del costo del lavoro”, “politica di incentivazione delle attività produttive”, “intervento pubblico in economia” o “liberalizzazione globale dei mercati e del libero scambio”.. mi sembra di apprendere formule magiche, destinate a rivelare la natura semplicemente selettiva dei processi che regolano la lotta tra le classi sociali (come tali animali), all’interno dei percorsi evolutivi della nostra specie.

Di fatto, dietro ogni ostacolo, che impedisce l’affermarsi di una soluzione (o teoria) economica, vedo nascondersi una volontà di tutela di interessi di classe: ovvero di privilegi che garantiscono ad una o più classi dominanti o dominate di vincere o perdere, nella lunga lotta per la sopravvivenza sul nostro pianeta.

Molti sanno, infatti, che anche l’accumulazione di ingenti ricchezze (capitali) é una condizione comunque precaria, che può essere sconvolta e distrutta in brevi lassi temporali. Questo il motivo per cui i possessori di grandi capitali sembrano insaziabili ! Tuttavia, questa loro insaziabilità reca in sé il limite della vulnerabilità !

Allorché, infatti, i grandi capitali nella mostruosa percentuale del 70% non vengono più investiti in cicli produttivi, ma soltanto in artificiosi meccanismi speculativi, miliardi di esseri umani rischiano la fame ! In questa circostanza le “formule magiche” di molti economisti (progressisti e non) lasciano il tempo che trovano ! E’ sempre più evidente, infatti, che i miliardi di esseri umani, espropriati di tutto, giacché voluti soltanto per costituire forza-lavoro (Karl Marx insegna), attuano un’organizzazione sociale alternativa al modello di produzione capitalistica. Quella che a mio avviso é fondata sulle caratteristiche antagoniste ai criteri dell’individualistica accumulazione originaria. Antagonista, giacché fondata sulla cooperativistica non-accumulazione: ovvero sulla pratica sociale originaria del mutuo soccorso.

Come ho già scritto in un articolo precedente su questo stesso argomento, i primi ominidi riuscirono a favorire l’evoluzione della specie Homo, grazie alla collaborazione tra componenti dei piccoli gruppi. Anche nelle piccole aziende, nei rami di azienda, nei quartieri, nei borghi, nelle piccole e medio-piccole realtà produttive di beni e servizi, abbandonate dal capitale (anche pubblico), è possibile attivare società di mutuo soccorso.

Intorno all’obiettivo comune di favorire lo sviluppo della vera cooperazione, grazie alla diffusione della cultura del mutuo soccorso é possibile aggregare un forte movimento internazionale, che faccia leva su tutti coloro che si oppongono al modello di inviluppo capitalistico e relativa distruzione della biosfera, entro cui solo l’Homo realmente Sapiens accresce le proprie possibilità di vivere meglio.

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