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di Vecchia Talpa 13 maggio 2016
Le prime stime preliminari sul Pil del primo trimestre dell’anno vedono il Pil italiano salire dello 0,3% su base trimestrale e dell’1% annuo. Ondata di giubilo nelle forze renziane.
Il dato va confrontato con i paesi della UE tutti con gli stessi vincoli, libertà di manovra, legislazioni e regole economiche più o meno vicini, eliminazioni di politiche sociali e del lavoro.
Partendo dal 2008 anno a cui si fa risalire la crisi sistemica di cui ancora non riusciamo ad uscirne la produzione industriale italiana ha perso circa il 23%. Peggio dell’Italia ha fatto la Spagna, che ha subito una flessione di oltre il 30% (nel punto di minimo). Tuttavia, mentre in Italia, nonostante condizioni esterne molto favorevoli (petrolio, tassi e euro), la ripresa appare stagnante, in Spagna il ritmo di espansione è stato assai più marcato e vigoroso, nonostante negli ultimi mesi abbia mostrato segnali di debolezza.
Se si analizza poi il sistema bancario e i crediti in sofferenza si vede che le sofferenze lorde e il totale degli impieghi si colloca al 17.25%, e nessuno dei paesi che contano riesce a fare peggio dell’Italia, nemmeno lontanamente.
Ma in tutta la UE la situazione risulta stagnante e la crescita al di là da venire. Si vede come la Germania pur partendo più o meno dalle stesse condizioni, con la crisi abbia preso il volo (sempre relativamente) anche se ultimamente appare fiacca.
Insomma la situazione non è rosea, ma in Italia è ancora peggio.
Se qualcuno vi parla che stiamo sulla strada giusta, si riferisce per il baratro, naturalmente.