Minestra vomitevole

per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

di Luigi Altea – 11 febbraio 2018

Dopo una bellissima giornata di manifestazioni antifasciste, gioiose e colorate, è stato difficile digerire i resoconti distorsivi della stampa e della TV, finalizzati a banalizzarne l’importanza, e a mettere in evidenza qualche “sbavatura”, peraltro inevitabile in qualsiasi forma di protesta di massa.

Lo slogan in favore delle foibe, gridato da un gruppetto di idioti, in mezzo a trentamila persone, ha aperto la homepage di quasi tutti i quotidiani, e ha trovato una preminente collocazione nei titoli di molti TG.

A me è parso di avvertire, in molti commenti, una malcelata delusione per la grande riuscita, e per l’assoluta compostezza della manifestazione principale.

E’ vero, qualche “contatto” c’è stato, ma altrove…

A Macerata i negozianti avrebbero potuto benissimo evitare la “serrata”, i bambini avrebbero fatto meglio a non perdere una giornata di lezioni, e gli autobus a circolare.

Le forze di polizia, schierate in misura esorbitante da un ministro verboso ed esibizionista, avrebbero trovato un più redditizio impiego nella lotta contro i delinquenti fascisti, anziché contro i pacifici antifascisti.

E tuttavia, ancora più difficile è stato digerire le insolenti e vergognose dichiarazioni di Matteo Salvini.

Evitare di replicargli con una valanga di improperi, è un’impresa ai limiti delle possibilità umane.

Non riversargli addosso il campionario del turpiloquio italico, è un test durissimo, per chi ambisce ad essere tollerante e rispettoso…

Mi limito, quindi, ad osservare che Salvini riesce a far rimpiangere Umberto Bossi, il quale riusciva almeno ad essere originale.

Berluskaz e il Mafioso di Arcore erano due delle tante espressioni bossiane, colorite e perfino delicate…

La volgarità di Salvini, invece, è sempre di seconda mano.

E’ la rimasticazione del disgustoso bolo, passato dalla bocca di Marine Le Pen a quella di Trump, e finito nelle bavose cavità orali del leghista padano.

Prima i Francesi, prima gli Americani, prima gli Italiani.

Tutto qui.

Il “concetto”, che poi racchiude tutto un programma, non è molto complicato, tant’è che riesco a capirlo perfino io.

A Salvini, però, deve sembrare la vetta più alta toccata dal pensiero umano.

E quindi lo ripropone e lo spiega, tutti i giorni, attingendo dall’immenso serbatoio dei rifiuti verbali, dall’inesauribile deposito di rottami d’ingiurie, e dal giacimento più o meno sommerso dell’odio razziale.

Aspira a fare il Premier, il Capo, lo Chef…

A me sembra un modestissimo cuoco, dall’igiene improbabile, che si arrabatta nella cucina della sua osteria, per inventare qualcosa di nuovo.

E finisce per preparare sempre le stesse minestre, tutte dello stesso sapore, vomitevole.

Non vere pietanze, ma avanzi…

Ribolliture, rifritture, risciacquature di piatti.

Un’osteria da evitare!

 

 

 

 

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.