Fonte: facebook
di Corradino Mineo 31 luglio 2014
Nave senza nocchiero in gran tempesta. A metà mattina scatta la trappola perfetta. Un emendamento Candiani (Lega) che affida al nuovo Senato competenze anche su temi «eticamente sensibili», bio-testamento, matrimonio e diritti civili. La cosa avrebbe un senso se il Senato fosse la camera delle Garanzie, come auspicato dal disegno di legge Chiti: a Monte Citorio politica, bilancio e fiducia, a Palazzo Madama le difesa dell’equilibrio costituzionale e la cura dei diritti fondamentali del cittadini. Non ha invece nessun senso, se si propende, invece, per un Senato delle Autonomie, una specie di Camera delle Regioni.
Contrario all’emendamento il Governo (Boschi) e la relatrice Finocchiaro, favorevole l’altro relatore, Calderoli. Si vota a scrutinio segreto, perché si tratta di diritti, e questo dà sfogo al malumore di un’assemblea che ha finora votato e rivotato secondo ordini di scuderia, subendo pressioni anche scomposte. Contrari 147 senatori, 2 astenuti, 154 favorevoli.
Si scatena il putiferio. Lega e Movimento 5 Stelle che applaudono a scena aperta: per loro è la prova che in Senato il governo non ha la maggioranza dei cuori ma solo quella delle convenienze. Dai banchi del governo si accusa Forza Italia di tradimento. (Lo dirà, poco dopo, il senatore Carraro). Intanto twittatori compulsivi (Pina Piciorno e Nicodemo) inventano l’ahstag #laricaroicadei101. Osservo che non ha senso. Perché mai quelli che hanno affossato Prodi per scaricare Bersani e governare con la destra, ora dovrebbero colpire Renzi e il suo governo dei 1000 giorni?
Non finisce là. C’è infatti un Candiani 2. Con la scusa di una frase sulle “minoranze linguistiche”, l’emendamento propone di decidere a voto segreto se si debba ridurre da 630 a 500 il numero dei deputati. Voto segreto, mai! Lo dice il Pd e Luigi Zanda intima a Pietro Grasso di prendere provvedimenti. La prima ipotesi è di scomporre l’emendamento in due parti, per votare in modo palese sulla riduzione dei deputati, e lasciare la frase sulle minoranze linguistiche appesa al nulla. Ma, furbi, i 5 Stelle si sono fatti bocciare un’ipotesi di voto per parti separate. E respinto uno spezzatino, un secondo non lo si può proporre: parola del regolamento. Così, dopo due ore, Grasso è costretto a decidere per lo scrutinio palese, spiegando che il riferimento alle minoranze linguistiche è solo un pretesto. Lega e M5S stracciano il libro della Costituzione e glielo tirano dietro.
Ma ha un senso una siffatta conduzione dell’aula? Se avesse avuto ragione Renzi quando ha scritto “alcuni senatori perdono tempo per non perdere la poltrona”, allora certamente quei senatori non avrebbero buttato via, nel segreto del voto, ben 130 possibilità di farsi ricandidare. E poi, dopo la figuraccia sul Candiani 1, sarebbe stato addirittura più sensato chiedere un’altro voto segreto, per riscattare subito l’onore della maggioranza.
In ogni caso questa Riforma della Costituzione diventa sempre più chiaramente la riforma di Calderoli. Il governo avrebbe voluto ridurre le competenze delle Regioni, invece sono aumentate. Come è aumentato il peso e il numero delle leggi che faranno staffetta tra Camera e Senato. Il governo voleva in Senato i Governi delle regioni e delle Città metropolitane per tenerne a bada le pretese, avrà invece consiglieri e partiti locali in Senato che vorranno mettere il naso negli affari della nazione. Il tutto in una salsa sempre più federale e leghista.
Se Renzi ci avesse ascoltato, noi “dissidenti” a testa alta, se si fosse prestato a discutere del necessario equilibrio che serve per riformare la Costituzione, non saremmo al punto in cui siamo. Nè daremmo questo triste spettacolo di impotente decisionismo .