fonte :adnkronos.it – 22 luglio 2014
Mutilazioni genitali per tutte le donne del ‘califfato’. E’ l’ultimo ordine arrivato dal leader dei jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), Abu Bakr al-Baghdadi.
Zona tra Iraq e Siria – In un comunicato di cui Aki-Adnkronos International ha preso visione, l’Isil – che controlla ampie zone dell’Iraq e della Siria – annuncia che Baghdadi ha chiesto l’infibulazione per tutte le ragazze dell’autoproclamato califfato, a cavallo tra l’Iraq e la Siria.
La citazione di Maometto – Nel breve comunicato, i jihadisti affermano che la pratica è stata imposta dal profeta Maometto e riportano un elenco di suoi ‘hadith’ (i ‘detti’), che a loro dire contengono questo ordine.
Aleppo – Il comunicato risale ad alcuni giorni fa, è l’ennesimo che riguarda le donne dopo quello che impone il ‘jihad del sesso’ (vale a dire, concedere le ragazze vergini della propria famiglia ai jihadisti) e quello che impone la segregazione dei sessi nelle università. Mentre negli altri comunicati si faceva riferimento a Mosul, città irachena controllata dall’Isil, in quello sulle mutilazioni genitali si fa un esplicito riferimento ad Aleppo, nel nord della Siria.
“Una notizia agghiacciante”. Così Souad Sbai, giornalista e scrittrice italo-marocchina, commenta l’ordine di Abu Bakr al-Baghdadi di infibulare tutte le ragazze e le bambine presenti sul suolo iracheno al fine di allontanarle dalla prostituzione e dal peccato. Secondo la Sbai, che cita fonti di stampa arabe, “almeno 28 ragazzine hanno già patito questa sorte nei giorni scorsi”.
Una notizia, dice la Sbai in un comunicato, “che rivela ancora una volta quanto pericoloso sia, nella sua follia, questo personaggio a cui l’Occidente continua colpevolmente a lasciare mano libera”.
Crimine contro l’umanità – “Dopo le lapidazioni di due donne, ora la orrenda e disumana volontà di infibulare tutte le donne irachene. In Europa nessuno ha notizia di questo – conclude – ma i media arabi e le associazioni di donne arabe ne parlano in maniera preoccupata: la comunità internazionale non può rimanere a guardare, nell’attesa che si compia questo crimine orrendo contro l’umanità”.