Pepe Escobar – Il kabuki di Istanbul – decodificato. Il gioco finale è chiaro: gli Stati Uniti perdono l’intera massa terrestre eurasiatica. L’Ucraina, sotto questi immensi imperativi geopolitici, è solo una pedina priva di sovranità nel (Grande) circo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pepe Escobar
Fonte: strategic-culture.su

Pepe Escobar – Il kabuki di Istanbul – decodificato.

Il gioco finale è chiaro: gli Stati Uniti perdono l’intera massa terrestre eurasiatica. L’Ucraina, sotto questi immensi imperativi geopolitici, è solo una pedina priva di sovranità nel (Grande) circo

Il Presidente Putin ha davvero cambiato le carte in tavola proponendo la ripresa dei negoziati sulla guerra per procura in Ucraina a Istanbul – più di tre anni dopo che i primi erano stati stroncati dalla NATO?

È complicato. E dipende da quale “gioco” stiamo parlando.

Quello che la mossa russa ha immediatamente ottenuto è stato di gettare nello scompiglio più totale il Cocaine Express dei Tre Marmittoni guerrafondai europei (Starmer, il cancelliere BlackRock, Le Petit Roi).

L’irrilevante Europa non era nemmeno presente al tavolo di Istanbul – se non attraverso un’ampia informazione precedente della delegazione ucraina squallida, vestita in modo indecoroso. A ciò si è aggiunta la rumorosa minaccia abbaiata a margine, invocando “più sanzioni” per “fare pressione sulla Russia”.

Nel marzo 2022 a Istanbul, Kiev avrebbe potuto fermare la guerra. Ognuno di noi che si trovava a Istanbul in quel momento poteva prevedere che alla fine Kiev sarebbe stata costretta a sedersi di nuovo al tavolo.

Quindi, in sostanza, siamo tornati allo stesso negoziato – con lo stesso negoziatore russo di punta, il competente storico Vladimir Medinsky, a capo di una delegazione composta da professionisti, ma con l’Ucraina che ora si trova ad affrontare oltre un milione di morti; privata di almeno quattro regioni – altre in arrivo; ciò che resta delle sue ricchezze minerarie de facto controllato dagli Stati Uniti; e un orrendo buco nero che passa per “economia”. Stiamo parlando del territorio del Paese 404.

Durante i negoziati di venerdì, Medinsky è andato dritto al punto:

“Non vogliamo la guerra, ma siamo pronti a combattere per un anno, due, tre, tutto il tempo necessario. Abbiamo combattuto con la Svezia per 21 anni [la Grande Guerra del Nord, 1700-1721, come è conosciuta in Russia]. Per quanto tempo siete pronti voi a combattere?”

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