Fonte: Striscia Rossa
Sfida in Abruzzo, da destra spunta il treno dei desideri per scongiurare l’esito sardo
L’Abruzzo, al voto per rinnovare il Consiglio regionale, guarda alla Sardegna con una sorta di strabismo. La destra di governo con apprensione, l’opposizione del campo largo, con la speranza che arriva da Alessandra Todde, la donna che ha sconfitto il drago del trio Meloni-Salvini-Tajani. La prima donna che rompe un retaggio secolare, in una Regione dal cuore antico e dalla pancia commerciale, vedi le coste devastate da una malintesa modernità. Ma il miracolo sardo ha un doppio effetto nel Continente della politica. C’è chi prega per un contagio e chi teme l’epidemia. Marco Marsilio, del circolo dei Fratelli romani, figlio di padre abruzzese, uomo di osservanza meloniana già da prima del FdI, presidente in carica della Regione, noto per aver circondato l’Abruzzo da tre mari, una gaffe dovuta forse a qualche stravizio inconfessato. Dato per vincente di una spanna, guarda con preoccupazione i Fratelli sardi, battuti sul filo di lana dalla donna che ha trascinato il centrosinistra alla vittoria.
Suo avversario in campo, il prof di chiara fama, Luciano D’Amico, già rettore dell’ Ateneo dì Teramo, e che ha dimostrato qualità di manager in incarichi nel servizio pubblico. L’uomo si è caricata in spalla una partita che, fino al fenomeno sardo, assomigliava a una sconfitta sicura, a un sacrificio umano, ma che da giorni induce all’ottimismo, in mano stretto un pezzo di ferro, anzi di acciaio.
Il treno dei desideri
La circostanza ha aperto gli occhi al mondo melonian-leghista, che si è precipitato ad aprire la cassaforte per spargere sull’Abruzzo acqua santa miracolosa. Dicensi 720 milioni di euro, mica pizzi e fichi, destinati al raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara. Colpo di teatro, inconsapevole artefice Todde, che ha mescolato le carte, anzi ha rovesciato il piatto. L’annuncio del “dono” con comunicati disgiunti: uno della Meloni, uno di Salvini. Tajani segue il corteo in silenzio. Nota a margine: Salvini e la sua band, non più di un mese fa, aveva decretato la fine delle speranze ferroviarie degli abruzzesi, sulle note di amici non c’è una lira. Ma in un batter di ciglia, le secche casse dello Stato hanno partorito 720 milioni di euro, altro che lire e centesimi.
Campanello di allarme per sondaggisti e veggenti con palla di vetro. L’ Abruzzo con i suoi pastori comincia a sentire odore di pecora sarda. Servono Rottweiler per contenere il gregge sul sentiero giusto, avanti a destra. Va bene anche un bluff. E a un bluff somigliano i 720 milioni evasi dalla manica del governo per tenere a bada gli indecisi, e anche i creduloni. Ma la vittoria già in tasca a Marsilio comincia a scricchiolare, e il governatore teme che vadano in fumo pure le sue opere capitali, vedi un omaggio milionario al Napoli del pallone, che fa la cortesia di allenarsi a Castel di Sangro, patria acquisita di Gabriele Gravina, presidente della Federazione nazionale Gioco calcio.
Sicché la spinta del fenomeno Todde ridà fiato e coraggio al prof D’Amico, che si è caricata in spalla la croce di riportare l’Abruzzo ai valori di un tempo, oggi appannati. Ai valori che, durante la Resistenza al fascismo, videro in prima fila la Brigata Majella, nei ranghi l’ufficiale Carlo Azelio Ciampi. La Memoria aiuta a chiarirsi le idee.
La Domenica 10 marzo è lontana una spanna. Domani comincia l’ultima settimana di passione politica e umana. I sondaggi per il centrosinistra unito, compresi Calenda e Renzi, hanno ripreso fiato. La destra dei Fratelli, di Salvini e di Tajani, ha tappezzato le città, i paesi e i villaggi, di promesse che non costano nulla, compreso il treno dei desideri che dei pensieri all’incontrario va.
Antonio Fraschilla,Michele Bocci per “la Repubblica” – Estratti
Sulla sanità in Abruzzo negli ultimi cinque anni si è giocata una lotta fratricida tra Lega e Fratelli d’Italia. Una lotta di potere e di poltrone – per lottizzare ogni angolo di un settore che muove oltre due miliardi e mezzo di euro di spesa all’anno, tra pubblico e privato accreditato – che proprio ora, alla vigilia del voto, giunge alla resa dei conti finale. Il tutto avviene in una Regione che a parte l’agricoltura e un po’ di manifatturiero non offre altra economia diffusa.
Il risultato di questa lotta non solo ha peggiorato un servizio che già non brillava, spingendo sempre più cittadini ad andare a farsi curare in altre Regioni: ma rischia anche di costare carissimo al governatore uscente e grande amico di Giorgia Meloni, Marco Marsilio.
Sondaggi alla mano, per gli abruzzesi il problema più sentito, ancora di più del lavoro in un territorio che vede sempre più over 50 tra i residenti e giovani in fuga, è la sanità. Peccato però che in questi anni manager e anche figure sanitarie di vertice siano stati nominati all’interno di liste ristrette e composte da nomi legati alla politica locale, senza alcuna apertura al meglio che offre il Paese.
«Consociativismo di bassa lega », sintetizza un primario abruzzese. Un metodo, cioè, che non permettere all’assistenza di migliorare, e così sono aumentati i viaggi della speranza ed è diminuita l’offerta sanitaria pubblica sul territorio, a vantaggio dei privati.
L’Abruzzo, tra l’altro, è la Regione che ha subito il più grande attacco hacker a un sistema sanitario, che ha bloccato a lungo le attività e costretto il personale a rispolverare carta e penna, salvo scoprire che in alcune di queste semplicemente non erano stati aggiornati i software: esempio lampante di una gestione che fa acqua da tutte la parti. Eppure per Fratelli d’Italia la sanità conta talmente tanto da “scippare” alla Lega proprio l’assessora al ramo nella giunta Marsilio: il mese scorso, a ridosso del voto, Nicoletta Verì ha lasciato Salvini per abbracciare Meloni, anche se non ufficialmente.
Sei giorni fa ha lanciato a Pescara la sua campagna elettorale da candidata nella lista Marsilio Presidente animata da Fratelli d’Italia, il partito del governatore uscente. La sanità è un settore che conta e dopo cinque anni di gestione adesso si vedrà alle urne quanto vale il lavoro dell’assessora che non porterà più i suoi consensi alla Lega. Ma in casa Fratelli d’Italia si punta molto anche sui consensi dell’assessore al Bilancio, che è un noto chirurgo che lavora per la clinica privata “Immacolata” di Celano, Mario Quaglieri.
La sanità è potere, voti, ma anche il tallone d’Achille per la giunta Marsilio: «In questo comparto troverà la sconfitta al voto – dice il senatore del Pd Michele Fina – perché secondo un nostro sondaggio recente è il problema più sentito tra gli abruzzesi, perché il sistema non funziona e il governatore in questi anni ha peggiorato le cose. Qualche esempio? Nelle aree interne le ambulanze del 118 non hanno medici e in alcune province come Rieti sono crollate le prestazioni sanitarie segnando in media un meno trenta per cento».
I primi problemi della sanità sono economici. L’Abruzzo è una delle Regioni finite in piano di rientro
MARSILIO MELONIMATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI
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