Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Fonte: i gessetti di Sylos
Le giustificazioni dei neo liberisti sul “No”, ovvero quando “el tacon xe peso del buso”
La proposta di Letta, che abbiamo commentato nel precedente “gessetto”, ha suscitato, come era prevedibile, una reazione della destra neo liberista che ha subito alzato un muro di sbarramento contro la semplice ipotesi di toccare le aliquote dell’imposta di successione. La maggior parte delle reazioni è stata generica sulle tasse che non si devono aumentare, con le connesse accuse che il Pd sarebbe il partito delle tasse; il merito particolare della proposta non è stato neanche preso in considerazione. Chi si è dato carico di dare una giustificazione più argomentata, diremmo ideologica, è stato Carlo Nordio, un ex magistrato con simpatie di centro destra (della serie “la magistratura è in mano alla sinistra”), in un articolo su il Messaggero del 23 maggio.
In questo articolo l’autore indica quattro motivi per cui quell’imposta sarebbe ingiusta, eccoli:
– “La prima è che questi cespiti, se ottenuti e detenuti ‘in bianco’ sono già stati tassati pesantemente e ripetutamente all’origine. Se poi sono in nero, sfuggono comunque all’accertamento tributario.”
– “La seconda è che il risparmio, anima e motore dell’economia, è incentivato anche dalla prospettiva che alla fine quello che non hai investito andrà ai tuoi eredi, proiezioni morali e affettive della tua precaria individualità. Lasciare che lo Stato se ne appropri di una solida fetta significa indurre alla sfiducia e allo sperpero.”
– “La terza è che i veri ricchi questo problema nemmeno se lo pongono, perché hanno messo al sicuro i loro cospicui patrimoni nei cosiddetti paradisi fiscali, attraverso costituzioni di trust e di altre diavolerie che sfuggono a ogni controllo.”
– “La quarta è che quando lo Stato dà l’impressione di voler punire il denaro, ‘sterco del diavolo’, questo Mefistofele si sottrae abilmente, come Proteo dalle mani di chi voleva farlo vaticinare per forza.”
Vediamoli bene uno per uno, visto che costituiscono il credo ideologico dei nemici dell’imposta di successione (quindi nemici di tutto il mondo, visto che ovunque la tassazione è di molto superiore a quella italiana):
1) Il primo motivo è una specie di sofisma. Cosa vuol dire che si tratta di ricchezza già tassata, che non deve più subire altra tassazione? Ma allora non dovremmo pagare neanche l’Iva quando andiamo a far la spesa, o l’imposta di registro quando compriamo una casa, visto che gli acquisti li facciamo con redditi già tassati. Si tratta di indici differenti di “capacità contributiva” che vanno tassati quando si manifestano. Oltre tutto nella successione l’arricchimento è in capo a un soggetto diverso da chi in origine è stato tassato. Se fosse vero questo principio quante tasse non si dovrebbero pagare?! La questione del “nero” è ancora più incomprensibile perché, anche in questo caso e applicando lo stesso concetto, siccome ci sono redditi in nero non dovremmo tassare neanche quelli in “bianco” (salari, pensioni, profitti ecc.);
2) Che dire dell’idea di uno “stato” che si “appropria” della tua ricchezza? Mi sembra di sentire Berlusconi. A certe persone non passa minimamente per la testa che dietro l’entità giuridica “Stato” vi è una collettività, un popolo. Nordio, quando era magistrato, dovrebbe ricordarselo, esercitava i suoi poteri in “nome del popolo italiano” non in nome di un mostro “stato” che divora la ricchezza dei propri figli. E che dire dell’alternativa tra “pagare imposte” o “sperperare”. Cioè il ricco pur di non pagare le imposte andrebbe ogni sera al casinò? Oltre tutto pur di non dare quel 20% allo stato toglierebbe il restante 80% agli eredi …???
Quanto poi, e sia detto en passant, al risparmio che sarebbe “anima e motore dell’economia” ci sarebbe tanto da dire e da precisare, ma questa non è la sede giusta;
3) Sul fatto che i contribuenti disonesti nasconderebbero le loro ricchezze abbiamo già risposto al punto 1: non è motivo sufficiente per non tassare nessuno. Piuttosto combattiamo gli evasori;
4) Che dire poi dell’idea che ogni tanto viene divulgata dalla destra, che per lo stato democratico il denaro sarebbe “sterco del diavolo”. Forse lo sarà per lo stato “etico” o “religioso” che avrà in mente Nordio ma non ci pare sia affatto la situazione attuale nel mondo democratico occidentale. Mi sembra di ascoltare lo stesso slogan di qualche anno fa secondo il quale chi avversava Berlusconi lo faceva per “invidia”.
Insomma, dopo aver letto le “motivazioni” che sarebbero alla base della contrarietà all’imposta di successione mi sono ancora di più convinto dell’opportunità di un suo aumento.