Tsipras a Cernobbio: “Nel ventre della bestia capitalista”

per Gian Franco Ferraris
Fonte: facebook

 intervento di Alexis Tsipras al forum di Cernobbio – 07 settembre 2014

Cari amici,

Vorrei iniziare il mio intervento, riconoscendo che l’invito che mi avete inviato si basa su due motivi. La prima ragione è che sapete che vi presenterò  una visione diversa, forse eretica, diranno molti, una valutazione critica della politica attuale, della politica dominante nella UE. La seconda ragione è perché rappresento un partito in Grecia, il paese nel quale attraverso la troika si è applicato il programma più violento di aggiustamento mai realizzato in Europa. Ho sentito poco fa il signor Barroso, quasi in tono di scusa, dire che non si vergogna dei risultati dei nostri sforzi per uscire dalla crisi. Non so se qualcuno dovrebbe in realtà vergognarsi, ma certamente non può festeggiare o essere orgoglioso di questi risultati.

Quindi voglio iniziare con una premessa. La crisi è ancora qui. E non solo la crisi è ancora qui, ma ricade, crea metastasi. Da cinque anni lottiamo contro la crisi, ma non siamo riusciti a scappare da lei. La crisi se ne è andata dalle banche, è passata all’economia reale e dall’economia reale è passata ormai nella società, minaccia la coesione sociale, e l’Europa si trova di fronte ad una triplice crisi. Crisi politica, economica, ma anche crisi del sistema politico, crisi di fiducia. Ciò è dimostrato dai risultati delle elezioni europee, questo dimostra il fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini europei non crede che noi che stiamo discutendo qui possiamo dare una soluzione efficace ai problemi che devono affrontare, e voltano le spalle alla politica. Questo si manifesta con l’aumento minaccioso dell’estrema destra populista, ma anche con l’ascesa minacciosa di anti-europeismo.

Se oggi “un fantasma si aggira per l’Europa” non è quello del comunismo, come diceva Marx nel Manifesto Comunista, ma il populismo dell’estrema destra anti-europeista, è il fantasma dell’euroscetticismo e dell’anti-europeismo.

Permettetemi di offrire brevemente alcuni dati per comprovare il fallimento del programma in Grecia. In soli quattro anni abbiamo avuto un calo del PIL di quasi un quarto (1/4) , una cosa senza precedenti per un paese in tempo di pace. La disoccupazione ufficiale è arrivata al 28%, il che è inaccettabile per un paese nel cuore dell’Europa, e abbiamo un debito pubblico che, dal 126% del PIL, oggi è al 175% e aumenta ancora. E abbiamo anche una vasta quantità di disinvestimenti. Quindi penso che, partendo dal presupposto che la cura che è stata data al paziente ha aggravato la malattia, dobbiamo essere tutti d’accordo che questa cura debba essere interrotta. E penso che giustamente la maggioranza dei cittadini in Europa dice che la troika, come istituzione che è stata imposta nel quadro istituzionale europeo, deve essere abolita.

Quindi penso che abbiamo bisogno di cambiare strategia, nessuno dice – almeno noi non lo diciamo – che dovremmo tornare ai tempi dei grandi deficit. Ma la insistenza per seguire questa strada, con dedizione dogmatica e religiosa, non porta da nessuna parte.

In primo luogo, molto semplicemente, perché nessun paese nella storia economica moderna può far fronte ad un debito che si avvicina al doppio del suo PIL, un PIL che si sta riducendo di continuo, dal momento che questo paese deve pagare ogni anno oltre 10 miliardi per interessi, ed è tenuto ad avere surplus del 4,5% che deve andare al pagamento del debito. Semplicemente, in modo matematico, con questi dati lo sviluppo non verrà mai. E senza crescita non emergerà dalla crisi. Anche se – e anche noi – crediamo che vi sia ricchezza, soprattutto in Grecia, che ultimi anni è rimasta intatta, e questa ricchezza deve essere tassata, e siamo in grado di trovare così le risorse, però, dobbiamo avere la percezione che abbiamo bisogno di generare nuova ricchezza per uscire dalla crisi. E senza crescita non si produce ricchezza.

In secondo luogo, il programma di privatizzazioni, che si supponeva che era uno degli strumento per uscire dalla crisi, non può funzionare in condizioni di disinvestimenti e svalutazione dei valori. Calcolavano di recuperare 50 miliardi dalle privatizzazioni, abbiamo trovato 2,9 miliardi e nel migliore dei casi, se il programma andrà avanti, troveremo 9 miliardi.

In terzo luogo, le riforme strutturali. Le riforme strutturali sono in direzione opposta delle necessarie riforme strutturali. Non affrontiamo le grandi patologie dell’economia greca: l’evasione fiscale, lo stato clientelare. Con dedizione dogmatica promuovono riforme che hanno a che fare con la liberalizzazione dei licenziamenti, in un’economia che ha quasi il 30% di disoccupazione. Credo che ci siano molte opportunità nel quadro europeo, ma non all’interno della dogmatica adesione alla logica dell’ austerità, non al contesto della troika.

La troika ha fallito, deve essere fermata. Esistono altre soluzioni. Qui voglio ricordare questo, nel giugno 2012, il signor Monti ha proposto che la ricapitalizzazione delle banche doveva essere fatta direttamente dal ESM, senza gravare il debito pubblico. Con questa proposta, se fosse stata seguita, le cose sarebbero andate meglio.

Così oggi, siamo di fronte ad una realtà che è caratterizzata dalla stagnazione, dal rischio di deflazione, dalla continuazione dei grandi debiti pubblici e privati​​. Per affrontare questa realtà abbiamo bisogno:

  • In primo luogo, una politica coraggiosa della BCE di QE. Le proposte di Draghi sono per noi in una direzione positiva, ma servono interventi molto più radicali per affrontare il problema.
  • In secondo luogo, abbiamo bisogno di iniziative di sviluppo a livello comunitario per affrontare la recessione, espandendo il ruolo della Banca Europea per gli Investimenti.
  • In terzo luogo, dobbiamo risolvere – dovevamo averlo risolto ieri, anni fa, quando iniziò la crisi – il problema del debito. Noi proponiamo una soluzione europea, per trovare una base sostenibile, nella logica della mutualità, nella logica della conferenza del 1953 che ha affrontato il debito della Germania, che è stato un grande momento di solidarietà per l’Europa. Dobbiamo riscoprire questi valori fondanti dell’Europa. La solidarietà, la democrazia, la coesione sociale.
  • cavallibluuuu

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3 commenti dal gruppo facebook “Da sinistra per Bersani”:

   Una domanda: quale valore e forza dirompente può avere la presenza di Tsipras a Cernobbio nel momento in cui si è appena visto il primo presidente del consiglio italiano, da vent’anni a questa parte, decidere invece di non recarvisi? Il liberista Renzi ha dato un segnale di autonomia della politica. Tsipras con questa partecipazione propone invece un’immagine quindi molto più debole.(Riccardo Paccosi)

    Renzi non e’ andato perche’ non avrebbe saputo che dire ( subalterno). Tsipras e’ andato, ha parlato dicendo quello che pensa, ha mangiato a scrocco, e’ andato via con una cartellina, la biro, un block notes e il badge appeso a quelle cordicelle che poi puoi utilizzare come portachiavi. In altri termini, gli ha pisciato in testa (Massimo di Mascio)

    RENZI NON HA DATO NESSUN SEGNALE DI AUTONOMIA DELLA POLITICA. PENSARE PRIMA DI SCRIVERE E’ UTILE (ANCHE SE NON SEMPRE). NON E’ ANDATO PER DUE OTTIME RAGIONI. NON SI VOLEVA PRENDERE PESCI IN FACCIA DAGLI IMPRENDITORI E NON VOLEVA SBILANCIARSI. SE ANDAVA GLI AVREBBERO CHIESTO DELL’ART 18 E ALTRE FREGNACCE, TIPO SALARI, CRESCITA E OCCUPAZIONE E NON VOLEVA DISPIACERE NE’ AGLI IMPRENDITORI NE’ A TUTTI QUELLI CHE NEL PD SI VOGLIONO CONTINUARE A ILLUDERE CHE STANNO IN UN PARTITO DI SINISTRA. HA BISOGNO DI LORO, E NON VUOLE DISILLIDERLI. I TWEET SONO MOLTO MENO IMPEGNATIVI DI UN DISCORSO. PER QUELLO NON CI E’ ANDATO….CHI HA QUALCOSA DA DIRE VA, E L’AUTONOMIA DELLA POLITICA CONSISTE PROPRIO NEL DIRE QUELLO CHE SI HA DA DIRE FOTTENDOSENE DELLE REAZIONI, NON FUGGENDO. QUESTA E’ POLITICA VECCHIA CHE PIU’ VECCHIA NON SI PUO’. (Gabriele Pastrello)

    Dicendo autonomia della politica intendo che Renzi è ultraliberista ma, ciò malgrado, si sta scontrando con una parte dell’èlite economica. E questo per ammissione esplicita degli esponenti di quest’ultima, da Scalfari a De Bortoli a Marchionne. Ma a parte questo, riesci a contestare un’affermazione senza infiorettare, continuamente, con inutili incisi offensivi tipo “pensare prima di scrivere”? Fino ad ora non ti ho risposto per le rime, ma a un certo punto potrei pure perdere la pazienza. (Riccardo Paccosi)

    COME DICEVO SOPRA PENSARE PRIMA DI SCRIVERE AIUTA. SI DICE CHE QUALCUNO ‘SI SCONTRA’ SE PROPONE QUALCOSA CHE SI CONTRAPPONE A UN ALTRO. NON C’E NULLA NELLE PROPOSTE DI RENZI CHE LO FACCIA. ORA E’ VERO CHE DAL MONDO IMPRENDITORIALE (E ANCHE DA SETTORI DI STAMPA, IMPORTANTI) VENGONO CRITICHE. MA NON PER QUELLO CHE FA O O PROPONE CHE GIUSTIFICHEREBBE LA PAROLA ‘SCONTRARSI’ USATA TROPPO SUPERFICIALMENTE CON INTENZIONI ADULATORIE. I POTERI FORTI SONO IMBUFALITI CON RENZI PER QUELLO CHE ‘NON’ FA E PERCHE’ AVVERTONO DI ESSERSI MESSI NELLE MANI DI UN GOVERNO INCOMPETENTE (LA MADIA CHE DEVE CANCELLARE UN PEZZO DEL PROVVEDIMENTO PERCHE’ NON SAPEVA CHE LA MATERIE ERA GIA’ REGOLATA DA ALTRE LEGGI, AD ESEMPIO). GLI AVEVA PROMESSO SI DI LIBERARLI ANCHE DEL RICORDO DELLA SINISTRA STORICA. MA CERCA DI FARLO A RISCHIO DEL NAUFRAGIO DEL PAESE. E QUESTO NON GLI VA. AVEVA PROMESSO UN FACILE RILANCIO DEI CONSUMI E NON L’HA FATTO. CON GLI 80 EURO HA OTTENUTO UN RISULTATO ELETTORALE PER SE, MA DI RILANCIO NON SI VEDE L’OMBRA, E CON UNA FINANZIARIA DI ALMENO 20 MILIARDI SI PROFILA DI NUOVO RECESSIONE. ERA ANDATO IN EUROPA CON UN BEL RISULTATO, E COSA HA PORTATO A CASA? UN QUALCHE COMMISSARIO PESANTE CHE FA ARRIVARE IN ITALIA FINANZIAMENTI? (CHE E’ QUELLO CHE INTERESSA ALLE IMPRESE). HA FATTO UN CASINO DI MATTI PER PORTARE A CASA IL NULLA: UNA CARICA MAGNILOQUENTE CHE TUTTI SANNO CHE NON CONTA NULLA DATA A UNA DECORATIVA INESPERTA CHE QUELLO CHE FA E’ SOLO ALLINEARSI CON LA CAMPAGNA ANTI-RUSSIA. MA NON C’E’ MICA BISOGNO DI BERLUSCONI PERCHE’ GLI INDUSTRIALI SAPPIANO CHE QUESTO VUOL DIRE BLOCCO DELLE ESPORTAZIONE ITALIANE IN RUSSIA, CON DANNI INCALCOLABILI, E RISCHIO PER LE GRANDI INZIATIVE ENERGETICHE ITALIANE (SOUTH STREAM CHE DOVREMMO REALIZZARE NOI) CON DANNI PER L’INDOTTO. E TUTTO PERCHE’ GLI SCIOCCHI POSSANO ESULTARE E DIRE: ABBIAMO IL MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO. SAI COSA GLIE NE FREGA AGLI INDUSTRIALI. ECCO PERCHE’ ATTACCANO RENZI. PERCHE’ NON FA QUELLO CHE HA PROMESSO E STA DIMOSTRANDO PERICOLOSAMENTE DI NON ESSERE IN GRADO DI FARE NULLA. E STA FACENDO INCAZZARE I SINDACATI (QUELLI SI) CHE GLI MINACCIANO GLI SCIOPERI. E CHI LI PAGA GLI SCIOPERI, MICA RENZI. GLI INDUSTRIALI. E’ PER INCAPACITA’ CHE LO CRITICANO MICA PER OSTILITA’ POLITICA.  (Gabriele Pastrello)  

  • cav
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