Un antico proverbio sardo recita “Su burriccu sardu si coddara una borta scetti”. E cioè “L’asino sardo si fotte una sola volta” Ed infatti, se si cerca di fotterlo nuovamente, l’asino sardo comincia a scalciare, ad agitarsi furiosamente, per non soggiacere più…
E’ quello che avevano annunciato di voler fare Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio.
Dopo la prima fregatura entrambi avevano affermato: mai più con chi vuole fregarci una seconda volta!
Io mi ero persino entusiasmato, convinto che finalmente l’avessero capita.
Speravo di vedere il segretario del PD presentarsi in TV e mordersi le mani, e Di Maio in diretta streaming darsi i pugni in testa ed esclamare “ma quanto siamo stati stupidi a fidarci!”
Mi aspettavo qualche manifestazione di rimorso e di pentimento, perché è segno di onestà provare vergogna anche della propria grullaggine.
Aver valutato male le persone, essersi fatti ingannare dalle apparenze e trascinare in una trappola, aver accettato il gioco di un baro e creduto al ravvedimento di un furfante, dovrebbe indurre i leader dei partiti che ci governano a presentarci le loro scuse, e compiere pubblici atti di contrizione…
Ma non illudiamoci, perché in Italia non piangono più neppure i coccodrilli.
Tranne qualche lodevole eccezione, passato il bruciore iniziale, nessuno riconosce più d’aver preso una colossale cantonata, e quindi nessuno se ne vergogna.
Tutti sono pronti a ricominciare, come se nulla fosse successo, uniti solo dalla paura. Paura delle elezioni, paura di se stessi.
Un tempo avrebbero detto che ce lo chiede l’Europa, oggi dicono che ce lo chiede la pandemia, la crisi economica e la crisi sociale.
Crisi che non sfiorano minimamente il fottitore, ma investono in pieno soltanto i fottuti.
I quali a testa alta orgogliosamente annunciano: siamo stati cretini ieri e siamo pronti ad esserlo anche domani!
Il Savoia e il Saudita possono stare tranquilli e continuare a fidarsi, del fottitore.
