ALLA FIERA DELLA MORTE
Ho letto, in ritardo, su Internazionale 1550 del 16 febbraio 2024 pag. 14 un importante articolo a firma di Alice Rohrwacher, nel quale racconta la sua audacia di travestirsi per poter assistere a Londra al più grande mercato europeo delle armi. È riuscita a entrare con un pass segreto, quale spia in piena regola, senza mai tradirsi di fronte alla manifestazione di pacifisti, passando imperturbabile i varchi presidiati. Qui ha resistito l’impulso di spogliarsi del travestimento e gridare anche lei la verità, ma si è frenata, fedele alla sua missione. Fino a trovarsi al cospetto dei mercanti di armi in carne ed ossa, ovvero, impiegati in giacca e cravatta, col tablet e le valigette. Niente muscoli, tatuaggi o guerrieri feroci, solo impiegati di un commercio come un altro, protetti da guardie armate. Nei capannoni allestiti a tale scopo, questi mercanti salivano sulle ultime versioni di carri armati, illustravano pregi e prestazioni dell’ultimo modello di drone, provavano mitragliatrici. Efficienti ed anonimi, tessevano l’elogio delle cabine con la realtà aumentata dove si potevano far fuori i finti nemici apparsi sullo schermo, o facevano ascoltare i test di stress dove si cerca di allenare i futuri combattenti ai pianti dei neonati in sottofondo, ed altre amenità macabre del genere. Una volta guadagnata l’uscita, ha potuto soffermare il suo sguardo sui tanti ometti che tornano a casa dal lavoro, dopo aver venduto i semi della morte. Niente di più normale e banale, diremmo, se la frase non fosse abusata dai tanti esempi.
FILOTEO NICOLINI
Foto: Un bambino ucciso dai bombardamenti a Rafah, 12 febbraio 2024