Crisanti: “Riaperture senza criterio, colpa non è dei ragazzi, ma dei fini politici” – Scontro Crisanti/Zaia

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Marco Bonet
Fonte: AdnKronos, Corriere della Sera

da AdnKronos

“È una polemica a senso unico. Io l’ho ignorata fino all’ultimo, ma quando vengono dette delle bugie a fini politici, con sprezzo di tutte le sofferenze e dei morti, devo rispondere perché sono indignato. Si vuole riscrivere la narrativa per accaparrarsi un dividendo politico”. Così intervistato da Il Fatto Quotidiano Andrea Crisanti, professore di Microbiologia a Padova, sulla polemica con la Regione Veneto in merito ai tamponi. “Se in Veneto – spiega quindi Crisanti – esisteva un piano regionale sui tamponi al 31 gennaio allora mi devono spiegare come mai l’11 febbraio il direttore della Sanità regionale mi ha minacciato di danno erariale perché cercavo di intercettare gli asintomatici che venivano in Italia. Sia chiaro che se non fossi stato fermato, probabilmente le prime infezioni le avremmo intercettate e l’epidemia avrebbe avuto un corso completamente diverso. Chi ha scritto quelle lettere ha una responsabilità precisa. Mi indigna che queste persone tentino di riscrivere la storia”.

Abbiamo riaperto quasi tutto, c’è un sacco di gente in giro: “Ci sono meno persone infette, c’è l’uso delle mascherine, la cautela di evitare assembramenti in spazi chiusi. Ma purtroppo – rimarca – queste riaperture sono state fatte senza analisi di rischio. Non siamo in grado di prevedere nulla. Bisognava cercare di capire esattamente quanti sono i casi reali, facendo emergere tutto il sommerso, tutte le persone che telefonano perché stanno male a casa. E invece siamo in mano a guanti, mascherine e bel tempo”. Inoltre, osserva Crisanti, “non condivido tutta questa esecrazione dei ragazzi che non osservano le disposizioni. Sono vittime di messaggi assolutamente incoerenti: prima che le mascherine non servono, poi che devono essere marcate Ce, poi che possono andare anche senza il marchio e alla fine che van bene anche se te le fai da solo. Sulla riapertura delle frontiere, secondo Crisanti è “una follia. Senza nessun approccio per tracciare, controllare queste persone, verificare se sono infette rischiamo di mandare all’aria tutto il lavoro fatto finora. Lo trovo veramente irresponsabile”.

Coronavirus Veneto, scontro sui meriti. Zaia elogia la dirigente Russo. Crisanti: «Vogliono riscrivere la storia»

Marco Bonet su Il Corriere della Sera

Ora che l’ emergenza è passata, e l’ attenzione è sulla fase 2, nel Veneto portato da molti a modello nella gestione dell’ epidemia esplode una lite clamorosa nella squadra capitanata da Luca Zaia (che proprio grazie ai risultati degli ultimi 3 mesi rivaleggia col premier Conte nei consensi).
Motivo del contendere, il ruolo di Andrea Crisanti, il professore atterrato a Padova dall’ Imperial College di Londra e diventato agli occhi dell’ opinione pubblica «l’ uomo dei tamponi», la mente del massiccio piano di tracciamento dei contagi che contro i pareri di Oms e Iss ha permesso al Veneto di contenere il numero delle vittime rispetto a Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte.
L’ interesse di giornali e tv nei confronti di Crisanti è cresciuto vertiginosamente, anche per via del suo carattere originale, ma ora che le acque si sono calmate, Zaia ha deciso di ristabilire quelli che a suo dire sono «ruoli, meriti e responsabilità». L’ aveva già fatto 10 giorni fa, spiegando che soltanto lui aveva deciso di chiudere Vo’ alla scoperta dei primi contagi, ordinato di fare i tamponi e isolare i casi sospetti. Era il 21 febbraio e solo il 3 marzo «Crisanti mi chiamò per propormi uno studio specifico su Vo’».
Una ricostruzione confermata dal sindaco di Vo’, Giuliano Martini. Zaia aveva poi enfatizzato il ruolo di Francesca Russo, direttore del Dipartimento di prevenzione della Regione, sconosciuta ai più sebbene, a detta del governatore, «la vera madre del “modello Veneto”».
Dopo altre incomprensioni (quando Zaia sostenne che il virus «perdeva forza», Crisanti lo rimbrottò: «Non ha senso») venerdì il governatore ha voluto proprio Russo al suo fianco per smentire l’ annuncio del giorno prima di Crisanti e cioè che il Veneto aveva tagliato il traguardo del «contagio zero». «Non è così – ha detto Russo – attenzione ai messaggi che lanciamo». E di nuovo Zaia ne ha approfittato per elogiarla: «È insostituibile, la vera mente del nostro piano».
Il professore, stavolta, non l’ ha presa bene: «Vengono dati meriti a persone che non ne hanno, vogliono riscrivere la storia. L’ ufficio di Russo l’ 8 febbraio mi intimò di non fare più tamponi a chi tornava dalla Cina. Dire che lei aveva un piano è una baggianata». Russo ha definito «scorretto» l’ intervento del collega, gli ha chiesto di non mettere in dubbio la sua onestà e ha detto che Crisanti non aveva mai chiesto formalmente di eseguire i tamponi, «l’ ha detto alla stampa», per poi sostenere «di essere stato travisato e di volersi attenere alle linee guida nazionali». Che in quel momento non prevedevano «tamponi di massa».
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