Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Fino alla vittoria? Oppure fino alla fine di ogni umanità?
L’attacco israeliano a Gaza, il fatto che le bombe infieriscano in modo così orribile sul popolo palestinese, spiega molto bene in che senso e come vada interpretata la locuzione “fino alla vittoria” in questa nostra contemporaneità. Come una vittoria che arriverebbe quando tutto è distrutto e la popolazione è ridotta a brandelli. Vale anche per l’Ucraina, anche lì Zelensky spiega che si andrà “fino alla vittoria”, fino a quando, di fatto, le popolazioni ucraine più colpite dal conflitto saranno stremate.
Le nostre, non sono più guerre che si combattono per difendere la nazione, tutelare le popolazioni, respingere il nemico, ma solo per scatenare un diluvio di potenza bellica e finanziaria. Classi dirigenti che sfidano altre classi dirigenti, vertici dello Stato che si scontrano con i vertici di un altro Stato. Strategie belliche, tattiche di combattimento che non prevedono l’esistenza di popolazioni che ne subiscono gli effetti, se non in forma di pedine inermi. Voi direte: è sempre stato così. Certo, ma oggi è così ancora di più. Fino a gettare il mondo in un caos da cui non si salva nessuno, nemmeno quelli che giocano al risiko tirando i dati, mentre tutti gli altri fanno i carrarmatini colorati.