Il carovita e il partito di sinistra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il carovita e il partito di sinistra
Si insiste molto sui rischi per la democrazia (Costituzione, diritti civili, libertà) e si indica il governo Meloni come il massimo pericolo in questo senso. Era il principale monito, se ricorderete, durante la campagna elettorale. Ed è così, difatti: è giusto presidiare l’ordinamento democratico, difendendolo dal pericolo di una involuzione autoritaria. Pochi però avevano additato il rischio del carovita, pochi avevanno pensato a quest’altra eventualità. E invece. Oggi il governo Meloni sta mettendo a rischio la vita quotidiana di milioni di famiglie con un colpo a tenaglia: aumento dei prezzi, inflazione, carobenzina, carobollette da una parte, cancellazione delle tutele sociali e del welfare dall’altra (RDC, per dirne una). Il governo sta colpendo socialmente ed economicamente le famiglie italiane a partire, ovviamente, da quelle più disagiate, ancor prima di battere il pugno di ferro sulla Costituzione.
Non si tratta solo di un’emergenza indotta dalle vicende e dalle circostanze internazionali, no, è stata proprio una scelta ideologica, vorrei quasi dire di classe, contro i lavoratori, i poveri e i subalterni. La destra, anche quella che si traveste da social-popolare, rappresenta di fatto sempre le classi benestanti o ricche, e usa e manipola quelle più disagiate solo in termini demagogici. Così, mentre eravamo pronti a rintuzzare la Meloni sul piano delle libertà, ecco che il fronte è diventato subito sociale, ecco che la destra si è subito impegnata nel lavoro sporco della ramazza sociale, tanto per chiarire a tutti come stanno davvero le cose. E difatti i sondaggi segnalano come i primi mugugni popolari vengano proprio dalle preoccupazioni per il carovita. Normale che sia così. Prima di dare un colpo alla Costituzione, si deve dare un colpo al popolo, piegarne la resistenza.
Sarebbe dunque sbagliato, adesso, continuare a gridare alla Costituzione in pericolo, senza rappresentare adeguatamente il grido di dolore delle famiglie, dei lavoratori, dei disoccupati, di chi non arriva alla fine del mese. Non in termini strumentali o peggio demagogici, ma con tutta l’anima (diciamo così) e tutta la partecipazione possibile. È roba, questa, da partito che sente su di sé tutto il peso del dramma sociale. È roba da partito di sinistra, popolare, socialmente radicato. Ad avercelo un partito così.
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