Fonte: i pensieri di Protagora...
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Atlante sa che Prometeo si sta preoccupando soprattutto per la propria carriera: avere un fratello tra i nemici non è un bel biglietto da visita da presentare ai nuovi padroni. Comunque lo ascolta con pazienza: è sempre stato il più capace in queste cose.
A lui la politica non è mai interessata. Su questo Prometeo ha ragione. Ha chiesto di essere il re della Mauritania solo perché da queste catene montuose si vede benissimo il cielo. Per questo ha spostato la capitale in cima a questa montagna e si è fatto costruire qui il suo palazzo, con il grande osservatorio.
Lui è un astronomo, anzi lui ha inventato questa scienza. Prima gli dei e i mortali si limitavano a guardare il cielo stupiti, al massimo cantavano quei loro versi melensi rivolti alla luna. Si erano inventati tutte quelle storie sugli animali che si vedono in cielo: sciocchezze. Molti credono ancora che la terra sia piatta e che quelle luci là in cielo siano ferme e tutte alla stessa distanza. Lui invece le ha osservate e adesso sa come si muovono. E come si muoveranno. Non è che la cosa interessi molto ai mortali. Figurarsi agli dei, né ai vecchi né ai nuovi. Ma prima o poi dovranno imparare cosa succede sopra le loro teste.
Atlante fa questa domanda al quarto fratello più che altro per educazione. Epimeteo non è il più intelligente della famiglia.