La prima regola del pensare, la regola di tutte le regole, il codice di tutti i codici
Tesi.
Nel concetto di “una molteplicità di unità” o di “composizione” possiamo individuare la prima regola del pensare, una regola valida per tutti gli esseri pensanti, in tutti i tempi e in tutti i luoghi.
Osserviamo. Si può descrivere il concetto su indicato mediante la formula:
A + B = C
Con A e B è possibile indicare due qualsiasi unità e con C è possibile indicare la composizione (il gruppo, l’insieme) di A e B.
Rileveremo così che: pensando A+B pensiamo precisamente alla molteplicità di due unità; pensando C pensiamo ad un’unità composta da A e da B e quindi, ancora, alla molteplicità di due unità.
La formula in esame ci mostra poi:
- che A, B, C, sono pensate ciascuna come unità determinata;
- che risulta assolutamente impossibile pensare che C non sia composto da A e B dopo aver pensato A + B = C.
Osserviamo pertanto che il nostro pensare nel suo svolgersi segue necessariamente e invariabilmente due principi: il principio di determinazione (o determinatezza) e il principio di coerenza (non contraddizione).
Osserveremo in particolare che la formula in parola ci consente di vedere con la massima chiarezza come la prima regola del pensare risulti effettivamente sempre pensata per prima. Risulti cioè già pensata prima della formazione di qualsiasi pensiero intorno a qualsiasi cosa.
Si può rilevare facilmente infatti che per pensare A e B singolarmente e distintamente e come unità “determinate” è necessario pensare ciascuna di quelle unità anche come unità composta da propri elementi o unità componenti.
Si rileva pertanto che per pensare qualsiasi unità come determinata è necessario impiegare il concetto di composizione ossia il concetto di una molteplicità di unità, la prima regola del pensare: A + B = C.
Ancora più precisamente rileveremo che anche per pensare gli elementi (o unità componenti) di A e di B è ugualmente necessario aver pensato prima che anch’essi siano, a loro volta, unità composte da propri elementi, e lo stesso accadrà per pensare gli elementi che compongono tali elementi e gli elementi di questi ultimi e così via.
Dunque il pensare A+B=C risulta sempre pensato prima che si sia pensato intorno a: qualsiasi unità determinata; qualsiasi unità composta; qualsiasi molteplicità di unità; qualsiasi unità o cosa.
Rilevato quanto sopra, non sarà difficile rilevare che il concetto in esame contiene in se stesso come propri corollari le seguenti regole o principi che risultano comunemente accettati come fondamenti indubitabili di tutti quei discorsi che chiamiamo RAGIONAMENTI:
- se A è uguale a B e B è uguale a C allora A è uguale a C;
- se A contiene B e B contiene C allora A contiene C;
- se A, B, C contengono M allora A, B, C, in riferimento e limitatamente a M, sono uguali.
Riteniamo pertanto che la regola descrivibile con la formula A+B=C meriti di essere giudicata e denominata la Regola di tutte le regole del pensare o anche come Logica prima, o come la Logica base di tutti i ragionamenti, o anche puramente e semplicemente come la Logica.
Qui ci permetteremo di attribuirle il nome di LOGICA ELEMENTARE perché essa è costituita dai primi elementi di ogni atto del pensare.
Noteremo con l’occasione che in riferimento a detta regola “tutte le operazioni del pensiero” (nessuna esclusa) possono essere giudicate come “logiche” (logicamente corrette, logicamente giuste) o “non logiche” (illogiche, incoerenti, contraddittorie) in tanto in quanto abbiano rispettato o meno nel loro svolgimento la composizione della regola stessa.
Ci si pone ora il seguente interrogativo. È possibile pensare ad una logica diversa, ad altre logiche che non rispettino la logica descritta dalla formula A+B=C?
La risposta ci è fornita già dai risultati delle osservazioni già svolte ed è (evidentemente e indubitabilmente): no.
Osserveremo infatti che per pensare ad una logica (come prima regola del pensare) che sia altra nel senso di distinta e diversa da quella in esame dobbiamo tentare di pensare ad un confronto fra l’unità o composizione del pensiero costituita dalla logica A+B=C e un’altra unità o composizione pensabile come distinta e diversa da detta operazione. Constatiamo subito che questo tentativo non si può svolgere se non partendo dal concetto di composizione ossia precisamente dal concetto di una molteplicità di unità vale a dire di A+B=C e quindi non si può svolgere se non per mezzo della medesima logica sulla quale tentiamo di dubitare.
La Logica di cui parliamo risulta dunque pensata come:
- originaria in quanto necessariamente prima, non derivata né derivabile da altre regole;
- assoluta in quanto fondata su se stessa, ed escludente qualsiasi altra regola diversa che ne costituisca il fondamento;
- universale in quanto uguale per tutti gli esseri o soggetti pensanti in ogni tempo e luogo.
Gli argomenti sopra esposti, consentono, a sommesso parere di chi scrive, di giudicare come dimostrata la teoria sopra enunciata.
Si ammetterà naturalmente che la teoria stessa resti aperta a ogni possibile discussione.
Chi scrive si limita ad esprimere questa discutibile opinione. La logica elementare si presenta come uno strumento che ci consente di distinguere i discorsi logici da quelli che non lo sono. E con ciò rende più facile la soluzione di un numero molto alto di problemi grandi e piccoli del vivere umano.
(Brano dal libro Pensiero del limite e limite del Pensiero di Giorgio Pizzol)
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