Fonte: listatsipras.eu
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Sull’elezione del Presidente della Repubblica pubblichiamo due opinioni provenienti dalla Lista L’Altra Europa con Tsipras
di Marco Revelli 31 gennaio 2015
Non ci uniamo al ‘Te deum’ prevalente in queste ore che seguono la quarta votazione in Parlamento. Non perché la persona di chi è stato eletto non abbia una propria dignità. Ma per almeno due ragioni politiche per noi dirimenti.
In primo luogo perché dal punto di vista della subalternità o dell’autonomia rispetto all’Europa della Troika – che è la vera partita importante in questo delicatissimo momento – Mattarella non garantisce nulla. Non è certo una scelta di rottura rispetto alla pessima deriva precedente in cui i massimi vertici del nostro Paese sono stati fedeli esecutori delle direttive provenienti da Francoforte e da Berlino, con i guasti sociali e con il deficit di democrazia che sono sotto gli occhi di tutti.
In secondo luogo perché per quanto riguarda la questione decisiva per il nostro assetto istituzionale, e cioè la restaurazione dell’ordine costituzionale o la sua manomissione, il metodo con cui si è giunti a questo esito conferma la tendenza alla sottomissione del Parlamento da parte del Capo del Governo, secondo una logica di personalizzazione e di verticalizzazione della vita istituzionale nelle mani di Renzi che abbiamo da tempo denunciato: in questi giorni abbiamo assistito al fatto inaudito – in una democrazia parlamentare – di un Presidente del Consiglio che ha prima gestito le consultazione sull’elezione del Capo dello Stato, poi formulato la propria candidatura (da prendere o lasciare) al proprio partito e agli alleati di governo, usurpando una prerogativa che appartiene al Parlamento, nelle singole persone dei suoi membri.
La scelta del Presidente spetta infatti, in solido, ai parlamentari come singoli – neppure come appartenenti a un partito, altrimenti non si spiegherebbe il voto rigorosamente segreto per dettato costituzionale. Ha fatto lui il mazzo e dato le carte, a conferma della mutazione regressiva del nostro assetto costituzionale (e a prescindere dalla presentabilità della figura risultata eletta).
Nel coro diffuso di violinisti del principe, noi queste cose dovremmo dirle con chiarezza, contrapponendo i giochi da corte rinascimentale di Roma-Bisanzio, alla linearità democratica di Atene, dove a meno di una settimana dal voto un ministro arrivato all’incontro in motocicletta le “canta chiare” al messaggero della Troika in nome del proprio popolo e del mandato ricevuto.
L’Altra Europa con Tsipras
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di Ugo Sturlese 01 febbraio 2015
