Povertà si vabbè, alla fine ci si abitua e fa meno male

per Gabriella

di Marigo Giandiego su facebook – 15 luglio 2014

Mentre i nostri politici appaiono affacendati a vario titolo intorno al patto del Nazareno sia per aderirvi entusiasticamente che per criticarne il contenuto … per altro misterioso e mai esposto, che è poi lo stesso che aderirvi entusiasticamente, perché accetta la tematica e la pone al centro della discussione dando così modo a chi lo ha implementato di porre condizionie tempi.

Mentre, dicevamo, la politica dei comodamente garantiti, si occupa di sé stessa e della propria perpetuazione, gli indici Istat ci deliziano con il costante aumento della povertà assoluta (sopra il 10%) e relativa (sopra il 16,5 %) che poi è comunque povertà. Sempre più persone si avviano sulla strada senza ritorno della disperazione.

Mentre anche chi non è ancora nei pressi degli indici di povertà ci sta rapidamente arrivando. Ed è persino fastidioso, per me, povero assoluto, ripetere questa canzone … fatta di isolamento di denti rotti in bocca, del miraggio sempre più lontano di un’appuntamento per una visita specialistica. Fatta di silenzio e di non ascolto, fatta di non curanza e distrazione…della realtà tangibile di scivolare di giorno in giorno fra i dimenticati, gli inutili, i superflui, i pesanti, i derisi …i fastidiosi. Ed ogni giorno girando per le strade c’è un mendicante in più … ed ogni giorno un suicidio a pizzicare la nostra coscienza atroizzata, ma non ce ne accorgiamo nemmeno più, non ascoltiamo più … ci passiamo sopra … ognuno ha le sue, son tempi duri … e ci stiamo abituando al medio evo.
(giandiego)

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