Grassi, dolci, salati

per Gabriella
Autore originale del testo: Roberto La Pira
Fonte: www.ilfattoalimentare.it
Url fonte: http://www.ilfattoalimentare.it/grassi-dolci-salati-libro-dellanno.html

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GRASSI, DOLCI, SALATI. Come l’industria alimentare ci ha ingannato e continua a farlo di Michael Moss – ed. Mondadori 

“Grassi, dolci, salati” libro dell’anno. Un testo sconvolgente che rivela le strategie delle aziende alimentari per creare la dipendenza da cibo spazzatura

Il libro dell’anno selezionato dalla redazione de Ilfattoalimentare.it  è “Grassi, dolci, salati” di Michael Moss.  Il sottotitolo in copertina “Come l’industria alimentare  ci ha ingannato  e continua a farlo” sintetizza molto bene il contenuto del libro. Non si tratta della solita e noiosa filippica contro le industrie alimentari e contro il cibo spazzatura. La narrazione intrigante e scorrevole di Moss è davvero sconvolgente quando descrive le strategie di marketing adottate dalle multinazionali alimentari per prendere in giro il consumatore. Pur annunciando l’intenzione  di aiutare i consumatori a mangiare meglio e a scegliere cibi sempre più in linea con una dieta equilibrata e corretta le multinazionali del cibo hanno deliberatamente scelto di proporre prodotti sempre più grassi, dolci e salati.

Nel libro l’autore spiega come le grandi aziende americane hanno puntato su questi tre aspetti per rendere sempre più appetibili i cibi e fare raggiungere al consumatore il cosiddetto punto di beatitudine (bliss point). La teoria è molto interessante e concreta: le persone arrivano a desiderare quel prodotto, spinte da una sorta di dipendenza come se fosse una nuova droga. Per questo motivo si è arrivati a dire che la guerra al junk food deve utilizzare le stesse mosse della lotta contro il tabacco. La differenza sostanziale è che il cibo non è una scelta deliberata come le sigarette o l’alcol, ma una necessità e un bisogno primario.

hamburger carne junk food 138036355Le aziende non si limitano a sfruttare questi tre ingredienti, il cui abuso è così rischioso per la nostra salute, ma studiano in modo rigoroso le quantità, la composizione, addirittura la grandezza dei singoli elementi: sale super fine per sollecitare meglio le papille gustative, particelle di grasso distribuite in modo particolare, e zucchero o derivati con un potere dolcificante aumentato di 200 volte. Vengono effettuati anche test di risonanza magnetica per capire quali aree del cervello sono coinvolte e come aggiustare la quantità di zuccheri, sale e grassi in modo da “accendere” le aree collegate al piacere. Le aziende si dimostrano apparentemente collaborative per ridurre grassi, zuccheri e sale dalle loro ricette, ma in realtà sono consapevoli di rischiare le vendite e studiano quindi alterazioni nella struttura: il sale più fine per esempio permette di ottenere comunque lo stesso effetto riducendone la quantità. Infine, in aiuto alle aziende arriva il marketing e le tecniche pubblicitarie più invoglianti, soprattutto quelle rivolte ai bambini.

Questo è un libro fondamentale per capire le dinamiche e le strategie delle multinazionali del cibo e rientra a buon diritto tra i migliori  testi che ho letto  insieme a Fast food nation di Eric Schlosser (Marco Tropea editore), In difesa del cibo di Michael Pollan (Adelphi),  Allarme pesce di Charles Clover (Ponte alle grazie) e Il veleno nel piatto di Marie-Monique Robin, Feltrinelli.

 

 



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