Fonte: facebook
di Alfredo Morganti – 29 gennaio 2015
Perché Mattarella? Per molte ragioni, di cui una essenziale. Con l’abbandono di Napolitano Renzi è solo. E un uomo solo al comando (al di là di certe narrazioni) non combina granché. Tanto più che l’attuale premier non ha la statura di un uomo di Stato, e non è in grado di tenere bordone da solo alla complessità politica e istituzionale che lo mette alla prova. Inoltre è circondato di gente inesperta anche se fedele. Assomiglia di più alla spalla di un capocomico, uno a cui serve un partner autorevole, un’autorità istituzionale cui poggiarsi, oppure un grande partito alle spalle (anche se il PD tutto appare oggi meno che questo). Insomma, ottenuto dal Patto l’Italicum, Renzi si è sentito libero di puntellare la propria posizione ripartendo dai fondamentali e ricercando l’unità del partito, piuttosto che tentare sempre un gioco di sponda sfrontato con la controparte politica.
Certo, il Patto del Nazareno resta un capitolo esecrabile della storia recente, una specie di vulnus alla buona politica, e non sarà possibile cancellarlo facilmente dalla memoria (sempre che Renzi lo abbia davvero cancellato nella realtà). Pur tuttavia Mattarella (se fosse eletto, e dico ‘se’) è un bel colpo verso quell’affastellamento di interessi e di segreti pattisti che ha avviluppato la politica democratica in questi anni, dall’incontro di Arcore in poi. Qualcosa cambia? Difficile a dirlo, anche perché, mentre scrivo, Mattarella è solo un candidato. Ma il passaggio di consegne al Quirinale si sta svolgendo parallelamente ad alcune dinamiche che lasciano ben sperare. Renzi resta, a mio parere, inadeguato al ruolo che sta svolgendo, ma l’idea che possa tornare a giocare una partita più comprensibile, meno trasversale e meno paracula mi rasserena un po’.
Non mi fido certo di chi interpreta la politica come ‘tradimento’ (vedi l’indimenticabile l’Enrico stai sereno), né di chi pensa che tutto sia possibile, anche bluffare ostinatamente. Contro costui gioca sempre a sfavore la realtà che si oppone prima o poi alle smargiassate e agli annunci mediali. E forse, è proprio per salvarsi dal rischio che i fatti veri osteggino a breve le facili ‘narrazioni’ alla Proforma, che Renzi si è visto costretto a recuperare sul piano del buon senso e del principio di realtà. Una specie di salvataggio in corner, che lo potrebbe sorreggere per il futuro. Certo, da Renzi mi aspetto tutto e di tutto, anche una nuova, ennesima capriola. Ma stavolta, se decidesse di giocare sporco, avrebbe compiuto una tale sciocchezza da pregiudicare persino il poco credito che ancora vanta nell’elettorato di sinistra. Oggi sa bene che l’elezione di Mattarella sarebbe, in fondo, un buon viatico anche per lui. E Renzi non è un genio, ma non sembra nemmeno uno sciocco, e queste cose le capisce bene.