Fonte: Il Fatto Quotidiano
Massimo Cacciari: “Salvini non può perdere il Veneto, De Luca tratta per sé e famiglia, ma ormai è lui che imita Crozza, la Consulta ha fatto bene, ma non fermerà ras e clientelismo”
Bocciare il terzo mandato per i presidenti di Regione è “sacrosanto”, ma non temano né i governatori uscenti né i loro capibastone: “Ci metteranno un attimo a risistemarsi”. Il professor Massimo Cacciari, filosofo e già sindaco di Venezia, conosce le pieghe della politica e le sue storture. Inclusa quella, rispedita al mittente dalla Corte costituzionale, di voler instaurare potentati di 15 o 20 anni nelle Regioni, in barba alla legge nazionale che impone il limite dei due mandati.
Professor Cacciari, si aspettava il niet a De Luca?
Ci mancherebbe altro che ogni Regione potesse decidere in autonomia, fino a instaurare a piacimento dittature permanenti. Sono cose che tra persone ragionevoli non dovrebbero neanche essere messe in dubbio.
La sentenza frega sia lo sceriffo campano sia Zaia.
Sono due casi diversi. Zaia rappresenta un problema colossale per la Lega e il centrodestra, ma solo per motivi politici. Era l’unica carta che desse a Salvini la certezza di confermarsi in Veneto. Saltato lui, diventa difficile per la Lega proporre un altro nome. La questione De Luca è teatrale: recita all’uomo forte, gioca, si è creato un personaggio che ha elementi che lo rendono anche simpatico. Ma ormai è lui che fa l’imitazione a Crozza.
È innegabile però che De Luca abbia gestito un sistema di potere. Quel sistema viene messo in crisi dalla sentenza e dal ricambio al vertice?
Certo, indubbiamente De Luca ha costruito una struttura di potere intorno a lui. Ma sa quanto tempo ci impiegherà a riformarsi una struttura attorno a qualcun altro, se De Luca non dovesse più essere centrale? Le clientele si sistemeranno, non si preoccupi. Si figuri se dipende dai due o tre mandati, ci saranno sempre buoni affari intorno a enti in una situazione disastrosa come le Regioni.
E De Luca?
Se io fossi stato in Schlein, cinicamente avrei anche potuto pensare di non fare una battaglia contro il terzo mandato, in modo da tenermelo buono e lasciare che fosse la Corte costituzionale a sbarrargli la strada.
Dovranno trattare, si parla di un ritorno a Salerno come sindaco.
Ma sì, Salerno potrebbe andare bene, poi si occuperà del figlio e speriamo non abbia anche qualche nipote da piazzare (ride, ndr).
Forse si è permesso che i presidenti di Regione conquistassero troppo potere?
Hanno seguito il modello di elezione dei Comuni. Il problema è che il Comune è un ente amministrativo, la Regione può fare le leggi. Il sistema ha creato presto delle distorsioni.
Nel suo Veneto come finirà?
Salvini non può permettersi di perdere il Veneto: se perde il Veneto, è spacciato, la Liga non glielo perdonerebbe. Credo che darà battaglia e sarà dura se arrivano a un braccio di ferro con Fratelli d’Italia. Se Meloni vuole evitare un redde rationem nella sua coalizione, allora gli eviterà questa Caporetto e si accontenterà di altro, magari la Lombardia o il sindaco di Venezia.
Sempre che non lo voglia fare Zaia.
Ma Zaia è di Treviso! Le radici contano. E se fossi nella destra sarei preoccupato: dopo i disastri di Brugnaro non sarà facile tenere il Comune, per quanto dall’altra parte ci siano forse impotenti al limite del ridicolo.