di Alfredo Morganti – 30 n0vembre 2015
Leggo che la Leopolda 6 non ospiterà sul palco nessun parlamentare del PD. Ma solo amministratori locali e società civile. Ecco, credo, che questo sia l’acme, il culmine vero del renzismo, talmente antipolitico e antipartitico da esserlo pure verso se stesso. Il vero Renzi è tutto qui. L’attuale premier cova una specie di sordo risentimento per la politica (contro la rappresentanza, i partiti, le ‘risse’, le ‘paludi’ parlamentari, le polemiche divisive, ecc), che lo spinge a chiamare a sé (ma anche contro di sé, visto che siede a Palazzo Chigi!) le truppe cammellate della società civile, del territorio, dei senza partito, dei tecnici. Per schierarle contro i parlamentari (i suoi per primi) e contro ogni retaggio e nodo politico che gli impedisca di ‘fare’. Fateci caso: è totalmente immerso nella politica, ma se ne schermisce continuamente. Vi naviga ma cerca sempre di apparirne distaccato, quasi schifato da essa. Come dire: sono qui a discutere con tutti per necessità, ma se potessi io deciderei tutto solo soletto a casa mia. Non lo fa solo per ragioni di sondaggi. No. Lui è così, la pensa così. E dunque alla Leopolda, la sua creatura più amata, più esibita, la convention preparata da un’agenzia di comunicazione (Dotmedia) e non da ‘politici’, questo carattere risentito esce allo scoperto in modo sin troppo evidente. E denuda il re, lo mostra per quel che è davvero. Un antipolitico prestato alla politica. Uno strano retore insediato a Palazzo Chigi. Uno che suicida il PD, chiudendone i circoli. Uno che lo trasforma in un marchio. Uno che se potesse fonderebbe il partito della nazione dall’oggi al domani, infarcendolo di manager, tecnici, prefetti e amici degli amici. Uno che non ama la discussione, semmai preferisce i monologhi, meglio se lunghi e noiosi. Uno che non è politica, è Leopolda.
