Uno che sbraita alla pena di morte dopo aver aizzato il linciaggio digitale. L’altro, poverino, che offre parte dello stipendio dei suoi parlamentari. Oblazione e monetizzazione, il riscontrino, l’etichetta da quattro soldi. Una vicenda balorda che sembra uscita da un sequel dei fratelli Cohen o da una fiction di Quentin Tarantino. E che trova nei due patetici dioscuri il prologo e insieme il finale necessario. La balordaggine sintetizza il lato oscuro del mondo antropomorfo. Misto caotico di sostanze grottesche e quasi comiche evolventi in tragedia. Con sacrificio di innocenti e altri passanti. Trasformati loro malgrado in sprovveduti coglioni espiatori. L’Italia non è un paese per vecchi, malgrado la decrepitezza demografica. Ma per stupidi di tutte le età.
Il Twitter di Matteo SalviniAccount verificato @matteosalvinimi
morto in servizio per mano di gente che, se colpevole, merita solo la galera a vita. Lavorando.
..e Luigi di Maio su facebook
Quel che è accaduto al vice brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega ci lascia ancora senza pace. In queste ore leggiamo tante ricostruzioni, mentre la famiglia è immersa nel dolore. Come già ho anticipato ieri chiederò di destinare parte del ricavato dal taglio dei nostri stipendi da parlamentari al fondo di assistenza predisposto dall’Arma, per sostenere i familiari non solo di Mario ma anche degli altri caduti, in passato, per difendere il Paese.
C’è un passo in più che però possiamo compiere. Ed è quello di equiparare il trattamento delle vittime del dovere a quello delle vittime del terrorismo. È un tema dibattuto da tempo a cui il Parlamento deve rispondere.
C’è già una legge del MoVimento 5 Stelle depositata dal nostro senatore Gianmarco Corbetta. Spero che si riesca presto ad incardinare in commissione e che il testo trovi il supporto di tutte le forze politiche.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
