Mentre il Segretario di Stato USA Blinken è in missione in Medio Oriente allo scopo dichiarato di impedire l’allargamento della guerra nella regione e ottenere un cessate-il-fuoco a Gaza, bombardieri pesanti provenienti dagli Stati Uniti attaccano lo Yemen, l’Iraq e la Siria, mirando all’Iran, e Israele attacca Rafah, divenuto un enorme campo profughi, dove cecchini israeliani sparano anche ai civili feriti in attesa fuori da un ospedale.
In tale situazione nasce l’iniziativa “Mobilitiamoci contro il genocidio”. Chiunque voglia contribuire a questa Campagna, sulla base delle motivazioni qui esposte, lo può fare iscrivendosi a
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Noi esponenti della società civile dell’Italia – Paese la cui Costituzione ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali – sosteniamo la denuncia, corredata da un’ampia documentazione delle prove, presentata dalla Repubblica del Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite contro lo Stato d’Israele per il reato di genocidio nei confronti del popolo palestinese.
Esprimiamo il nostro apprezzamento per il fatto che tale iniziativa sia stata promossa dal Sudafrica, Paese che ha vissuto l’esperienza dell’apartheid, analoga a quella che sta vivendo il popolo palestinese, dalla quale il Sudafrica è uscito grazie alla lunga e dura lotta di cui Nelson Mandela è l’emblema storico.
Sottolineiamo l’importanza che l’iniziativa del Sudafrica riveste non solo per il popolo palestinese, ma per i popoli di tutto il mondo. Essa costituisce un atto concreto, in base ai principi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite, per salvare le future generazioni dal flagello della guerra, per garantire i fondamentali diritti umani a tutti i popoli del mondo.
Ribadiamo la necessità di sostenere il ruolo della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite per garantire la certezza del diritto e la conseguente difesa a qualunque popolo sia vittima di una guerra di aggressione, sia privato dei suoi fondamentali diritti.
Siamo consapevoli che, in mancanza di tutto questo, prevalga il “diritto della forza” con conseguenze che, nell’era delle armi nucleari, possono essere catastrofiche per il mondo intero. Chiamiamo quindi tutte le componenti della società civile a sostenere l’iniziativa del Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite.