Zagrebelsky: “La piazza di Conte ha guardato alla pace con gli occhi degli umili, non dei potenti”
“Perché la piazza di Conte è stata più affollata di quelle per l’Europa a Roma e a Bologna? C’è una spiegazione evidente: in quella piazza c’era un afflato democratico dal basso. Il messaggio dei manifestanti era: ‘Noi contiamo, il problema della pace e della guerra deve essere visto non solo dal punto di vista dei potenti, ma prima di tutto da quello nostro, perchè le vittime delle guerre siamo noi’”. Così a In altre parole (La7) il presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky, commenta la manifestazione del M5s contro il riarmo europeo, aggiungendo: “I politici di solito accusano le piazze di essere contraddittorie, senza rendersi conto che i problemi della pace e della guerra, e in generale tutti i grandi problemi politici, possono essere visti da due punti di vista diversi: da quello di chi dispone del potere e da quello di chi al potere è sottomesso. Nel caso delle guerre, la disuguaglianza è radicale perché ci sono i potenti che decidono l’inizio e la fine delle guerre e poi ci sono coloro che sono vittime delle guerre”.
Il costituzionalista conclude: “Le vittime principali di una guerra sono due: la verità, quando il clima di guerra si espande la menzogna politica domina, e soprattutto le nuove generazioni. Io frequento spesso le aule scolastiche: su questo tema i ragazzi sono molto sensibili. Ripeto, i temi della pace e della guerra possono essere affrontati da due punti di vista. E io dico che quelle piazze stanno guardando il tema della pace dal punto di vista degli umili, dei sottomessi, delle potenziali vittime”.