Amarcord

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giovanna Prati

Sono cresciuta nell’hotel di mia madre, ho bellissimi ricordi che in questi giorni peculiari riaffiorano e mi fanno compagnia.

Nel tardo pomeriggio, dopo il riposo pomeridiano, la grande cucina cominciava a rianimarsi.
Arrivava Maria, la cuoca che aveva lavorato al Grand Hotel di Rimini, una donna tagliata con l’accetta e il grembiule sempre macchiato che doveva essere stata bella in gioventù.
Arrivavano i camerieri di sala che in borghese preparavano le insalate, riempivano le oliere, tagliavano il pane. Per ultima l’altra Maria, detta “Maria Vecchia” ché sembrava Matusalemme in persona e puzzava come un sacco dell’ immondizia. Questa signora lavava i piatti e faceva parte delle assunzioni caritatevoli di casi disperati da parte di mia madre e mia nonna che vedevano del buono in tutti quelli che vivevano al limite.
Io e mio fratello, bambini giocavamo nel piazzale che fungeva da parcheggio dell’hotel; dalla cucina mia madre poteva affacciarsi e controllare, con noi stava Kira il pastore tedesco che non ci perdeva di vista un attimo.
Talvolta capitavano i pulitori di pentole, uomini scuri accompagnati da donne che sembrava avessero ballato il flamenco fino a poco prima. Credo fossero di etnia rom. Capivo quando arrivavano perché Lallina, la tuttofare fidata di mia madre veniva a cercare me e mio fratello e restava con noi fino a che non se ne andavano. Raccoglieva i panni stesi, ci chiedeva di piegarli insieme a lei e guardava i pulitori con aria torva.
Questi signori trattavano il prezzo con mia nonna, ritiravano le padelle più rovinate, le tenevano per qualche giorno e le rendevano come nuove. Io li immaginavo in un accampamento zigano a grattare padelle per tutta la notte insieme alle loro donne esotiche, piene di oro come divinità Incas.

(Ringrazio Jole Santelli, Presidente della Regione Calabria per la madeleine che mi ha consentito di rammentare le mogli dei pulitori di padelle. La Santelli si gioca il tutto per tutto in una regione con la peggiore sanità italiana. Riapre bar ristoranti con spazi all’aperto.
Una donna nemica del minimalismo, amante del rischio e dei gioielli vistosi messi tutti insieme).

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