Ancora sulla scuola, tanto per fare un po’ di controinformazione verso la chiacchiera mainstream

per mafalda conti
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Ancora sulla scuola, tanto per fare un po’ di controinformazione verso la chiacchiera mainstream.
Vediamo, allora, qual è il problema a scuola in vista della prossima riapertura. I docenti? Sono vaccinati per oltre il 90%, ben più della fascia di età 60-69 anni, per dire, che oggi è all’82% circa, e più della fascia 70-79 anni, all’87%, nonostante siano entrambe tra le più colpite in termini di ricovero e mortalità. Ben più persino dei lavoratori italiani 20-70 anni, fermi al 71%. Gli studenti, allora? Forse sì, perché la fascia 12-15 anni è vaccinata appena al 40% e quella 16-19 al 60% circa. È evidente che, se la componente più numerosa della popolazione scolastica è insufficientemente vaccinata, il rischio di contagio e di focolai è alto. Anche perché gli effetti di un’Italia vacanziera tutta in zona bianca si faranno presto sentire (speriamo di no, ovviamente).
Anche il Ministro Bianchi, nel frattempo, si è svegliato e ha riconosciuto l’alta percentuale di vaccinati tra il personale scolastico. Prima non lo sapeva, evidentemente, e forse non lo sapeva nemmeno Figliuolo, tanto che Bianchi lo cita come sua fonte (come a dire, è lui il responsabile dei numeri che girano, non io). Non sarà facile, adesso, convincere il 9% circa di personale scolatico rimasto da vaccinare (ma io gradirei che si facesse questa opera di convenzione anche verso gli studenti). Sono favorevole al Green Pass obbligatorio, ma temo che i metodi usati (la minaccia di togliere lo stipendio), se possono conseguire un qualche intento percentuale, di certo non aiutano, come aiuterebbe invece una buona opera di persuasione e una campagna di comunicazione ben fatta. Per dire, tra i 60-69enni, il 18% non è ancora vaccinato. Che si fa per convincerli, si minaccia la sospensione della pensione? Si introduce un ticket ospedaliero? Li si sbarra in casa?
La verità vera, per la scuola, è che l’andazzo di settembre 2021 è uguale-identico a quello di settembre 2020, con la sola differenza che adesso c’è un piano vaccini nella media europea, mentre prima le autorità si battevano a mani nude contro il virus e contro la stampa embedded. Conte non aveva dinanzi a sé una popolazione in buona parte vaccinata, eppure è stato messo in croce. Draghi, il migliore, il Cincinnato di turno, è invece prossimo alla santificazione, nonostante io non abbia ancora capito quali misure (oltre le minacce) siano state adottate per ridurre il rischio di contagio a scuola, a parte “aprite le finestre”.
“Forti con i deboli e deboli coi forti”, resta quindi la regola cardine. Rovesciare frustrazione su alcune categorie sociali, è il classico rimedio dei governi che intanto si occupano di altro (ad esempio spartire il Recovery in superbonus ed ecobonus). Trascinare l’opinione pubblica in una baraonda di frustrazione e odio sociale è l’esito estremo di un populismo di governo mischiato alla tecnica dei migliori. Un abisso da cui non sarà facile uscire. Uno stato d’eccezione oltre il quale non vedo di nuovo riemergere la politica. Quella buona, ovviamente, di cui oggi sentiamo la mancanza.
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