I partiti come porte girevoli, la sinistra da ricomporre, il soggetto largo e plurale

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 30 maggio 2019

Calenda non ha perso un attimo. Rispetto a Renzi è stato più tempestivo e meno temporeggiatore. Almeno questo. A ‘Repubblica’ dice che è pronto a varare un partito liberaldemocratico per impegnarlo subito dopo in un’alleanza con la sinistra. Un centro-sinistra col trattino, alla vecchia maniera pre-PD. È una dichiarazione che lascia intravedere come siano concepiti i partiti oggi, mere porte girevoli, costruzioni tattiche, proiezioni di leader, facciate aziendali. È questo il male. Ma facciamo conto di non interessarcene, adesso, e andiamo al sodo. Cosa propone Calenda? Di scomporre praticamente l’attuale cattivo amalgama di centrosinistra, di dividere ciò che fu malamente unito, anzi accroccato alla bene e meglio. Una scomposizione che liberebbe forze che oggi convivono in modo sbiadito, e che sarebbe anche per Renzi e i renziani un’opportunità come poche altre di rifarsi il trucco.

Restaurato il centro, ovviamente, sarebbe quindi necessario rifare daccapo, anzi ricomporre la sinistra. E qui si aprirebbe il dibattito, o almeno dovrebbe riaprirsi. Una discussione trasversale alle forze in campo, animato da uno spirito unitario, senza boria, senza arroganze, senza veti reciproci. Certo, non è che rinasce un movimento solo perché i ceti politici di riparlano. Servirebbe un lavoro profondo di scavo tra gli elettori, i cittadini, i lavoratori, servirebbe che la vecchia talpa solcasse i cunicoli giusti. Un’operazione a larga scala, orizzontale e verticale, che rimettesse in campo risorse, intelligenze, passioni, sentimenti e fatica quotidiana per riallestire quel che oggi non c’è: un partito largo e plurale pronto a essere punto di riferimento politico e popolare, un soggetto di massa per trasformare il mondo in cui viviamo nel senso della giustizia, dell’eguaglianza e della libertà.

Senza massa critica si galleggia in superficie, questo dovrebbe essere ormai noto a tutti, a parte i cocciuti. Inoltre, senza soggettività manca l’effetto produttivo, ossia la capacità effettiva di modificare le cose e i rapporti umani, ben oltre la critica e il dibattito. Senza un soggetto, è evidente, la politica diventa conservatrice. In questi decenni ce lo hanno raccontato in tutte le salse che il soggetto era morto, che era al più categoria grammaticale, ordine del discorso, ‘debolezza’, arcipelago di nulla. Questa tendenza culturale (ideologica) ha tolto potenza e senso alle forze riformatrici, le ha infiacchite e ridotte a vassalle dell’esistente, ad apologete del reale. Il dominio della Tecnica è solo il riflesso speculare della crisi del soggetto, si richiamano a vicenda. E la tecnologia è stata brandita contro l’umanità, per agevolarne il controllo. La Tecnica (il ‘fare’), in questo senso, è apparsa come la principale avversaria della Politica (l’agire), intesa come soggettività umana all’opera. E la sinistra è stata la prima a essere danneggiata da questo andazzo intellettuale, perché essa è politica e democrazia, non altro.

Ripartiamo da qui, allora, torniamo a lavorare sul soggetto (o, meglio, sui soggetti). È la principale indicazione che mi sento di dare, profittando di ogni varco che le circostanze consentono. Perché non si tratta solo di riconfigurare il sistema politico, ma di tornare a ingaggiare una lotta per l’egemonia per ribaltare lo stato attuale delle convinzioni che circolano, delle idee che comandano, dell’etica che impera. Un lavoro pazzesco, dopo decenni di silenzi e accondiscendenze alla marea liberista, di resistenza silenziosa, talvolta obbligata, e di arretramenti tattici o strategici. La destra ha vinto sulla nostra Caporetto, si tratta ora di tracciare una linea del Piave e riprendere la marcia (lunga, lunghissima). Intanto, però, scomporre e ricomporre è la cosa importante da fare, dopo dieci anni di pericolosa entropia politica che ha ingrigito l’orizzonte. Un trattino, in primo luogo, da apporre tra la parole ‘centro’ e ‘sinistra’, potrebbe darci l’abbrivio, la spinta iniziale.

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