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di Domenico Argondizzo 07 agosto 2015
Se è vero che gli ideali indirizzano le azioni degli uomini, è pure vero che gli uomini sono i primi testimoni, sempre attraverso le azioni, della giustezza e validità dei loro ideali. Vale quindi, come per le scienze fisiche il metodo galileiano della sperimentazione.
In una condizione di estremo degrado culturale, diffusa prostrazione economica di larghe parti della popolazione e di vaste aree del paese, chi ha la determinazione, la tenacia, il coraggio, di perseguire i valori del socialismo, merita ogni attestazione di stima e gratitudine. Perché il socialismo è prima di tutto una disciplina etica, quindi un metodo di analisi, poi una prospettazione di soluzioni politiche, tutto volto al miglioramento delle condizioni di vita dei molti, dei più.
In questa situazione di telecrazia, di demagogia governativa (che l’Italia conosce bene bene bene), in cui i poteri economici privati più disparati stanno sostenendo una deriva autocratica, vestita da modernizzazione, un socialista ha la capacità di disvelare il reale, di capire che dietro le luccicanti veloci innovazioni costituzionali si muove la sottrazione ai molti della possibilità di partecipare alla decisione pubblica, della possibilità di avere – almeno – la speranza che la politica possa tutelarli dai naturali predominio e sopraffazione operati dai più forti economicamente, e non solo economicamente.
Questo socialista è Felice Carlo Besostri.
Segue l’audizione dell’onorevole Besostri in Commissione affari costituzionali del Senato il 27 luglio 2015. (audizione di esperti nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla revisione della Parte II della Costituzione).
Audizione registrazione audio/video. Revisione della Parte II della Costituzione
La riforma costituzionale non può essere incostituzionale (*)
