Karl Marx ci spiega a chi giova la contrapposizione artificiale tra immigrati e autoctoni

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: karl Marx

di Karl Marx, stralcio della lettera inviata  a Sigfried Meyer e August Vogt – 9 aprile 1870

Caro Meyer e caro Vogt,

….. Riassumo qui brevemente per voi i punti decisivi. L’Irlanda è il bulwark [baluardo N.d.T.] dell’aristocrazia fondiaria inglese. Lo sfruttamento di questo paese non è soltanto una delle fonti principali della sua ricchezza materiale. Esso è anche la sua massima autorità morale. Di fatto essi rappre-sentano il dominio dell’Inghilterra sull’Irlanda. L’Irlanda, perciò è il grand moyen [grande mezzo N.d.T.] mediante il quale l’aristocrazia inglese conserva il suo dominio anche in Inghilterra.

D’altro canto: se domani l’esercito e la polizia inglese si ritirano dall’Irlanda, voi avrete immediatamente an agrarian revolution [una rivoluzione agraria N.d.T.] in Irlanda. La caduta dell’aristocrazia inglese in Irlanda condiziona, a sua volta, e ha come conseguenza necessaria la sua caduta in Inghilterra. Ciò soddisfarrebbe la condizione preliminare per la rivoluzione prole-taria in Inghilterra. Poiché in Irlanda, sino ad oggi, la questione agraria è stata la forma esclusiva della questione sociale, poiché essa è una que-stione di pura sopravvivenza, una questione di vita o di morte, per l’im-mensa maggioranza del popolo irlandese, poiché, al tempo stesso, essa è inscindibile dalla questione nazionale, l’annientamento dell’aristocrazia fondaria inglese in Irlanda è un’operazione infinitamente piú facile che non in Inghilterra. Tutto ciò a prescindere dal carattere, piú passionale e rivoluzionario degli irlandesi, rispetto agli inglesi.

Per quanto riguarda la borghesia ingles questa ha d’abord [in primo luogo N.d.T.] in comune con l’aristocrazia inglese l’interesse a trasformare l’Irlanda in pura e semplice terra da pascolo che fornisce carne e lana ai prezzi piú bassi possibili for the english market [per il mercato inglese N.d.T.]. Essa ha lo stesso interesse a ridurre la popolazione irlandese al minimo mediante eviction [esproprio N.d.T.] e emi-grazione forzata; in modo che il capitale inglese (capitale d’affittanza) possa funzionare in questo paese con “security” [sicurezza N.d.T.]. Essa ha i medesimi interessi in clearing the estate of Irland [a spopolare le terre d’Irlanda N.d.T.], che aveva in the clearing of the agricultural districts of England and Scotland [a spopolare i distretti agricoli di Inghilterra e Scozia N.d.T.]. Le 6.000-10.00O sterline dei proprietari assenteisti e delle altre rendite irlandesi che oggi affluiscono ogni anno a Londra, sono pure da mettere in conto.

Ma la borghesia inglese ha interessi ancora piú notevoli nell’attuale economia irlandese. Attraverso la continua e crescente concentrazione dei contratti di affitto l’Irlanda fornisce il suo sovrappiú al labour market [mercato del lavoro N.d.T.] inglese e in tal modo comprime i wages [salari N.d.T.] nonché la posizione materiale e morale della classe operaia inglese.

E ora la cosa piú importante! In tutti i centri industriali e commer-ciali dell’Inghilterra vi è adesso una classe operaia divisa in due campi ostili, proletari inglesi e proletari irlandesi. L’operaio comune inglese odia l’operaio irlandese come un concorrente che comprime lo standard of life [tenore di vita N.d.T.]. Egli si sente di fronte a quest’ultimo come parte della nazione dominante e proprio per questo si trasforma in strumento dei suoi aristo-cratici e capitalisti contro l’Irlanda, consolidando in tal modo il loro dominio su se stesso. L’operaio inglese nutre pregiudizi religiosi, sociali e nazionali verso quello irlandese. Egli si comporta all’incirca come i poor whites [bianchi poveri N.d.T.] verso i negri negli Stati un tempo schiavisti dell’unione ameri-cana. L’irlandese pays him back with interest in his own money [lo ripaga con gli interessi della stessa moneta N.d.T.]. Egli vede nell’operaio inglese il corresponsabile e lo strumento idiota del dominio inglese sull’Irlanda.

Questo antagonismo viene alimentato artificialmente e accresciuto dalla stampa, dal pulpito, dai giornali umoristici, insomma con tutti i mezzi a disposizione delle classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. Esso è il segreto della conservazione del potere da parte della classe capitalistica. E quest’ultima lo sa benissimo.

Il malanno non finisce qui. Esso si riproduce al di là dell’oceano. L’antagonismo tra inglesi e irlandesi è il fondamento nascosto del con-flitto tra Stati Uniti e Inghilterra. Esso rende impossibile ogni seria e sincera callaborazione tra le classi operaie dei due paesi. Esso permette ai governi dei due paesi, ogni volta che lo ritengano opportuno, di to-gliere mordente al conflitto sociale sia mediante il loro mutual bullying [aizzandoli l’uno contro l’altro N.d.T.], sia, in case of need [in caso di necessità N.d.T.], mediante la guerra tra i due paesi.

L’Inghilterra, in quanto metropoli del capitale, in quanto potenza fino ad oggi dominante il mercato mondiale, è per il momento il paese piú importante per la rivoluzione operaia, oltre a ciò essa è l’unico paese, nel quale le condizioni materiali di tale rivoluzione si siano svi-luppate fino ad un certo grado di maturità. Perciò l’obiettivo piú impor-tante dell’Internazionale è di accelerare la rivoluzione sociale in Inghil-terra. L’unico mezzo per accelerarla è rendere indipendente l’Irlanda. Di qui ne deriva per l'”Internazionale” il compito di mettere sempre in primo piano il conflitto tra Inghilterra e Irlanda, di prendere sempre po-sizione aperta a favore dell’Irlanda. Il compito specifico del Consiglio centrale a Londra, è di risvegliare nella classe operaia inglese la consa-pevolezza che l’emancipazione nazionale dell’Irlanda non è per essa una question of abstract justice or humanitarian sentiment [questione di astratta giustizia o di sentimenti umanitari N.d.T.] bensì the first condition of their own social emancipation [la prima condizione per la loro stessa emancipazione sociale N.d.T.],

Questi sono approssimativamente i punti principali della circolare, e ciò ha fornito al tempo stesso le raisons d’etre [le motivazioni N.d.T.], delle risoluzioni del Consiglio centrale sull’amnistia irlandese. Poco dopo ho inviato un violento articolo anonimo sul trattamento riservato dagli inglesi ai feniani ecc., contro Gladstone ecc. all'”Internetionale” (organo del nostro comitato centrale belga a Bruxelles). Al tempo stesso accusavo in quell’articolo i repubblicani francesi – (la “Marseillaise” aveva stam-pato delle stupidaggini sull’Irlanda dovute a quel miserabile di Talan-dier che sta qui) -, di riservare, nel loro egoismo nazionale, tutte le loro colères [furie N.d.T.] per l’impero.

La cosa ha avuto successo. Mia figlia Jenny ha scritto firmando J. E. Williams (nella lettera privata alla redazione, essa si chiamava Jenny Williams) una serie di articoli per la “Marseillaise”, pubblicando tra l’altro la lettera di O’Donovan Rossa. Hence immense noise [di qui il gran fracasso N.d.T.].

Gladstone, dopo essersi rifiutato cinicamente per molti anni, fu in tal modo costretto ad approvare finalmente un’inchiesta parlamentare sul trattamento riservato ai fenian prisoners [fenians prigionieri N.d.T.]. Mia figlia è adesso regular correspondent on irish affairs [corrispondente regolare per le questioni irlandesi N.d.T.] per la “Marseillaise”. (Questo natural-mente è un segreto tra noi.). Il governo e la stampa inglese sono arrabbiati a morte perché la questione irlandese adesso è all’ordre du jour [ordine del giorno N.d.T.] in Francia e perché queste canaglie adesso vengono sorvegliate e smascherate su tutto il continente, via Parigi.

Con la stessa fava abbiamo preso un altro piccione. Abbiamo infatti costretto i capi e i giornalisti irlandesi di Dublino ad entrare in rapporti con noi, cosa che finora non era riuscita al Consiglio generale!

Voi avete un vasto campo d’azione in America, per operare nella stessa direzione, la coalizione degli operai tedeschi con quelli irlandesi (naturalmente anche con gli inglesi e gli americani che lo vorranno) è il massimo che adesso possiate fare. Ciò deve essere fatto a nome del-l'”Internazionale”. L’importanza sociale della questione irlandese deve essere messa in chiaro.

La prossima volta scriverò qualcosa riguardante in modo specifico la situazione degli operai inglesi.

Salut et fraternité! [saluti e fraternità N.d.T.]

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La foto in copertina è stata copiata da Keynes blog

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