LE NAZIONI (DIS)UNITE DI FRONTE ALL’INVASIONE RUSSA DELL’UCRAINA

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Niccolò Locatelli
Fonte: Redazione Limes

LE NAZIONI (DIS)UNITE DI FRONTE ALL’INVASIONE RUSSA DELL’UCRAINA

Carta: l’invasione russa dell’Ucraina e le Nazioni Unite

La carta inedita a colori di questa settimana analizza il voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sull’invasione russa dell’Ucraina, avvenuto il 2 marzo 2022.

 


Il lancio di missili su Kiev durante la visita del segretario generale dell’Onu António Guterres il 28 aprile è un gesto di sfida e disprezzo del presidente russo Vladimir Putin verso il Palazzo di Vetro. Quest’ultimo si è schierato in maniera piuttosto netta.


Come illustra la carta, la stragrande maggioranza degli Stati membri delle Nazioni Unite – 141 su 192 – ha votato a favore della risoluzione di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina. Solo Russia, Bielorussia, Siria, Eritrea e Corea del Nord hanno votato contro.


Gli astenuti sono stati 35, tra cui Cina, India, Sudafrica, Iran e alcuni partner storici o recenti di Mosca nel Sahara-Sahel: Algeria, Mali, Sudan, Sud Sudan, Rep. Centrafricana. Gli assenti erano 11.


La carta mette in risalto un dato ulteriore, che permette di inquadrare da una prospettiva diversa il voto all’Assemblea Generale dell’Onu. Prendendo in considerazione la demografia degli Stati membri, e assegnando a ogni abitante il voto del suo Stato, il numero degli astenuti (3,9 miliardi) supera quello dei favorevoli alla condanna della Russia (3,2).


Questo risultato è dovuto soprattutto all’astensione dei due giganti demografici asiatici, Cina e India. In occasione delle Olimpiadi invernali, dunque poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina, Pechino ha siglato con Mosca una dichiarazione congiunta che parla di “amicizia senza limiti” tra le due potenze nucleari, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.


La Cina è contraria al secessionismo e alla violazione dell’integrità territoriale, visto che teme di subirli in Xinjiang, Tibet e a Taiwan; ma può beneficiare dall’aggressione russa e dal conseguente isolamento occidentale di Mosca, che porterà quest’ultima a stringersi ulteriormente alla Repubblica Popolare Cinese presieduta da Xi Jinping.


L’India sta rispolverando in questa crisi la sua tradizionale politica di non-allineamento. Per Delhi la Russia è oltretutto un alleato storico e il principale rifornitore di armi. Il governo del primo ministro Narendra Modi punta sugli Stati Uniti in chiave anti-cinese, ma non vuole pregiudicare i rapporti con Mosca sotto la pressione di Washington.


Il criterio demografico dà una prospettiva quantitativamente diversa al voto delle Nazioni Unite, con alcuni caveat: la demografia non è l’unico né il principale indicatore di potenza; in nessun paese si registrerebbe un parere unanime sull’invasione russa o su qualsiasi altra questione; il numero dei contrari alla risoluzione di condanna verso Mosca rimane infimo (2.5%) anche tenendo in considerazione gli abitanti e non gli Stati.


Vista dal Palazzo di Vetro, Putin non pare in procinto di sostituire i legami con l’Occidente – rotti dall’attacco a Kiev – con il rafforzamento delle alleanze nel resto del mondo. Può al massimo contare sull’indifferenza di parte dell’Asia e dell’Africa. Rimane da verificare se questi paesi, messi alle strette dagli Usa, confermerebbero la loro equidistanza o si schierebbero apertamente contro la Russia.


Testo di Niccolò Locatelli
Carta di Laura Canali in esclusiva a colori per gli abbonati a Limesonline.


Carta di Laura Canali

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