Maria Fida Moro: al referendum voterò no

per Gabriella
Autore originale del testo: AFFARITALIANI
Fonte: affaritaliani.it
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da Affari Italiani, 20 maggio 2016

maria fida moro

Che cos’è per lei la politica?
“E’ un servizio verso la collettività. È una cosa bella e gioiosa: consiste nel rendere la vita più leggera al maggior numero di persone tramite piccole azioni – le grandi non sempre sono possibili – che migliorino, semplificando, la qualità della vita. Ma si badi bene: fare politica richiede una specifica vocazione al servizio e molto tempo passato ad occuparsi degli altri in varie vesti.  E ancora: per fare i politici ci si deve essere già cimentati personalmente con il dolore e le difficoltà. È come con i medici: quelli che sono stati a loro volta malati ti capiscono molto meglio dei medici che non hanno mai avuto niente”.

Suo padre, Aldo Moro, ha partecipato all’Assemblea costituente: lei come giudica la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi e che cosa voterà al referendum del prossimo autunno? Qual è la sua opinione personale?
“Io voterò il NO più convinto di tutti. Mio padre si è adoperato con altri giovani trentenni, le menti più brillanti dell’Italia che usciva dalla guerra, a scrivere una delle più belle costituzioni al mondo e non esiste che essa venga cestinata a vanvera. Si potrebbe forse aggiornare perché è vecchia – mi sembra che abbia sei mesi più di me – ma non vanificare, perché mette al centro di tutto la persona. Papà diceva ‘Ogni uomo è un universo’. La nostra Costituzione ha una valenza giuridica alta, e salvaguardarla è diritto di tutti e richiama con garbo cittadini e partiti ai propri doveri. Inoltre il Parlamento suddiviso in due Camere  garantisce se stesso ed il bicameralismo esiste in tutti i paesi civili perché è espressione di democrazia”.

Perché ha scelto di candidarsi in questo momento così difficile per la città di Roma?
“Non ho chiesto di candidarmi, perché non si sceglie. In genere ti viene proposto: comunque la risposta è insita nella sua domanda: ho accettato proprio perché era una sfida”.

In questa campagna elettorale così complessa, quale potrebbe essere il suo punto di forza?
“Il mio punto di forza è che sono felicissima di farlo, posso farlo, mi diverto a farlo. Nel senso che mi appassiono alle battaglie di principio e mi intriga molto il fatto di non sapere come andrà a finire”.

Roma ha dei problemi storici che sembrano irrisolvibili e delle enormi potenzialità inespresse. Da dove si deve ripartire per invertire la rotta e migliorare la qualità di vita dei cittadini?
“È proprio vero, ma dipende da ognuno di noi. I latini dicevano che niente è difficile per chi vuole. La schiera di candidati che compone la lista “Più Roma – Democratici e Popolari” è fatta prevalentemente di ragazzi e ragazze e il futuro è dei giovani perché la speranza è loro compagna, loro è il futuro.  Quando li incontro mi ricordano sempre la spiritualità degli indiani pellerossa, che sapeva che erano in grado – proprio in quanto giovani – di camminare nella bellezza”.

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