NUOVI PASTORI E NUOVI MAGI

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: Filoteo Nicolini

La Lettura di oggi domenica 18 Dicembre apre il dibattito delle idee sul Presepe oggi e i nuovi protagonisti, con riferimento ai pastori. Per il vescovo sono i migranti; per l’antropologa invece i braccianti, le donne sottopagate, gli operai senza sicurezza. La teologa  si spinge fino a includere chi sa ascoltare senza pregiudizi. E per l’esperto di media i nuovi pastori sarebbero quello ancora capaci di stupirsi.

Tutte interpretazioni lodevoli e interessanti, dettate da una visione antropologica della società. Vorrei però spostare l’attenzione di chi legge sul significato spirituale dell’annuncio dell’Avvento che risuona nelle parole:” Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e pace in Terra agli uomini di buona volontà. La prima esclamazione è diretta ai Magi, la seconda ai pastori. I Magi avevano una conoscenza immaginativa dei mondi stellari e del divenire, dove ogni astro era una entità spirituale. Avevano una conoscenza esterna che si elevava fino alle immensità cosmiche per percepire gli esseri spirituali in azione. I Magi leggendo nei Cieli l’avvicendarsi delle entità spirituali capirono che l’Essere Solare stava per discendere sul Pianeta. Quello che dava ai Magi la comprensione dei mondi stellari poi si è ritirato verso l’interno, verso il cervello, ed è divenuto la nostra descrizione meccanica e matematica.

I semplici Pastori erano gente semplice e dal cuore puro, e nel loro cuore si rivelò  la venuta di Gesù.  Ma che conoscenza era mai questa? In quei tempi esisteva ancora in certe anime la capacità di percepire ciò che fluida direttamente dalla Terra, di percepire le forze telluriche. I fluidi e le proprietà della Terra erano captati da esseri semplici e senza particolare cultura. Certi esseri umani così come sentivano le profondità della Terra percepiva anche l’anima dei suoi simili e la vita degli animali. Queste capacità di veggenza interiore si è andata spegnendo, ed è rimasto il mondo circostante,  senza più percepire lo spirito in azione. Ma da una facoltà che scompare per metamorfosi  ne è marsala nostra percezione sensoriale del mondo esterno. Con essa oggi non vediamo altro che il mantello colorato dell’animale  o la superficie verde del prato.

Nei Magi dovremmo vedere i moderni scienziati che oggi non sanno più vedere lo spirito in azione, nei Pastori dovremmo riconoscerci tutti noi che non sappiamo più leggere nell’anima dei nostri simili e ci limitiamo all’aspetto esteriore, all’immagine che i sensi ci offrono.

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