Sindaci e Giustizia. Qualcosa non funziona

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giangiuseppe Gattuso
Fonte: politicaPrima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2016/05/sindaci-e-giustizia-qualcosa-non.html

Mogarin e Ugettidi Giangiuseppe Gattuso – 11 maggio 2016

C’è qualcosa che non funziona nelle amministrazioni locali.

Mi riferisco alla “frequenza” allarmante con la quale Sindaci e assessori incrociano la giustizia. Una realtà sotto gli occhi di tutti, insieme a uno scontro politico aspro combattuto sotto le bandiere della legalità. Con una continua delegittimazione degli avversari sulla quale i media focalizzano quotidianamente l’attenzione.

Federico Pizzarotti Sindaco Parma Intanto gli avvisi di garanzia, gli arresti, le connivenze e le esagerazioni sono all’ordine del giorno. Sembra quasi una gara di tiro al piccione senza difesa e reti di protezione. E una campagna mediatica stupida e sterile che porta soltanto ulteriore disaffezione nei confronti della politica senza particolari distinzioni. Un errore gravissimo sul quale riflettere e porre rimedio.

Per questo intendo fare un ragionamento che ci aiuti a individuare i punti di debolezza di un sistema di gestione degli enti locali territoriali e su alcuni limiti organizzativi ben conosciuti.

Veniamo al dunque.

La prima evidenza da mettere a fuoco riguarda i compiti e le responsabilità dei Sindaci e della loro squadra, estensivamente di chi amministra e governa.

Facciamo una premessa necessaria.

Giancarlo Nogarin Sindaco LivornoDa tempo si è consolidata una netta separazione di compiti e responsabilità tra il livello politico e quello burocratico. Una separazione sancita, per la prima volta oltre 25 anni fa, con la legge n. 142/1990, art. 51, e successivamente confermata in via definitiva nelle ulteriori modifiche legislative. Spieghiamo meglio. Per livello politico intendiamo i rappresentanti eletti dai cittadini, sindaci e relativi assessori da loro nominati, governatori delle regioni e assessori, e così via. Per livello burocratico intendiamo l’intero apparato amministrativo costituito dai dirigenti e funzionari vari che reggono la struttura operativa di ogni singolo ente pubblico.

Scendiamo ancora più nel dettaglio. Quando un sindaco individua una linea d’intervento per raggiungere un determinato obiettivo, per esempio, riparare le buche di una strada o di una zona specifica, o razionalizzare la raccolta dei rifiuti o migliorare i trasporti urbani, attua una sua prerogativa. Che è quella di risolvere, sulla base delle risorse a disposizione, problemi e assicurare i servizi necessari alla cittadinanza che rappresenta.

capuozzo-sindaco-quarto-660x375Nulla può fare di più relativamente alle metodologie d’intervento, alle scelte operative, all’individuazione delle imprese che dovranno realizzare i lavori e via discorrendo. Per tutto questo c’è la struttura amministrativa costituita, per l’appunto, dai dirigenti e dai funzionari addetti, supportati, per gli enti più grandi, da appositi uffici legali, che garantiscono sulle procedure amministrative regolate dalle norme regionali, statali ed europee. Nonché dagli Statuti e dai regolamenti del singolo ente. Ogni atto amministrativo, inoltre, che prevede la firma del sindaco e degli assessori è soggetto ad approfondita istruttoria controfirmata dal dirigente competente. La “responsabilità” del politico è, quindi, totalmente assorbita dalla validazione degli atti istruiti, proposti e condivisi dalla struttura amministrativa.

Gianpietro Ballardfin Sindaco BrentaI punti di debolezza, però, non mancano. E mi riferisco alla graduale abolizione, iniziata negli anni ‘90 e proseguita fino ai giorni nostri, del controllo preventivo di legittimità esercitato da organi esterni, appositamente costituiti, di nomina regionale. Un grave errore del legislatore compiuto per la frenesia di accelerare le procedure e snellire la capacità d’intervento dei sindaci, emulando, a volte stupidamente, tecniche di gestione tipiche del “management” privato, senza troppo curarsi delle conseguenze.

Con il controllo preventivo ogni atto amministrativo di un qualche rilievo veniva esaminato e doveva ottenere il visto di legittimità che apriva o chiudeva definitamente la procedura e le conseguenze che ne derivavano.

Insomma, ogni sindaco aveva la garanzia che la sua iniziativa, tradotta in atti amministrativi, non avrebbe potuto avere conseguenze giudiziarie. Insomma un “visto” preventivo di legittimazione a garanzia di personale serenità. Non era poco.

Marcello Coffrini Sindaco Brescello e DelrioOvviamente restavano sempre esclusi i comportamenti delinquenziali della sfera penale in senso lato. Che non c’entrano nulla con tutti quegli atti la cui responsabilità amministrativa, per quanto abbiamo detto prima, rimane totalmente in capo alla dirigenza e alla burocrazia del singolo ente.

In questo senso, invece, si assiste da molto tempo ad una, oso definirla, caccia alle streghe, che concentra l’attenzione quasi morbosa nei confronti del personale politico. Che, benché eletto dai cittadini e quindi legittimato da una precisa volontà popolare, può subire facili attacchi dagli avversari determinando, a volte, interventi giudiziari superflui ma pregni di gravi conseguenze. Un problema di non poco conto che determina rallentamenti mostruosi nella realizzazione di infrastrutture, erogazione di servizi e via discorrendo.

Ignazio Marino ex sindaco RomaNessuno, ovviamente, si sogna di bloccare qualcosa o qualcuno. Le responsabilità e i reati devono essere circoscritti con precisione, accertati e puniti proporzionalmente all’entità dell’illecito, senza derive giustizialiste e salvifiche. E distinguendo con chiarezza tra ciò che è possibile realizzare senza la preoccupazione di incappare in una responsabilità di rilievo penale o erariale. Quest’ultima poi, per l’enormità delle somme di cui, con troppa facilità, si può essere chiamati a rispondere, è un caso a parte.

Così come va fortemente salvaguardata l’autonomia, il rispetto e la libertà di agire del politico, e dell’amministratore, in nome e per conto della comunità che ha il dovere e l’onore di rappresentare.

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