“Facciamo chiarezza: in pieno lockdown la Regione Lombardia ordinò una fornitura sanitaria da mezzo milione di euro a una ditta di proprietà del cognato di Attilio Fontana.
Come se ciò non bastasse, quella ditta, per il 10%, appartiene alla moglie dello stesso Fontana.
Quando un’inchiesta di Report ha reso pubblica la storia, la fornitura si è magicamente trasformata in una lodevole donazione.
Il giorno prima che la fornitura divenisse donazione Fontana ha provato a fare un bonifico di 250mila euro alla ditta del cognato, prelevando la somma da un conto svizzero di 5,3 milioni di euro protetto da scudo fiscale e intestato a sua madre – questi fanno sempre tutto in famiglia!
Ma la società incaricata di gestire il bonifico notò alcune irregolarità e, nel rispetto della normativa antiriciclaggio, bloccò la pratica, segnalando l’accaduto alla Banca d’Italia che avvisò prontamente la Guardia di Finanza.
Totale: un giorno prima che la fornitura fosse trasformata in donazione il Presidente della Regione sentiva l’esigenza di donare 250mila euro alla ditta di suo cognato.
Insomma, è tutta una storia di regali tra parenti.
Da venerdì, Fontana è iscritto nel registro degli indagati con una pesante ipotesi di reato.
Questi sono i fatti.
Selfini oggi starnazza: “Giustizia a orologeria! Attaccano il povero Attilio per colpire me! E allora Bibbiano? E i marò? E allora il piddì?”.
Detto che Fontana è innocente fino a prova contraria, aggiungiamo che esistono molti e pesanti indizi contro di lui. Aggiungiamo, soprattutto, che sarebbe davvero gravissimo se il Presidente della Regione, in piena emergenza covid, avesse pensato di sfruttare la tragedia per far guadagnare la ditta di famiglia.
Insomma, se queste accuse fossero provate saremmo di fronte all’ennesimo scioccante caso di Lega Ladrona, sulla pelle dei cittadini.
Roma 26.7.2020
Sembra un film, invece è l’Italia.”
Prof. Guido Saraceni
