Bandecchi: “Un uomo normale guarda il c… di una donna e ci prova”. Un cafone volgare o un onest’uomo del parla come mangi?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Flavia Perina
Fonte: La stampa

Ci siamo chiesti per tanto tempo: dove finiremo con questo politicamente corretto, con l’obbligo a un fair play innaturale e talvolta ipocrita? Ecco, il caso del sindaco Stefano Bandecchi pone finalmente alla pubblica attenzione la domanda opposta: che fine faremo a forza di confondere la libertà di espressione con la cafonaggine, con il sessismo, con il disprezzo degli altri? Insomma: dove ci porterà l’esaltazione del politicamente scorretto? Persino quelli che hanno sempre difeso il concetto, la destra di FdI e la Lega, cominciano a ritrarsi stupefatti davanti all’escalation del Parla Come Mangi che induce un sindaco a commentare un atto di indirizzo contro la violenza sulle donne illustrando la sua idea di normalità su uomini, sederi femminili e pulsioni sessuali collegate.

Terni, il sindaco Bandecchi da choc: “Un uomo normale guarda il c… di una donna e ci prova”

 

È un contrappasso. Una piccola vendetta della cronaca. Ma anche un segnale della storia perché la gara dell’épater le bourgeois è come quella dell’honestà e della purezza: alla fine c’è sempre uno più honesto o volgare di te che ti sorpassa.

E infatti pure lui medita di presentarsi alle prossime Europee in tutte le circoscrizioni, capolista del suo movimento Alternativa Popolare che nel piccolo laboratorio di Terni si è già mangiato i precedenti campioni del Parla Come Mangi spianando il Centrodestra 20 a 6 e riducendo il M5S a un solo consigliere.

Lo abbiamo già visto succedere negli Stati Uniti, con esiti ancor più paradossali perché lì i campioni del politicamente scorretto erano gli intellettuali liberal, i progressisti snob che irridevano il fanatismo moralista del loro stesso mondo e la diffusione della permalosità sociale. Una intera generazione di comici ha fatto divertire platee assai evolute con la satira su quel che si può dire o non dire nell’era della suscettibilità. Poi è arrivato Donald Trump, si è preso l’argomento, ne ha fatto una piattaforma politica per l’America stufa di self control «contronatura» e abbiamo cominciato a scoprire dove portava il politicamente scorretto.

Da noi, che siamo più piccoli e periferici, modeste repliche in scala uno a cento delle tendenze politiche che orientano le masse elettorali delle grandi potenze, la storia è andata più dritta perché quel tipo di umorismo greve e di plot sconveniente, soprattutto in materia di donne, è stato territorio delle destre fin dalla preistoria degli Alvaro Vitali e dei cinepanettoni. Silvio Berlusconi l’ha portato in politica con la nota raffica di battute, barzellette, finte gaffe pronunciate in nome dei diritto a farsi una risata.

Con il senno di poi, magari aveva ragione il Cavaliere: le sue storielle sulle mele profumate di vagina erano roba quasi innocente se confrontata con i teoremi sessisti dei Bandecchi e dei Vannacci e con una caccia al consenso fondata sull’esaltazione di stereotipi incommentabili anche per la volgarità con cui vengono argomentati.

Le destre non hanno ben capito come regolarsi con l’evoluzione del fenomeno. Ci hanno sbattuto contro poche settimane dopo l’insediamento del governo, quando Vittorio Sgarbi e Morgan pensarono di trasformare l’inaugurazione di un importante museo in una pubblica chiacchierata su prostata, funzionalità del pene e conquiste femminili, suscitando l’irritazione e la condanna pure del ministro Gennaro Sangiuliano per il «turpiloquio inammissibile». E tuttavia si finì per dire: vabbè, è Sgarbi, un professionista dell’eccesso, lo sapevamo.

Adesso la questione si pone in modo diverso. Sono soggetti esterni, outsider assoluti della politica e delle idee (se così si possono chiamare) a entrare nella gara delle provocazioni ai “benpensanti” e non si sa che fare. Qualcuno è partito all’inseguimento di questo nuovo tipo di estremismo: Vannacci è assai blandito da Matteo Salvini che lo ha definito «il candidato perfetto» per le prossime Europee. Altri cominciano a capire che il successo di questi ultras del pensiero sconveniente può rivelarsi una concorrenza scomoda, che sarebbe meglio stroncare: i colonnelli della Lega mugugnano contro il generale, a Terni è stato Fratelli d’Italia a chiedere per primo una sanzione a Bandecchi, uscendo dall’aula dopo il suo apologo sui sederi femminili. La domanda «dove ci porta il politicamente scorretto?», insomma, è diventata d’attualità per tutti, e non si può che dire: finalmente.

 

È un contrappasso. Una piccola vendetta della cronaca. Ma anche un segnale della storia perché la gara dell’épater le bourgeois è come quella dell’honestà e della purezza: alla fine c’è sempre uno più honesto o volgare di te che ti sorpassa.

Bandecchi, sotto questo profilo, è il più bravo di tutti. Più bravo persino del generale Roberto Vannacci, quello dell’esecrazione per «le moderne fattucchiere» che spingono le ragazze a credere «che solo il lavoro e il guadagno possono liberare le fanciulle dal padre padrone». Bandecchi è quello (intervista a Fanpage del 25 novembre 2023) che per strada indica ai figli il Lato B delle ragazze, si scandalizza se i ragazzi non sbavano, e in questa educazione «contronatura» degli uomini obbligati ad essere «onesti, precisi, fedeli» individua la causa dei femminicidi. Imbattibile.

E infatti pure lui medita di presentarsi alle prossime Europee in tutte le circoscrizioni, capolista del suo movimento Alternativa Popolare che nel piccolo laboratorio di Terni si è già mangiato i precedenti campioni del Parla Come Mangi spianando il Centrodestra 20 a 6 e riducendo il M5S a un solo consigliere.

Lo abbiamo già visto succedere negli Stati Uniti, con esiti ancor più paradossali perché lì i campioni del politicamente scorretto erano gli intellettuali liberal, i progressisti snob che irridevano il fanatismo moralista del loro stesso mondo e la diffusione della permalosità sociale. Una intera generazione di comici ha fatto divertire platee assai evolute con la satira su quel che si può dire o non dire nell’era della suscettibilità. Poi è arrivato Donald Trump, si è preso l’argomento, ne ha fatto una piattaforma politica per l’America stufa di self control «contronatura» e abbiamo cominciato a scoprire dove portava il politicamente scorretto.

Da noi, che siamo più piccoli e periferici, modeste repliche in scala uno a cento delle tendenze politiche che orientano le masse elettorali delle grandi potenze, la storia è andata più dritta perché quel tipo di umorismo greve e di plot sconveniente, soprattutto in materia di donne, è stato territorio delle destre fin dalla preistoria degli Alvaro Vitali e dei cinepanettoni. Silvio Berlusconi l’ha portato in politica con la nota raffica di battute, barzellette, finte gaffe pronunciate in nome dei diritto a farsi una risata.

Con il senno di poi, magari aveva ragione il Cavaliere: le sue storielle sulle mele profumate di vagina erano roba quasi innocente se confrontata con i teoremi sessisti dei Bandecchi e dei Vannacci e con una caccia al consenso fondata sull’esaltazione di stereotipi incommentabili anche per la volgarità con cui vengono argomentati.

Le destre non hanno ben capito come regolarsi con l’evoluzione del fenomeno. Ci hanno sbattuto contro poche settimane dopo l’insediamento del governo, quando Vittorio Sgarbi e Morgan pensarono di trasformare l’inaugurazione di un importante museo in una pubblica chiacchierata su prostata, funzionalità del pene e conquiste femminili, suscitando l’irritazione e la condanna pure del ministro Gennaro Sangiuliano per il «turpiloquio inammissibile». E tuttavia si finì per dire: vabbè, è Sgarbi, un professionista dell’eccesso, lo sapevamo.

Adesso la questione si pone in modo diverso. Sono soggetti esterni, outsider assoluti della politica e delle idee (se così si possono chiamare) a entrare nella gara delle provocazioni ai “benpensanti” e non si sa che fare. Qualcuno è partito all’inseguimento di questo nuovo tipo di estremismo: Vannacci è assai blandito da Matteo Salvini che lo ha definito «il candidato perfetto» per le prossime Europee. Altri cominciano a capire che il successo di questi ultras del pensiero sconveniente può rivelarsi una concorrenza scomoda, che sarebbe meglio stroncare: i colonnelli della Lega mugugnano contro il generale, a Terni è stato Fratelli d’Italia a chiedere per primo una sanzione a Bandecchi, uscendo dall’aula dopo il suo apologo sui sederi femminili. La domanda «dove ci porta il politicamente scorretto?», insomma, è diventata d’attualità per tutti, e non si può che dire: finalmente.

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