Fonte: Il Fatto Quotidiano
E su certa ritrosia di Giuseppe Conte nei confronti di Elly Schlein, osserva: “Conte guida un partito molto più compatto di quanto sia il Pd. E quindi il leader del M5s ha il giusto timore che poi nell’ambito del Pd prevalgano le forze contrarissime ai 5 Stelle. Una parte di queste forze è uscita dal Pd con Renzi e Calenda, un’altra parte è rimasta dentro il Pd – chiosa – e vede l’alleanza col M5s come fumo negli occhi. Quindi, la cautela di Conte è del tutto comprensibile. Allo stesso modo, è comprensibile la difficoltà in cui si trova Elly Schlein, che però è l’ultima speranza per il Pd. Se i dem non approfittano di questa occasione, è finita“.
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Il sociologo commenta anche le polemiche scatenate dall’intervento di Beppe Grillo alla manifestazione romana del M5s contro il precariato: “Veramente le critiche sono state in numero pari alle voci a favore. In Italia c’è uno schieramento di stampa e tv tutta conservatrice ed era prevedibilissimo che reagissero male. Io invece ho trovato l’uscita di Grillo molto originale e molto intelligente, perché qui il problema è instradare il dissenso verso forme di impegno civile – aggiunge – come ha cercato di dire il fondatore del M5s. Dobbiamo comunque abituarsi a un clima in cui i conservatori fanno il loro mestiere. Anche nel centrosinistra hanno protestato per la battuta di Grillo? Non c’è da meravigliarsi, il Pd è pieno di neoliberisti e di conservatori. Questo è il dramma della sinistra: non avendo una proposta di società alternativa a quella attuale, si ritrova con tutte queste contraddizioni interne”.