DI GAMBERI, POLPI E PESCI

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

DI GAMBERI, POLPI E PESCI

Si racconta che Pitagora avrebbe potuto salvarsi dall’incendio scatenato da una turba inferocita nella sua dimora di Metaponto. Gli sarebbe bastato passare dal retro sulla semina di piselli per sfuggire alla persecuzione. Invece preferì morire tra le fiamme per non distruggere le pianticelle con i piedi.

In questa leggenda si racchiude un insegnamento fatto di compassione e unione con la Creazione che ancora può scuoterci. Oggi dispieghiamo purtroppo la nostra forza e violenza su esseri inermi e difendiamo assurde ragioni mentre infliggiamo sofferenze e distruzioni.

Quanti di noi sono a conoscenza dell’ablazione del peduncolo oculare nelle femmine di gamberi di allevamento per aumentarne la riproduzione? La visione viene deteriorata per ridurre l’intensità della percezione luminosa e indurre la maturazione ovarica. Sorvolo sulle tecniche adottate per portare a termine questa barbarie nelle coltivazioni di gamberi e su altri effetti secondari che richiedono l’uso massiccio di antibiotici.

Per restare in argomento, in vari allevamenti ittici che si dedicano alla produzione intensiva, i pesci in sovraffollamento sono conservati in ghiaccio durante varie ore per mantenerli in vita, o muoiono schiacciati, o sono storditi con un colpo alla testa, mentre si legano con una cordicella che va dalle branchie alla coda per esigenze estetiche. Altre atrocità comuni sono la deposizione fatta a mano delle uova in esemplari vivi o il trasporto attraverso tubi fino ai veicoli. Va considerato che gli animali acquatici sono essere senzienti che provano dolore e sofferenza e che la pesca di allevamento ha superato le catture tradizionali in acque aperte.

Ugualmente preoccupante le notizie dei primi allevamenti intensivi in spazi ridottissimi di polpi. Il polpo è l’invertebrato che continua a sorprendere gli studiosi per le sue peculiarità e la complessità della rete neuronale, ha bisogno di stimoli continui dal suo intorno e vive solitario, non è immaginabile il danno che gli si infligge costringendolo in serbatoi.

Anche la pesca in acque libere non è esente da crudeltà come l’ablazione delle pinne degli squali considerate una prelibatezza gastronomica nei paesi orientali. Per prelevare le pinne c’è un metodo estremamente crudele, che consiste nel taglio spesso quando l’animale è ancora vivo, abbandonandone poi il corpo in mare.

Senza pinne gli squali affondano sul fondo del mare dove soffocano, muoiono dissanguati o vengono mangiati vivi. I granchi di pietra autotomici sono usati come fonte di cibo “auto-rigenerante”, in particolare in Florida e nei Caraibi. La raccolta viene eseguita rimuovendo uno o entrambi gli artigli dall’animale vivo e restituendolo nell’oceano dove può far ricrescere gli arti perduti. Tuttavia, in condizioni sperimentali, è stata riscontrata una elevata mortalità dopo la rimozione forzata degli artigli….

Abbondano altri esempi di crudeltà sugli animali e almeno accorgersi del dolore inflitto è già un primo passo. Vederlo è necessario come è necessario affrontarlo, conoscere risvolti e cause. Nelle parole di Anna Maria Ortese, la Terra va diventando una fossa atroce per i deboli, i non aventi diritto. C’è il disprezzo totale per l’altro e le sue ragioni di esistenza. Come se avessero la colpa di essere venuti al mondo.

Proprio ora che scrivo, mi accorgo di un moscerino che imperterrito cerca di risalire il vetro della finestra e così facendo rapisce la mia attenzione. È minuscolo, armonioso, sostenuto da una forza misteriosa che detta il suo comportamento. É un segno visibile della Creazione, un innocente fratello da ammirare e da soccorrere. È una china da risalire dopo la caduta.

FILOTEO NICOLINI

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.