L’Italia di cartapesta

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 30 ottobre 2016

Un terremoto infinito sta sconvolgendo il Centro Italia. Le case si sbriciolano, la gente dorme nelle tende, nelle cuccette dei treni, negli hotel della costa. È un’immagine di tragedia e di sfinimento. Crollano gli edifici e crolla pure l’identità dei borghi, che vedono scomparire le loro chiese, i centri storici, i luoghi simbolo sbriciolati in una nuvola di polvere. Sembra un’Italia di cartapesta, di pietre che diventano cartapesta, di città che svaniscono sotto i colpi della terra che trema.

La TV sta raccontando il terremoto con i suoi inviati nelle zone colpite. Fanno un lavoro prezioso, ma sembrano talvolta dei cacciatori di immagini, di sentimenti, di emozioni e di dolore da mandare in diretta. Incuneano le telecamere nella sofferenza della gente, sbirciano nella loro anima, fotografano i sentimenti dipinti sui volti, prendono di mira le loro case, ne colgono i crolli. Sarebbe meglio porre meno dolore in primo piano, più discrezione, e più informazioni, senza costruire ‘narrazioni’ al posto dei fatti. In casi come questi serve ancor più rispetto di quello solitamente proposto.

Stamattina mentre una tv era in piazza ad appena pochi minuti dalla scossa tremenda delle 7,40, qualcuno deve forse aver avvertito qualcun altro di recarsi subito là, e presentarsi dalla cronista. Ne è nata un’intervista in diretta, che, dopo aver narrato il disastro e il dolore dei paesi colpiti, è sfociata subito, quasi naturalmente in un elogio del governo che sta lavorando in modo meraviglioso per il bene dei cittadini colpiti dal sisma. Intorno c’era ancora gente che scappava, suore che emergevano dal fumo delle macerie della cattedrale, persone che transitavano velocemente nei vicoli nel timore di essere colpiti dalle macerie. E ancora il dolore, la sorpresa sui volti, le telecamere che indagavano tra i fumi.

L’Umbria e la Marche che crollano sembrano di cartapesta. Ma non sono le sole a esserlo. Anche la propaganda lo è, anche le maschere tragiche del potere, anche i volti di circostanza, anche certe parole. Se c’è una cosa vera, indubitabile, reale in tutto questo magma informativo, politico, mediatico è solo la disgrazia, è solo il dolore che tocca da vicino, di dentro, chi non ha più dei familiari, chi non ha più una casa, chi non ha più nemmeno la speranza. Questo solo ha senso, il resto non lo ha.

Poi c’è Vasco Errani, e meno male. Un uomo vero, di governo, uno della vecchia guardia, uno che ha una connessione sentimentale con i territori che governa, e adesso con le genti colpite. Un uomo giusto al posto giusto. Gli chiedo solo di fare di tutto affinché i colpiti abbiano sollievo, aiuto, e al più presto una casa dove le famiglie possano tornare a vivere normalmente. Ma sono certo che lo farà, e che lo stia già facendo.

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