Ricostruzione Ospedale Grifoni di Amatrice: fra campanilismi e utilità

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: MARIANNA STURBA
Fonte: IlSudEst.it
Url fonte: http://ilsudest.it/territorio-menu/39-territorio/10370-2017-08-24-16-46-13.html

di MARIANNA STURBA – 26 agosto 2017

Dopo un anno dalla prima scossa, dopo aver passato quattro stagioni nella precarietà più profonda, dopo aver toccato con mano la forza dirompente della natura, nelle zone interessate  dal terremoto si pensa alla ricostruzione.

 Si prova ad immaginare il futuro fra macerie che ancora non vengono rimosse e poche abitazioni in legno consegnate.

 Non si pensa solo alla propria casa ma anche a ricostruire il tessuto sociale ed umano di un territorio, così si ragiona di Scuole, servizi ed Ospedali.

Noi siamo stati pochi giorni fa in quella terra a ridosso della Salaria e abbiamo provato ad immaginare, grazie ai racconti degli abitanti,  una nuova Amatrice ed una nuova Accumuli.

 Ma il tema portante è stato la ricostruzione dell’ Ospedale Grifoni, ancora non iniziata ma già al centro della polemica.

 Il vecchio Grifoni sorgeva ad Amatrice sui fianchi di un gran curvone, posizione scomoda, mal fornita di parcheggi e senza spazi adatti all’ accoglienza dei parenti dei degenti quali ad esempio spazi esterni, bar, giardini; facciamo fede a quanto  detto dai residenti, perché il nosocomio non è neanche più immaginabile. Un ospedale naturalmente concepito con i parametri dell’ epoca della sua nascita.
Ora l’ idea della ricostruzione divide i 7 comuni serviti dal presidio ospedaliero perché i quattro sindaci di Cittareale, Borbona, Posta ed Antrodoco, chiedono la valutazione di una eventuale altra zona per la costruzione dell’ ospedale al fine di renderlo maggiormente funzionale al territorio e facilmente raggiungibile. Il sito identificato sarebbe a ridosso della Salaria, in un punto strategico per tutti e sette i comuni interessati dai servizi ospedalieri del Grifoni.

La polemica alza i toni e Pirozzi, sindaco di Amatrice contesta  la “destinazione d’uso” dei terreni identificati, a cui rispondono i quattro sindaci “oppositori” ritenendo maggiormente difficoltoso ricostruire anche la strada che portava al Grifoni piuttosto che cambiare destinazione d’uso ad un terreno.
Spesa stimata della ricostruzione 14-15 milioni di euro di cui solo 6, promessi dal Governo Tedesco.
Questi sono i momenti in cui la Politica deve dare il giusto esempio e deve mostrare come sa pensare in prospettiva, ed invece quello che si intravede è una battaglia che al centro non ha il bene dei cittadini. Questi i momenti in cui mediare fra la ricostruzione nostalgica e legata alla propria storia e la ricostruzione razionale che tenga conto della pericolosità della zona (al centro di altra polemica sulla valutazione del rischio) e le prospettive dell’ attualità politico-sociale.

 Si può pensare in un momento di penuria vera della Sanità, in un momento in cui la Regione Lazio ha ridimensionato gli ospedali e in alcuni casi addirittura sostituiti con Case della Salute, si può pensare a farsi l’Ospedale “sotto casa”? É questa la risposta lungimirante alla falcidazione della Sanità Pubblica?
Non sarebbe più lungimirante riposizionare il Grifoni vicino ad una importante via di comunicazione come la Salaria, al fine di renderlo maggiormente fruibile magari non solo per gli abitanti della Valle del Velino, ma anche per chi trova nella Salaria una via di facile accesso?

Crediamo che pensare il Grifoni come un servizio destinato ad un’Area Vasta sia ragionare con i nuovi algoritmi della politica sanitaria e che questa scelta, vista oggi come una rinuncia Campanilistica per alcuni, possa trasformarsi in una “messa in sicurezza” non solo sismica ma anche da possibili chiusure o depotenziamenti tipici dell’attuale Sanità.

Naturalmente confidiamo anche nell’intelligenza politica del Pirozzi che se davvero, come raccontato gli addetti ai lavori, ambisce alla poltrona di Governatore, o se non vi ambisce ve lo stanno posizionando per presunti meriti i suoi sostenitori, sappia già pensare con l’ apertura del Governatore e sappia capire che i servizi pubblici sanitari devono essere prima si tutto fruibili per l’ utenza. Se invece il sindaco di Amatrice dovesse scegliere di proseguire il braccio di ferro per tenersi stretto l’Ospedale, potremmo dire che forse i tempi per pensarlo Presidente della Regione Lazio, non sono  maturi…. mancherebbe ancora programmazione strategica e quel senso aperto di comunità capace di travalicare il proprio campanile.

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