Con la Falcone e Bersani, la disfatta di Caporetto può trasformarsi nella difesa del Piave

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris

di Gian Franco Ferraris – 27 ottobre 2017

La legislatura che era iniziata con l’incapacità dei parlamentari del Pd di eleggere il Presidente della Repubblica, è proseguita peggio: con il tradimento a Bersani, la coltellata a Enrico Letta, il disastro del governo Renzi finisce nel grottesco, Denis Verdini che fa approvare una legge elettorale pensata per far sopravvivere il Pd e la destra di Berlusconi nel prossimo Parlamento, al di là della volontà dei cittadini considerati alla stregua di creduloni e idioti, che dovrebbero credere a una competizione finta tra centrosinistra e centrodestra per poi giungere a un accordo di governo il giorno dopo le elezioni tra Berlusconi, Renzi, Verdini e C.

La sinistra, d’altra parte, pare condannata da leader spaesati e rissosi tra loro e un popolo orfano  e condannato all’irrilevanza e all’autoreferenzialità.

Ieri Stefano Fassina ha fatto un drammatico appello:

“Se ancora esiste un “popolo della sinistra” dal quale trarre passione politica e forza morale e intellettuale, questo popolo è esausto per colpa nostra. E implora di muoversi. È da tempo scaduto il tempo. Sono mesi che siamo invischiati in discussioni autoreferenziali e incomprensibili. Una telenovela infinita, mentre Pd, destre e grillini parlano all’Italia, con messaggi spesso inquietanti, ma riconoscibili. A pochi mesi (5?) dalle elezioni, noi, Sinistra Italiana, Art. 1-Mdp, Possibile e i protagonisti del Brancaccio, non abbiamo ancora un nome, un simbolo, un messaggio identificativo per quel popolo delle periferie esistenziali, economiche e sociali che vorremmo tornare a rappresentare. Che fare per contribuire a sbloccare il percorso della lista unitaria? Non ho mai avuto una cultura “basista”, ma oggi sento la responsabilità di fare un appello a chi sta sul territorio: fatevi sentire, convocate assemblee unitarie e inviate messaggi ultimativi a Roma. “

Parole in gran parte vere ma dubito che possano portare a una svolta concreta.

L’altro ieri ho partecipato a una bella assemblea in provincia; gli interventi richiamavano l’eco dei principi originari della sinistra, proponevano un programma che dovrebbe avere per caposaldi un nuovo umanesimo per affrontare la drammatica situazione occupazionale del Paese, la ridistribuzione dei redditi per rimediare alle povertà vecchie e nuove, una riforma della scuola che faccia dimenticare la “buona scuola di Renzi”. Gli interventi ribadivano che occorre non ripetere gli errori del passato, reclamavano una svolta di metodo e di volti nuovi, chiedevano non solo una lista elettorale ma la costruzione di una nuova formazione politica.

Ascoltavo questi buoni propositi e mi è venuta alla mente  la disfatta di Caporetto (10 novembre 1917). Nella peggiore tradizione italiana, nessuno si assunse  la responsabilità della sconfitta  e si scaricarono le colpe addosso agli altri: i generali inetti senza pudore scaricarono le colpe sui soldati poco combattivi (?) e  poi cercarono di mettere la polvere sotto il tappeto.

Ricordo che il generale Luigi Cadorna, capo induscusso dell’esercito, credeva di combattere una guerra simile a quelle di Napoleone all’inizio dell’ottocento, mentre si trovava di fronte aerei, mitragliatrici, trincee. La battaglia di Caporetto mi è apparsa tragicamente simile alla realtà della sinistra attuale.

Probabilmente si voterà alle idi di marzo e quindi la lista dovrà essere essere pronta a metà gennaio. Ora, come è possibile in due mesi rimediare a una situazione compromessa e costruire una nuova formazione politica, scrivere il programma e pure presentare candidati potabili?

Mi è venuto alla mente un altro ricordo: ho due figli di 36 e 21 anni: tutte le volte che sono andato alle udienze dei genitori a scuola avevo l’abitudine di osservare gli altri genitori e tutte le volte mi ponevo questa domanda: come mai tutte le famiglie di lavoratori e di persone umili votano la Lega o Berlusconi e le èlites invece votano centrosinistra? E’ questa la verità e ora come è possibile in due mesi invertire la rotta e convincere il popolo naturale della sinistra a votarci dopo che da decenni non si riconoscono più nella sinistra?

Se andiamo avanti così, con parole d’ordine percepite dall’opinione pubblica come prive di significato, rischiamo di fare un’altra Caporetto. La politica oggi è ridotta a un misero spettacolo, con tutti i mezzi d’informazione e le èlites economiche di fatto contrarie alla nuova formazione di sinistra; in questo quadro i nostri capi in questi mesi, dalla vittoria sul referendum in avanti, hanno fatto errori strategici madornali; è inutile ricordarli ma è auspicabile  che ci riflettano e che  cambino rotta e atteggiamento, perchè solo con l’umiltà si può recuperare una vera connessione sentimentale con il popolo.

Fra tutti gli errori commessi, bisogna riconoscere che D’Alema ha capito prima cosa sta accadendo e cosa bisogna fare. Già a maggio ha detto:

«L’alleanza per il cambiamento ha una potenzialità che va molto al di là della somma delle singole forze. Dovrebbe nascere da un processo costituente, attraverso la rete e una serie di assemblee, con una grande consultazione programmatica. E dovrebbe comportare elezioni primarie sia per l’indicazione dei candidati (un punto forte dell’intesa Berlusconi-Renzi è il mantenimento delle liste bloccate), sia per la scelta di una personalità che guidi questo processo».

Ebbene questa proposta limpida ha almeno quattro grandi pregi e nessun difetto:

  1. e’ inclusiva e costruttiva perchè consente a tutti i politici e alle persone di buona volontà di discutere e contribuire a scrivere un programma essenziale e condiviso. Avere come obiettivo un programma per affrontare i gravi problemi del Paese unisce ed evita, per quanto possibile, le discussioni inutili come quelle se è meglio il centrosinistra o la sinistra identitaria, su recriminazioni del passato e vecchie divisioni.
  2. avere una unica forza politica ‘a sinistra’ chiarirebbe all’opinione pubblica di oggi distratta da mille problemi che c’è una alternativa concreta a Renzusconi, alla Lega e al movimento 5 stelle. Spunterebbe anche l’arma del Pd del “voto utile”.
  3. Consentirebbe a coloro che hanno l’ambizione di guidare questa forza politica di farlo in modo democratico, civile, scelto dai cittadini.
  4. con la scelta dei candidati a deputato si invertirebbe la rotta della frattura ogni giorno più profonda tra politici e società.

Poco dopo la disfatta di Caporetto, gli alpini si sono difesi eroicamente sul Piave; quello che si può fare oggi è una difesa, con i militanti disponibili, con il proprio popolo, con i reduci di mille battaglie perse, con giovani di buona volontà: unire la sinistra su un programma essenziale, proporsi in modo semplice, presentare dei volti nuovi come Anna Falcone che rappresenterebbero, meglio di qualsiasi discorso, un segno distintivo di discontinuità rispetto al passato; ma la strategia di tutto ciò è bene lasciarla a uno solo, un generale esperto, e D’Alema è la persona più competente; come il generale Armando Diaz che ha guidato le truppe italiane sul Piave. Tutti dovrebbero seguirlo.

Sul programma non ci sono, mi pare, sostanziali differenze: il risanamento morale della politica, la priorità della pace, la tensione verso la giustizia sociale in una lotta per i diritti sociali e civili, la difesa dell’ambiente, la solidarietà umana, il superamento della prevaricazione maschile sono valori condivisi da tutti.

So bene quanto sia difficile passare dal programma alle scelte delle persone. E pure comprendo che i deputati uscenti di MdP e Sinistra Italiana cerchino di conservare il posto in Parlamento: E’ una debolezza umana. Tuttavia, per distinguerci da Grillo, Renzi, Berlusconi e Salvini è di grande importanza far scegliere i candidati dai territori e le  primarie serie restano il metodo più cristallino possibile.

Occorre poi riconoscere che i partiti di sinistra attuali non sono abbastanza rappresentativi dei bisogni  della società italiana e varrebbe la pena di integrare le liste con persone autorevoli per competenza, esperienza e qualità morali. Persone che farebbero fare un salto di qualità e credibilità alla lista e consentirebbero di raggiungere un risultato oggi neanche immaginabile.

Avviare un pro­cesso di que­sta natura sarebbe di per sé di enorme impor­tanza. Da anni in Ita­lia, ripeto, non esi­ste una sini­stra orga­niz­zata in grado di rap­pre­sen­tarsi in tutte le situa­zioni, isti­tu­zio­nali e sociali, come ele­mento deci­sivo del con­fronto e del con­flitto. Se pro­ve­remo a crearla, imboc­che­remo la nuova strada. Se no, no. E saranno dolori per tutti.

Rivolgo un appello ai venticinque lettori di Nuovatlantide, a riflettere attentamente su questa proposta. Se la trovate di buon senso vi invito a diffonderla nel modo più ampio possibile, perchè il tempo stringe e non si può stare fermi ad aspettare.

 

 

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23 commenti

Orfeo Valentino 28 Ottobre 2017 - 10:28

Avanti uniti

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Carmine Eliseo 28 Ottobre 2017 - 13:13

Ma cosa stiamo aspettando al programma? Iniziamo a discutere con le principali città ove già vi sono i punti di riferimento delle varie componenti. Dalla Campania, per esempio. Iniziate da caserta ove queste realtà sono presenti. Tacco di Ghino.

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Massimo Vaj 28 Ottobre 2017 - 14:00

D’Alema lasciamolo sulla sua barca a vela a sorseggiare il vino che produce. Il mio voto il PD dei traditori non lo avrà mai più. Voterò Pisapia

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carmen 2 Novembre 2017 - 18:18

Certo che per sfuggire ai traditori, Pisapia è una garanzia. Chi ha abbandonato il comune di Milano nelle mani, poco pulite, di Sala?

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Marino Fabbri 28 Ottobre 2017 - 15:48

Bella foto. Se la Falcone fa saltare un altro bottone della camicetta raddoppiano i voti.

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Mario Tomasucci 28 Ottobre 2017 - 16:18

Accostare la Falcone e D’ Alema, già mi vien da ridere

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Araldo Spairani 28 Ottobre 2017 - 17:31

Gian Franco non saprei che dire né cosa aggiungere alla tua riflessione/appello perché credo che tutto questo teatrino primaverile/estivo/autunnale ad oggi sembra non cavarne un ragno dal buco.

I tempi sono stretti e il teatrino continua alle soglie dell’inverno
che, se non vogliano che per noi sia letale si deve urgentemente non solo avere un leader ma soprattutto un programma che non si limiti solo a belle e solite parole elettorali ma che dia risposte fattibile a chi oggi da NOI si sta sempre più allontanando.

D’Alema l’ho scritto più volte, nonostante la sua grande
esperienza e anche capacità di visione politica, non credo sia un Diaz che possa rimediare alla nostra Caporetto , perché,
spiace dirlo, per la sua supponenza non è molto ben visto da buona parte della sinistra (popolo) e potrebbe per questo, essere divisivo nonostante i suoi intenti unitari.

Come sono dure ma VERE le tue esternazioni sulla élite di
sinistra, distante dalla realtà del Paese che ci ha fatto perdere consensi verso i populismi (Renzi, Salvini, Grillo, Berlusconi e altri che si affacceranno sulla scena), che io credo sia stato il vero male delle nostre sconfitte.

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Gian Franco Ferraris 29 Ottobre 2017 - 13:10

Araldo mancano 2 mesi alla presentazione delle liste D’Alema ha un carattere da tragedia ed è superbo, ma è quello che ha compreso “prima” quello che stava accadendo – è il “generale ” più giusto anche perchè i fuoriusciti dal Pd in questi mesi hanno fatto errori in serie industriale per il semplice motivo che sono usciti dal Pd senza avere le idee chiare. Poi io cercherei di fare un processo rigorosamente democratico e con una portavoce che segni il distacco con gli errori del passato come Anna Falcone o Civati che è stato molto bravo in questi tre anni. In ogni caso sarà – se va bene, una dirigenza collettiva perchè Pietro Grasso sarebbe grasso che cola e gli stessi Bersani e Errani hanno una connessione sentimentale con il popolo di sinistra – rara

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Araldo Spairani 29 Ottobre 2017 - 16:54

Noi a Como su questi temi importanti, partendo dalle basi tracciate dalla Falcone e Montanari domani sera abbiamo una riunione alla quale non parteciperò per i motivi che tu sai (sono un’anatra azzoppata ).

Purtroppo dalle idee che ci scambiamo tra noi su FB e attraverso email, seppur in tutti vi è la speranza e volontà di riuscire ad uscire
da questo anonimato politico che ha oggi la sinistra, sembra che
non si abbia ancora le idee ben chiare.

Concordo su d’Alema (non sono prevenuto, ci mancherebbe),
come nonostante le critiche che ho fatto, e faccio a Bersani e altri “fuoriusciti” ho per Bersani la massima stima. L’uscita di Grasso dal PD potrebbe essere la carta riassorbente che faccia rientrare tutte le nostre anime disperse.

Comunque la strada la vedo ancora in salita e questo lo vedrai anche tu, leggendo post di compagni in Fb che non vanno oltre la rabbia che ci hanno volutamente inculcato. Come si dice <>, ed oggi la mente di tanti la dobbiamo riaccendere.

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espa 28 Ottobre 2017 - 19:39

ottimo contributo, sarebbe ora che parlassero tutti i diretti interessati, che dicono di non dirigere ma di fatto dirigono il processo…sarebbe ora che provassero a concretizzare passando da ragionamenti fumosi a proposte concrete come quella di D’Alema, e infine sarebbe opportuno che a sinistra, si parlasse mostrando da parte di ogn’uno, concretamente la generosita’ politica e umana, che la sinistra afferma di possedere come elemento fondante.

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Vincenzo 29 Ottobre 2017 - 11:54

D’accordo su tutta la linea con l’unico dissenso riguardo al compito assegnato a D’Alema . Non sto qui a spiegare i motivi, tanti, basti solo ricordare che fu lui tra gli artefici dell’incapacità del PD di nominare il nuovo Presidente della Repubblica nella figura di Romano Prodi. Con questo non dico che si deve escluderlo , la sinistra ha bisogno di unire tutte le forze disponibili ma la scelta dei suoi leader deve avvenire sul campo .

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Mauro Mariotti 29 Ottobre 2017 - 12:04

Concordo, ma D’Alema è visto come il fumo negli occhi da tanti.
Meglio che rimanga in secondo piano.
Partiamo dal basso, qui a Pesaro abbiamo iniziato, Art.1, Possibile e SI

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massimo 29 Ottobre 2017 - 22:27

rifondazione no?

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giovanninews 29 Ottobre 2017 - 14:01

D’Alema non fece una legge sui coflitti si interesse e persino Bersani preferì governare con il partito di berlusconi. Troppi vecchi della vecchia politica. comunque auguri al pluralismo.

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Piero Casciani 29 Ottobre 2017 - 14:38

Bello l’accostamento con Caporetto,
D’Alema è la figura che più si avvicina a quella del generale Cadorna.
Continuiamo così, facciamoci del male…

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Anna 29 Ottobre 2017 - 17:05

Da parte di una che non ha mai votato PD e che però riconosce che si sta formando un vuoto pericoloso per mancanza di una sinistra credibile: rivedete la lista dei valori “condivisi da tutti”. Anzitutto, “tutti” chi? Poi: “la priorità della pace”: per quante persone, tra quelle che vorreste che vi votassero, la pace è una priorità? Altra questione: “il superamento della prevaricazione maschile”: questa definizione è fumosa, odora/ puzza di politically correct; vuol dire molto poco; da donna, vi dico che non è con le contorsioni verbali che si ottiene la giustizia in campo di parità di diritti tra i sessi. Il consiglio che do è di disfarvi del politically correct (continuando a coltivare il rispetto per le persone), che tanto contribuisce a rendere incomprensibili i politici della sinistra, quando tentano di parlare e di spiegarsi.

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Cardoni Mauro 30 Ottobre 2017 - 23:21

Secondo me il cammino è molto lungo, 25 anni errori da parte del più grande partito della sinistra non si colmano in 4 mesi. Costruire una nuova classe politica rappresentativa non è una sciocchezza. Chiaramente il PD è il massmo dell’aspressione minimalista, cialtrona e opportunista. Frasi fatte come “i tempi sono cambiati” o ” la globalizzazione dei mercati” l’ho sentito centinaia di volte. Se questi citati sono argomenti validi, che la classe dirigente dal PDS in poi ha fallito. Quindi ripescare Dalema, a cui riconosco un’intelligenza e capacità politica eccezionale, non cambiera’ di una virgola il declino a sinistra.

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Cardoni Mauro 31 Ottobre 2017 - 0:06

Vorrei continuare il mio ragionamento..( Per chi legge, l’inizio è il post successivo) Io inizirei a fare mea culpa dall’accordo sindacale del 23 luglio del 1993, quello della politica dei redditi. Da li in poi è iniziata la divaricazione tra lavoratori, quelli di serie A occupati nelle grandi fabbriche e nella P:A:, e quelli di serie B, occupati nelle piccole e piccolissime aziende. Ecco la ragione della scomparsa della classe media. L’introduzione dell’Euro in un anno ha gettato in povertà milioni di persone. Ora non mi sogno nemmeno di contestare il valore dell’ingresso nella moneta unica, bensì occorreva un controllo sistematico sulla speculazione dei prezzi. In paio d’anni i prezzi reali sono raddoppiati, mentre i salari rispettavano rigorosamente il cambio. Risultato : il potere d’acquisto dei salari è sceso del 50%. Vogliamo parlare dei lavoratori impiegati nelle coopertive? Lavoratori di serie Z, senza diriti, senza futuro pensionistico, mezzo salario a parità di mansione. Chi contesta questo mente sapendo di mentire. D’altra parte la cooperativa è stata , per la sinistra, da sempre un modello d’impresa alternativa a quella classica del “capitalismo”. Il più grande errore della storia della sinistra. Vogliamo parlare dei problemi delle famiglie che non fanno figli?L’ipocrisia più becera di tutta la politica italiana . Come fa una donna a entrare in maternità se poi perde il posto di lavoro? Il jobs act è l’apoteosi, in pratica chi è impiegato nel settore privato non potrà avere figli. Vogliamo parlare degli immigrati, un esercito di nulla facenti, sempre più fuori controllo, che spacciano droga, scorrazzano nelle città, devastando gli alloggi messi a disposiizone? Anche io penso che lo jus soli sia una legge di civiltà, il problema che in Italia la civiltà è regredita. Corruzzione e criminalità comune è a livelli sudamericani. Questo sono i problemi della gente comune, avvitarsi su ragionamenti filosofici sull’identità della sinistra non interessa a nessuno, salvo un minoranza che ha la fortuna di avere gruzzolo in banca, i figli occupati, magari in pubblica amministrazione, dove in casa entrano minimo due stipendi. La maggioranza della gente questa opportunità non l’ha mai avuta. Concludo ringraziando gli autori di questo blog, occasione di discussione su temi a me molto cari.

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Gian Franco Ferraris 1 Novembre 2017 - 0:58

puoi anche scrivere, seguendo le linee guida o inviando un messaggio

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Cardoni Mauro 1 Novembre 2017 - 20:48

Grazie, ma siccome la rpima volta che ho provato a scrivere un commento, il sistema non me lo pubblicava, questa volta ho scritto un po e poi ho provato a pubblicare. Grazie comunque.

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Roberto Raffaele Giugliano 31 Ottobre 2017 - 8:46

è STATO D’Alema,per primo ad impostare la questione di una Sinistra di Governo. Ora con condizioni sociali ribaltate volete impostare una Sinistra di Opposizione. Mi sembra un discorso suicida che porterà ad una ulteriore emarginazione del pensiero di Sinistra. Anche le Brigate Rosse ragionavano con questa mentalità ma almeno erano più consequenziali. Riflettete la Sinistra in questa nazione è stata sempre minoritaria ma l’abilità di Berlinguer fu di portarla a vette estreme che,oggi, con l’attuale Legge elettorale consentirebbe di avere la maggioranza parlamentare.

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Fausto Anderlini 31 Ottobre 2017 - 14:48

ottima idea Gianfranco

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Roberto Negro 3 Novembre 2017 - 18:39

Lasciando perdere “il disastro del governo Renzi” (che nessuno è ancora riuscito a dimostrare, mentre è ampiamente dimostrato il contrario) rimane il fatto che D’Alema sia l’individuo più disonesto che abbia mai fatto politica in Italia. Ed è anche un fallito: qualcuno sa elencarmi una singola sua mossa politica che abbia avuto successo (salvo le coltellate alle spalle del capo del suo partito, nelle quali è maestro inarrivabile)?

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