The night you slept

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Cesare Pavese

Anche la notte ti somiglia,
la notte remota che piange
muta, dentro il cuore profondo,
e le stelle passano stanche.
Una guancia tocca una guancia –
è un brivido freddo, qualcuno
si dibatte e t’implora, solo,
sperduto in te, nella tua febbre.

La notte soffre e anela l’alba,
povero cuore che sussulti.
O viso chiuso, buia angoscia,
febbre che rattristi le stelle,
c’è chi come te attende l’alba
scrutando il tuo viso in silenzio.
Sei distesa sotto la notte
come un chiuso orizzonte morto.
Povero cuore che sussulti,
un giorno lontano eri l’alba.

Cesare Pavese, 4 aprile 1950

8 maggio
E’ cominciata la cadenza del soffrire. Ogni sera, all’imbrunire, stretta al cuore – fino a notte.

13 maggio
In fondo, in fomndo, in fondo, non ho colto al volo questa straordinaria avventura, questa cosa insperata e fascinosa, per ributtarmi al mio vecchio pensiero, alla mia antica tentazione – per avere un pretesto per ripensarci…? Amore e morte – questo è un archetipo ancestrale.

16 maggio
Adesso il dolore invade anche il mattino.

 

Cesare Pavese, Il mestiere di vivere 1935- 1950. Edizione Einaudi 1952

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