Dopo l’addio di Napolitano, Carlassare o Rodotà al Quirinale

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucio Giordano
Fonte: Alga news
Url fonte: http://luciogiordano.wordpress.com/2015/01/01/dopo-laddio-di-napolitano-carlassare-o-rodota-al-quirinale/

DI LUCIO GIORDANO 03 gennaio 2015

Adesso che anche lo stesso Napolitano ha annunciato le sue  dimissioni nel  discorso di fine anno, ci si può finalmente sbizzarrire sul toto-Capo dello stato. Ma prima è bene fare un passo indietro, tornare proprio all’ultimo messaggio alla nazione di Re Giorgio. Che per prima cosa ha lanciato l’ennesimo endorsement al governo Renzi, alle riforme che l’attuale inquilino di Palazzo Chigi sta imponendo all’Italia, senza che nessuno queste riforme gliele abbia mai chieste.

Anche stavolta, dunque,  Napolitano si è tolto la giacchetta nera di arbitro, per indossare la sciarpa del tifoso. E va bene, gli venga concesso, essendo il suo ultimo discorso da Capo dello Stato. Però, quando parla di italiani indegni, sarebbe bello capire a chi si riferisca. Si, perchè se si riferisce a mafia, camorra, ndrangheta, massoneria, evasori, corrotti, va bene. Sono indegni.  Se si riferisce alla casta sempre più arroccata dei privilegiati, a chi sta affamando gli italiani con riforme del lavoro sempre più vicine allo schiavismo, a chi vorrebbe costruire un’Italia di serie A e un’Italia di serie B, agevolando le privatizzazioni e favorendo cosi  lo spudorato ladrocinio della finanza internazionale che ha messo le mani sul patrimonio dell’Italia più bella,  va benissimo. Ma se si riferisce alle opposizioni che protestano o ai milioni di italiani che non ci stanno a vedersi scippati i diritti conquistati con generazioni di lotte per il lavoro, non ci siamo. Non possiamo esserci.

E anche quando ieri l’attuale capo dello stato parlava di Europa, di moneta unica, bisogna fare dei distinguo. L’Europa delle banche non ha più senso di esistere. E se per arrivare all’Europa dei popoli, della solidarietà, della giustizia sociale , dell’uguaglianza di leggi e Paesi si dovesse ripartire da zero, cancellando anche l’euro che tanto ha favorito alcune nazioni mortificandone altre , ben venga. Perchè o l’Europa torna ad essere quella sognata da Altiero Spinelli, se possibile addirittura migliorata, o se è quella attuale meglio lasciar perdere: ognun per sè e Dio per tutti, con buona pace della Lituania, da oggi diciannovesimo membro del triste club di eurolandia.

Ecco. Partendo da quanto appena detto, è giusto sottolineare che il prossimo Presidente della Repubblica questi punti dovrà seguirli tutti. Se dovesse essere un fautore a tutti i costi della moneta unica, inginocchiandosi alla Bundesbank, allora meglio che cancelli il proprio nome dalla lista dei papabili al Quirinale. Se fosse invece un capo dello stato di tutti gli italiani e si ergesse a paladino di un’europa solidale e di un’Italia giusta, allora il Paese lo accoglierebbe a braccia aperte. I primi nomi che mi vengono  in mente sono quelli  di Stefano Rodotà,   o della costituzionalista Lorenza Carlassare. Personaggi  dalla forte personalità e di assoluta trasparenza morale.

Peccato che, come  ha sottolineato oggi Lucia Annunziata in un articolo, Renzi non abbia nessuna intenzione di eleggere un presidente di peso. Preferirebbe un avatar, un Medvedev tricolore, un presidente debole e accondiscendente. Per poter comandare meglio una nazione frastornata e piegata in due dall’ingiustizia e dalla miseria. Il fatto è  che poi  tutto servirebbe all’Italia, tranne una figura di basso profilo. La stessa giornalista lo sottolineava nel suo pezzo. E subito tal Sandro Ciampino la riprendeva cosi: ‘L`Annunziata, a mio parere, rappresenta quella parte della sinistra Italiana che pur con, forse, buone intenzioni ha ingessato questo paese e ha pertanto una responsabilità, grande, sul declino Italiano. Ora anche se con metodi escursionisti Renzi sta cercando di modernizzare questa società, che ha lasciato a piedi giovani e lavoratori non tutelati. Peggio di così difficilmente potevamo andare. QUINDI LE VARIE Annunziata D’Alema Cuperlo facciano un passo indietro. E si godano le loro ricche rendite’.

I media italiani hanno dunque la colpa o il merito, a seconda dei punti di vista, di aver istillato nel Paese la convinzione che l’attuale inquilino di Palazzo Chigi sia il nuovo. Intollerabile, visto che Renzi è sempre più considerato da molti italiani il Metternich dell’Arno. E cosi rispondevo con una punta di indignazione: ‘Dunque, vorrei capire, Ciampino. Modernizzare, per lei, vuol dire esautorare il parlamento, rendere precario il lavoro e incerta se non drammatica la vita di 60 milioni di italiani. Modernizzare per lei vuol dire , come provò a fare Berlusconi, un uomo solo al comando. Ma questa è storia vecchia: ci ha già provato un secolo fa Mussolini. Altro che rottamatore. Costui, Renzi, è un restauratore reazionario. Che vuole instaurare un presidenzialismo autoritario. E se cosi fosse, gentile Ciampino, allora andrei a Fiumicino ( mi si perdoni la battuta) per prenotare il primo volo lontano dall’Italia. Sono infatti allergico alle dittature, di qualsiasi natura. Detesto la parola duce: sia che provenga da Predappio, da Arcore, da Pontida o da Pontassieve”.

Ecco perchè il prossimo Capo dello Stato deve esser un contrappeso per le tentazioni di un presidente del consiglio che punta al premierato forte, che sta già cambiando la seconda camera dello stato affinchè non controlli il controllore. Ecco perchè servirebbe un Presidente della repubblica alla Rodotà o alla Carlassare e non un Capo dello Stato prono ai poteri forti. Ed ecco perchè tra un mese si potrebbe decidere il destino della nostra Nazione. Puntiamo quindi bene gli occhi sulla corsa al Quirinale. Tutti. E buon 2015. Credetemi: mai come  ora  di auguri ne abbiamo  davvero bisogno .

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