L’emergenza ignorata dei poveri senza cure

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: NINO CARTABELLOTTA*
Fonte: La stampa

Presidente Fondazione GIMBE

L’emergenza ignorata dei poveri senza cure

C’era una volta il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), nato nel 1978 sotto il segno di universalismo, equità e uguaglianza, finanziato con la fiscalità generale e riconosciuto tra i migliori modelli di sanità al mondo, sia per efficienza, sia soprattutto per i risultati di salute. Poi, a partire dal 2010, tra tagli e mancati investimenti da parte di tutti i Governi questo pilastro della nostra democrazia è stato via via indebolito. Infatti, se nel 2010 la spesa sanitaria pubblica pro-capite era pari alla media dei paesi europei, nel 2022 l’Italia ha speso circa 47,3 miliardi di euro in meno. E dal 2010 al 2022 il gap complessivo ha superato la cifra di 300 miliardi di euro: come si può pensare che una simile sottrazione di risorse non distrugga progressivamente la più grande opera pubblica mai costruita in Italia?

Al di là degli entusiastici proclami di una maggioranza che si vanta dell’entità del finanziamento pubblico della sanità raggiunto nel 2024 e delle severe critiche di un’opposizione che in passato ha contribuito alla disgregazione del SSN, la classe politica dovrebbe farsi un bell’esame di coscienza e riconoscere che oggi la vera emergenza del Paese è la sanità. Non solo per le interminabili liste di attesa per una prestazione diagnostica, una visita specialistica o un intervento chirurgico. Non solo per la mancata “presa in carico” dei pazienti cronici, in particolare quelli oncologici, costretti a peregrinare – come novelli Ulisse – tra diversi specialisti, ospedali e Regioni. Non solo perché le mancate tutele pubbliche vengono sempre più sostituite da risposte private. Ma anche perché l’indebolimento del SSN ha un rilevante impatto economico sulle famiglie, in particolare quelle meno abbienti e residenti nel Mezzogiorno: dall’aumento della spesa privata all’impoverimento, dall’indebitamento alla rinuncia alle cure. Con un effetto domino sulla crescita economica del Paese difficilmente stimabile, ma indubbiamente catastrofico: perché se le famiglie si impoveriscono, si indebitano o rinunciano a curarsi, crolla il livello di salute della popolazione, che è strettamente correlato alla crescita del PIL. Quali soluzioni? Innanzitutto, serve una visione su quale SSN la politica intende lasciare in eredità alle future generazioni: visione che deve prescindere da avvicendamenti di Governi e da ideologie partitiche, facendo uscire la sanità da sterili dibattiti, visto che in gioco c’è la salute e la vita delle persone. Se si vuole davvero preservare un SSN basato sui princìpi fondanti del 1978, bisogna pianificare un progressivo rilancio del finanziamento pubblico e mettere in campo coraggiose riforme, che ormai latitano da 25 anni. In caso contrario la politica deve riconoscere che, in un’epoca liberista, le condizioni economiche del Paese (crescita dello zero virgola, interessi sul debito pubblico, evasione fiscale) richiedono un altro modello di SSN. Un modello che prevedrebbe l’ingresso di capitali privati tramite l’intermediazione assicurativo-finanziaria e l’uscita dai livelli essenziali di assistenza di un certo numero di prestazioni sanitarie. Ma anche in questo malaugurato scenario non si dovrebbe rinunciare ad una governance pubblica, perché la privatizzazione strisciante alimenta enormi diseguaglianze sociali.

Il 15 marzo 2013, la Fondazione GIMBE lanciò il programma #SalviamoSSN prevedendo che la fine del SSN non sarebbe stata annunciata dal fragore di una valanga, ma si sarebbe concretizzata come il silenzioso e inesorabile scivolamento di un ghiacciaio, attraverso lustri o addirittura decenni. E nell’indifferenza dei Governi degli ultimi 15 anni il ghiacciaio è scivolato a tal punto da erodere quel diritto che i Padri costituenti hanno voluto indicare esplicitamente come “fondamentale” nella Carta Costituzionale. Se esiste ancora la Politica, nel senso più nobile del termine, che batta un colpo: il tempo della manutenzione ordinaria del SSN è scaduto e la nostra salute è troppo preziosa per essere svenduta al miglior offerente.

 

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.