SI FA PRESTO A DIRE SCIENZA – LA CORDATA CHE VIENE DA LONTANO

per Filoteo Nicolini

                                          SI FA PRESTO A DIRE SCIENZA

                                     LA CORDATA CHE VIENE DA LONTANO

La scienza è tenuta in alta considerazione nella nostra società, anche se l’opinione pubblica si limita a un consenso sonnolento, come se fosse sedata da un potere collettivo e invisibile. Come se la scienza esistesse motu proprio e avesse radici nel secolo XVI. In realtà, c’è stata una spinta poderosa che nasce lontano nei tempi del Mistero del Calvario.

La ricostruzione che segue vuole ricordare alcune tappe della nostra storia culturale che gettano luce sul suo sviluppo quale avventura del pensiero. Queste tappe possono presentare aspetti vaghi, misteriosi e con connotazioni mistiche. Oggi tutti ammiriamo le opere d’arte sacra del passato come un retaggio di fatti lontani risalenti ai Vangeli. E’ allora utile indagare come si è diffuso il Cristianesimo nelle diverse epoche successive al Mistero del Calvario, per capire come evolve la comprensione spirituale della presenza del Cristo negli avvenimenti in Palestina.

Infatti, il germe di quello che oggi conosciamo come scienza materiale, per incredibile che possa apparire, ha messo le sue prime radici proprio in quei tempi. Dobbiamo dare la giusta attenzione alle diverse e distinte fasi dello sviluppo e diffusione del Cristianesimo. Appare una tensione costante volta a raffigurare elementi di conoscenza di quegli eventi straordinari, e tale tensione muta nel tempo in base alle caratteristiche dell’anima in evoluzione.

E il modo nei primissimi secoli è molto diverso dalle epoche successive. Nei primi secoli la disseminazione del Cristianesimo era dipendente da ciò che può essere raggiunto attraverso il piano fisico. I primi insegnamenti si avvalsero di memorie, connessioni e fatti collegabili fisicamente,  ricordi che si volgevano indietro fino a coloro che avevano ascoltato dalla viva voce i discepoli degli Apostoli. Attraverso tali ricostruzioni di eventi fisici era possibile provare che Cristo aveva vissuto realmente nella Palestina durante il suo magistero. Quindi, nei primi secoli veniva specialmente messo in enfasi la catena delle memorie e delle vive testimonianze, in un viaggio all’indietro fino ad arrivare a chi era stato compagno del Cristo.

Tutto ciò cambia dopo Agostino, fino ai secoli XI e XII. Ora non è più possibile fare appello a vive memorie o consultare documenti, ormai troppo distanti nel tempo dal presente. Quelli che mantengono e diffondono la Fede si basano su qualcosa di diverso, un’altra disposizione dell’anima. E’ il sentimento, la conoscenza diretta dell’esistenza del Cristo, della Sua morte sulla Croce e della sua Resurrezione. Una specie di esperienza interna come quella di Paolo sul cammino di Damasco. Dal quarto secolo approssimativamente al dodicesimo secolo, un grande numero di persone avrebbe considerato folle chi avesse detto di conoscere di un’altra forma gli eventi della Palestina. Per queste anime la conoscenza era direttamente basata sul sentire. Erano conoscenze basate su rivelazioni chiaroveggenti. Ci furono in quei secoli esseri umani capaci di avere una diretta e immediata conoscenza di Gesù di Nazareth e del Cristo. D’ora in poi, l’immagine del Cristo non fu più associata al mondo esterno ed alla trasmissione fisica della storia, ma si fondò su una veggenza eterica posseduta da anime particolarmente pervase dal corpo eterico del Cristo.

Se ora continuiamo a tracciare lo sviluppo del Cristianesimo, arriviamo al periodo tra il secolo XII e XV, dove scopriamo un mistero ancora diverso, perché ora ci furono numerose anime pervase dall’astralità del Cristo. In esse compare una forza di devozione e di certezza delle Sacre verità. Tali anime possedevano fervore e convinzioni dirette: il mondo dei loro sentimenti e fervore era molto esaltato, come in Francesco di Assisi. Quando studiamo la sua vita, piena di fervore e riverenza, capiamo che era uno di coloro che possedeva l’astralità sensibile del Cristo intessuta nella sua propria, così come molti seguaci dell’Ordine francescano. Si può affermare che in Francesco di Assisi, come anche in Elisabeth di Turingia, è presente l’anima senziente di Gesù di Nazareth. Queste personalità rispondevano alle esigenze del cuore con la fede, la compassione, la devozione. Ma possiamo imparare anche qualcos’altro, se vediamo come in questi secoli di cristianità appena descritti si sia sviluppato appieno il potere di giudizio e questa acuta saggezza intellettuale.

Va ricordato che l’astralità presenta tre componenti, la parte senziente, quella intellettuale e quella più propriamente cosciente. La distinzione importante da farsi per questi popoli dell’Età Media è se ciò che sintonizzano le loro anime della astralità di Gesù di Nazareth è più la parte senziente, o più la parte intellettuale, o più la parte cosciente nell’Io. Questa distinzione è fondamentale perché il corpo astrale deve essere immaginato come sede delle tre componenti che l’Io include.

Quindi, molte personalità ebbero l’anima senziente, altre l’anima intellettuale ed altre l’anima cosciente intrecciate con il corpo astrale di Gesù Cristo, a seconda della loro storia evolutiva. Possiamo così anche comprendere quella scienza calunniata e poco compresa che fu la Scolastica.

Che compito si posero gli esponenti della Scolastica? Trovare sulla base del giudizio e dell’intelletto verifiche e prove di quegli eventi risalenti al Cristo, per i quali non esistevano più legami storici e la mediazione fisica, né potevano essere conosciuti con chiarezza veggente per mezzo del corpo eterico.

Questi esponenti della Scolastica dicevano: la Tradizione ci ha comunicato che l’Essere di Cristo è

apparso nella Storia, e ci poniamo il compito di provare con concetti sottili e chiari tutto ciò che nei documenti religiosi appare come misteriose verità.

Nacque così quella strana scienza che cercò di raggiungere quello che forse è stato il massimo della sagacia e dell’intelletto mai raggiunto dall’Umanità. Si può pensare del contenuto della Scolastica come si vuole, ma per diversi secoli, semplicemente attraverso questa delicatissima discriminazione e l’esatta delineazione dei concetti, la capacità di riflessione umana si sviluppò e si impresse nella cultura dell’epoca. Fu tra il XIII e il XV secolo che l’Umanità ebbe impiantata, attraverso la Scolastica, la capacità di pensare con una logica acuta e approfondita.

Infatti, se fissiamo la nostra attenzione sulle realtà, e non sui dogmi, possiamo apprendere quanto il cristianesimo abbia realizzato nel corso del suo progresso. Che ne è stato della Scolastica, se la consideriamo non come un contenuto, ma come un mezzo per coltivare e disciplinare le facoltà?? È diventata la scienza naturale moderna. La scienza naturale moderna è del tutto impensabile senza la scienza cristiana del Medioevo. Non perché ricordiamo che Copernico fosse un canonico e Giordano Bruno un frate domenicano, ma  perché le forme di pensiero utilizzate nelle scienze naturali dal XV e XVI secolo sono debitrici della scienza scolastica del Medioevo. E questa a sua volta ci fa intravedere la cordata iniziata con i primi tentativi di conoscere la figura e la dimensione spirituale di Gesù di Nazareth.

Tra coloro che, a loro volta, erano più impregnati dell’anima cosciente di Gesù di Nazareth  apparve la convinzione speciale che il Cristo può essere trovato nell’Io. E il Cristo interiore risorgeva splendente nelle loro anime. Questi sono gli individui che conosciamo come Meister Eckhart, Johannes Tauler e tutti i portatori del misticismo medievale.

In questa linea è possibile seguire a titolo d’esempio la disputa medioevale e poi rinascimentale sul Sacramento della Comunione, cosa che faremo in un prossimo studio.

 

IMMAGINE: ALBERTO MAGNO

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