Spiati, classificati e plagiati.

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pino Coluccia

Spiati, classificati e plagiati.

Mi è capitato, come credo ormai a molti di voi, di vedere riportati sui post pubblicitari che intercalano i post sul mio modulo Facebook, riprodotti e promossi per acquisti ed altro, cose che mi avevano interessato, o guardandole scorrere o soffermandomi su di esse, o parlandone o, addirittura, pensandole per riflessione. Su di un primo momento ho pensato che questa coincidenza tra messaggi pubblicitari, su Facebook ed i miei interessi e/o pensieri fosse casuale, data l’omogeneità dei gusti e interessi commerciali alla quale siamo ormai assuefatti da una pubblicità pregnante, ossessiva e pervasiva. Pensavo: é l’industria consumistica odierna che ormai ci forma a sua immagine e somiglianza. Poi ad una attenta riflessione e documentazione sui “poteri magici” o meglio occulti e impercettibili di queste grandi reti di connessione e relazione delle quali ormai non possiamo più fare a meno, le cosiddette Piattaforme mediatiche quali, Google, Facebook, Istagram, TickTock, ecc…sono venuto a conoscenza e consapevolezza che queste, sistematicamente, nel momento in cui le usiamo sul nostro cellulare (ma sembra accertato, anche quando non le usiamo), siamo “Profilati”, cioè subiamo una registrazione personalizzata di tutto ciò che noi, proprio su queste Piattaforme, frequentiamo, vediamo, interloquiamo, visitiamo, ecc. Per cui siamo classificati, in una specifica anagrafica posseduta da queste piattaforme ed utilizzata non solo per conoscere e gestire i nostri gusti, per le nostre passioni, per i nostri interessi e addirittura le nostre idee, le nostre fedi religiose, le nostre convinzioni politiche, le nostre opinioni. Questi dati sono ottenuti con software sofisticatissimi, basati sui cosiddetti “algoritmi” cioè delle formule che riescono a elaborare e tradurre i dati strappati inconsapevolmente dalle nostre esperienze di contatto ormai quotidiano con queste piattaforme, Google, Facebook, Istagram TickTock, Twitter. Dicevo meccanismi sofisticatissimi che attraverso i cellulari raccolgono e veicolano questi dati con procedure occulte, del tipo: rilevano il tempo in cui ti soffermi su una immagine o su di un video relativo a specifiche situazioni o prodotti o etichette di siti, commerciali, politici, culturali, o amicizie e inimicizie o polemiche e quante volte lo hai fatto. Addirittura riescono a “vedere” tramite il tuo cellulare e attraverso le espressioni del viso nel leggere una notizia o nel visualizzare immagini e messaggi che tipo di sensazioni provi e infine ad ascoltare le tue conversazioni. Questo gigantesco Sistema di controllo è tuttora in fase di organizzazione planetaria e sarà sempre più affinato per controllare, conoscere, prevedere e programmare i comportamenti di noi cittadini. È un potere enorme che nella storia dell’umanità non si era mai verificato in modo così esteso, invadente, suadente e capillare, fino al punto di poter condizionare la vita di ciascuno, fin nella coscienza ed autocoscienza. Un potere nuovo quello delle piattaforme concentrato in poche mani e attualmente è in mano di Poteri Privati (i proprietari delle Piattaforme) e non Pubblici e che potranno utilizzare a loro profitto e piacimento. È attraverso questi potenti mezzi di formazione, informazione, relazione attualmente in mano a classi ed elitte capitalistiche dominanti che passano ideologie, visioni di parte che mirano all’autoconservazione del proprio potere, mistificando la realtà e le contraddizioni che in essa si manifestano nella vita dell’umanità e a contrastare e respingere idee, volontà che possano e vogliano liberarsi e rimettere in discussione queste condizioni di privilegio. Noi comuni mortali perderemo il nostro status di cittadini autocoscienti e indipendenti se questi “super poteri non saranno messi sotto controllo.

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