LA DISPUTA SUL SACRAMENTO DELLA COMUNIONE

per Filoteo Nicolini

LA DISPUTA SUL SACRAMENTO DELLA COMUNIONE

 

Nello studio precedente si diceva come gli avvenimenti del Cristo nella Palestina suscitarono un interesse via via crescente nella misura in cui il cristianesimo si diffondeva in Europa e il Medio Oriente. Che era successo in quei tre anni così come la tradizione riportava? Questa era la domanda che tante anime si facevano. Va considerato attentamente come la descrizione delle camminata terrestre del Cristo si sia evoluta nei secoli nei cuori di tanti.

 

Dobbiamo renderci conto innanzitutto che esistono differenze dell’anima tra gli esseri nell’evoluzione umana della Terra. Ovvero, distinguere nel corso della nostra evoluzione terrestre quelle individualità di spicco che fin dall’inizio si sono sviluppate con l’Umanità, solo che hanno fatto progressi più rapidi rispetto a tante altre. Esse ci indicano la tendenza nei mutamenti cognitivi.  Potremmo metterla in questo modo: Se torniamo indietro nel passato fino alle epoche lontanissime, troviamo tra gli esseri umani allora incarnati gli stadi di sviluppo più diversi. Tutte le anime incarnate a quell’epoca hanno sperimentato più e più volte reincarnazioni durante i successivi periodi. Ma queste anime si sono sviluppate con diversa rapidità. Alcune hanno fatto progressi relativamente lenti attraverso le varie incarnazioni e hanno ancora lunghe distanze da percorrere in futuro; ma ci sono anche anime che si sono sviluppate rapidamente, che hanno utilizzato le loro vite in modo migliore e sono quindi a uno stadio di sviluppo spirituale che sarà raggiunto dall’uomo normale solo in un futuro molto, molto lontano. Ma possiamo dire che per quanto queste anime individuali possano essere avanzate, per quanto possano elevarsi al di sopra dell’uomo normale, hanno comunque seguito lo stesso percorso nella nostra evoluzione terrestre del resto dell’umanità; hanno solo progredito più rapidamente.

 

In alcune compare una forza di devozione e di certezza delle Sacre verità. In altre si sviluppa la capacità di giudizio e una acuta saggezza intellettuale Ora possiamo anche intravedere i differenti percorsi evolutivi che hanno condotto a personalità come Francesco di Assisi, o a Bernardo de Chartres, o a Alberto Magno, o a Tommaso d’Aquino, o a R. Grosseteste, o a Ruggero Bacone, per citare solo alcuni esponenti. Sono diverse le evoluzioni che conducono per esempio a Bernardo de Chartres o a Guglielmo de Occam, ed ognuno fronteggia i misteri seguendo la propria indole spirituale così come l’ha sviluppata.

 

La vita e le opere di Cristo costituirono uno dei temi cognitivi principali affrontati nel Medioevo con acume intellettuale per trovare argomenti sottilissimi sulla base del giudizio e dell’intelletto.  Fu proprio allora che cominciarono le dispute relative all’Ultima Cena e a quale fosse il suo significato profondo. Finché si seppe che la Santa Cena forniva una prova vivente che la materia non è solo materia, ma che ci sono atti cerimoniali attraverso i quali lo spirito può essere unito alla materia, finché si seppe che questa compenetrazione della materia con lo spirito è un’unione con l’Essere di Cristo, la Santa Cena veniva accettata senza discussioni.

Tali discussioni non erano possibili prima quando c’era ancora un rapporto diretto e immediato con la Cena del Giovedì. E fino a quando la gente ebbe una conoscenza diretta dell’Ultima Cena non si discuteva di essa. Si può dire anche che non c’è conoscenza diretta di un dato tema quando si comincia a discuterlo. Le discussioni cominciano quando c’è mancanza di conoscenza, vale a dire che il desiderio di discutere può essere davvero considerato un segno di ignoranza; d’altra parte, si dovrebbe coltivare ciò che è l’opposto della discussione, la volontà di imparare, la volontà di comprendere gradualmente ciò che è in questione.

Fino all’inizio del nuovo millennio era particolarmente ben compreso quale profondità di mistero contenesse la Santa Cena. La si accettava in un modo che permetteva di sentire tutto quello che c’era nelle parole: Questo è il mio corpo e questo è il mio sangue, perché il Cristo indicava che si sarebbe unito alla Terra, sarebbe stato lo Spirito planetario della Terra. E poiché la cosa più preziosa che esce dalla terra fisica è il grano, il pane divenne per la gente il corpo di Cristo; e la linfa che scorre attraverso le piante divenne il sangue di Cristo.

Una visione spirituale del Cristo poteva essere trovata o nella lettura dei Vangeli o mostrando che tutta la materia è completamente estranea all’essere spirituale interiore dell’uomo. Gli si poteva mostrare che non è vero che dovunque la materia appaia nello spazio, è presente solo la materia. Come è possibile che ciò avvenga? In nessun altro modo, se non attraverso qualcosa che viene dato all’essere umano e che è allo stesso tempo spirito e materia; qualcosa che egli sa essere spirito e che tuttavia vede come materia. Perciò la trasformazione, eternamente valida, dello spirito in materia, della materia in spirito, doveva continuare come fatto vitale. E questo è avvenuto perché la Santa Cena è stata celebrata, è stata mantenuta nei secoli come rito cristiano. E più si va indietro nei secoli verso l’istituzione della Santa Cena, più si può notare come nei tempi più antichi, non ancora così materialisti, essa fosse meglio compresa.

Qualcosa di queste profondità illimitate è stato percepito in quei secoli, fino al momento in cui il potere del giudizio si risveglia nel corpo astrale di anime particolarmente evolute.

Per quanto riguarda le cose più elevate, quando si comincia a discutere di qualcosa, è una prova, di norma, che non la si capisce più. Le discussioni sono la prova che il punto in questione non è compreso dalla maggioranza delle persone coinvolte. Arrivò il momento in cui è sorto il materialismo, quando la gente non ha più capito cosa sta alla base della Santa Cena. Si discuteva allora se il pane e il vino fossero solo simboli del divino o se in essi fluisse realmente la forza divina. Tutte le controversie che sono sorte a questo proposito all’inizio della nuova epoca significano che la comprensione originale del rituale è andata perduta.

Dallo sfondo di quei sagaci pensiero emerse per esempio il teologo e traduttore della Bibbia in inglese J. Wycliff  che negò la transustanziazione  per affermare che nell’Eucarestia il pane e il vino non potevano essere annullati né transustanziati. Prima di lui Berengario aveva affermato che i sensi percepiscono le apparenze eucaristiche ed esse sono inseparabili dalle sostanze, vale a dire che il vino e il pane continuano ad esistere dopo la Consacrazione.

Il problema era stato sollevato.

Sarà Tommaso a replicare adottando la dottrina aristotelica della materia e della forma, dicendo che la sostanza del corpo di Cristo non coincide né con l’estensione dell’ostia né con le sue proprietà sensibili. La disputa si estese ai padri francescani Duns Scotto, Grosseteste e Ruggero Bacone. E il pensiero di Guglielmo di Occam si rivolse contro la fisica e metafisica aristotelica e tomista.

 

Continueremo in un prossimo studio.

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