La gente del bar e Nardella

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La gente del bar e Nardella
Ieri ci ha riprovato Nardella, ha detto: “Noi abbiamo la semplicità di parlare alla gente del bar”. Ma già un’altra volta Bonaccini aveva detto più o meno la stessa cosa. Addirittura, mi pare, che bisognasse persino pensare come la gente del bar. Ora, ve lo ricorderete il grande Massimo Troisi che, parlando di San Francesco (con tutto il rispetto possibile), raccontava come gli uccelli a un certo punto, quando lo vedevano arrivare si allontanassero subito: “ma San Francesco nun teneva nient’ cche’ ffa’… Steve semp a’ parla’ cu gli uccelli… Steve continuamente int’ ‘e recchie ‘e sti’ poveri bestie ca si chelle vulevano essere ‘nu poco tranquille, no? non lo so, secondo me gli uccelli nun ‘o suppurtavano cchiù a San Francesco. Appena ‘o vedevano arriva’, qualcuno: «Sta arrivando San Francesco…» E ciù ciù ciù! Tutte quante ca fujeveno ‘a copp’ a ll’alberi…!”).
Ecco, credo sia la stessa cosa per la gente del bar quando vede Nardella o Bonaccini avvicinarsi: “Oh, rieccoli un’altra volta! Ma non hanno niente altro da fare? Via, via, fuggiamo dal retro!”.
“Secondo me, è colpa ‘e San Francesco, si è nata ‘a migrazione ‘e gli uccelli…”, diceva Troisi. E di Nardella e Bonaccini se è nata la migrazione della gente dal bar.
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