Morti sul lavoro: Il disprezzo dell’umanità fatto passare per fatalità

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Chiara Saraceno
Fonte: La stampa

Morti sul lavoro: Il disprezzo dell’umanità fatto passare per fatalità

Centoquarantacinque morti sul lavoro da inizio anno, oltre 3 al giorno. Una vera e propria epidemia che non si può derubricare a fatalità e sfortuna. Si muore di lavoro perché chi ne ha la responsabilità, per fretta, voglia i tagliare i costi, semplice insipienza, non osserva e non fa osservare le norme più elementari di sicurezza e non si preoccupa se i lavoratori hanno ricevuto la formazione necessaria. Che il lavoro manuale, e in particolare quello edile, sia più a rischio di infortuni e di morte non è l’inevitabile conseguenza delle caratteristiche del lavoro. Piuttosto è l’esito di un disprezzo per i diritti e la sicurezza di chi lo fa: materiale umano “a spendere”, forse meno prezioso di quello non umano. Lavoratori che, nell’immaginario collettivo, ma anche troppo spesso nella pratica quotidiana, non vengono ritenuti bisognosi di formazione specifica, ma solo di forza fisica e un po’ di esperienza pratica. Non a caso l’edilizia è sempre stata il grande bacino di occupazione di chi non riusciva a trovare altro o non sapeva fare altro, ed oggi dei migranti. Eppure, come sanno bene i più esperti tra loro, non richiede solo destrezza manuale, ma conoscenza dei materiali, delle procedure, oltre che dei rischi e di come proteggersene al meglio. Conoscenza che non sempre viene fornita e tantomeno accertata e controllata nella sua attuazione pratica, da parte dei singoli lavoratori ma anche e soprattutto dei responsabili di cantiere. Non si comprende altrimenti come possa succedere che un solaio di un edificio in costruzione crolli all’improvviso.

Non è fatalità né errore umano individuale. Così come non è fatalità né errore umano che qualcuno venga falciato da un treno in corsa mentre sta lavorando sui binari quando non dovrebbe essere lì, è la conseguenza di mancati controlli lungo la catena delle azioni, che alla fine scarica tutto, anche la responsabilità della propria morte, sull’ultimo anello della catena: sul lavoratore che non sa che cosa può succedere, che è ben contento di essere stato preso a lavorare anche se non ha la formazione adeguata, che si fida di chi sta sopra di lui, o che si sente ricattato o minacciato nella sicurezza del lavoro se resiste, fa domande, rifiuta. Una situazione tanto più diffusa quanto più non solo il bisogno di trovare un lavoro purchessia è forte, ma anche ci si inoltra nella giungla degli appalti e dei subappalti. Una situazione di cui il settore edilizio è per molti versi esemplare, anche se non unico e che non è colpa solo dell’attuale governo, anche se questo ci ha messo di suo nell’allentare i vincoli ai subappalti.

Invece di indignarsi delle parole di Landini, Salvini farebbe bene a interrogarsi su un sistema che rende opaca la catena di responsabilità e incoraggia la corsa al ribasso di salari e sicurezze. Anche questa volta, i proprietari del supermercato in costruzione in cui è avvenuto il mortale incidente che ha ucciso, per ora, tre operai e ne ha feriti gravemente altri, si sono subito chiamati fuori da ogni responsabilità in quanto avrebbero subappaltato i lavori a un’altra azienda. Ma bisognerà bene intervenire su questo micidiale sistema di scatole cinesi in cui alla fine nessuno, salvo i morti e forse qualcuno poco più in su nella lunga catena, è responsabile di nulla ed anche arrivare alla affermazione chiara di una responsabilità (anche) di chi appalta (e subappalta) nella verifica della serietà professionale dell’appaltatore e del rigore con cui applica le norme di sicurezza e i contratti di lavoro. Altrimenti i lavoratori dell’ultimo anello della catena continueranno a rischiare non solo di essere sfruttati, ma di essere uccisi non dal lavoro che fanno, ma dalle condizioni in cui si trovano costretti a farlo. E i lutti cittadini, gli scioperi di protesta, le dichiarazioni di rammarico e solidarietà delle autorità locali e nazionali continueranno ad essere nulla più che gesti rituali.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.